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“Grandi interpreti” al Bologna Festival, Patricia Kopatchinskaja e Jakub Hrůša protagonisti nel secondo appuntamento della rassegna
Con la Chamber Orchestra of Europe offriranno una interpretazione non convenzionale dei grandi classici Beethoven e Schumann

Associazione Bologna Festival Onlus Presenta

“ Bologna Festival 2022 – Grandi interpreti ”
Al Bologna Festival va in scena il secondo appuntamento con la rassegna Grandi interpreti, star della serata Patricia Kopatchinskaja al violino e Jakub Hrůša sul podio della Chamber Orchestra of Europe.

Giovedì 5 maggio (ore 20.30) al Teatro Manzoni di Bologna sarà il direttore ceco Jakub Hrůša – recentemente nominato direttore ospite principale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – a salire sul podio della Chamber Orchestra of Europe per dirigere la Seconda Sinfonia di Schumann. Con loro, la ‘violinista scalza’ Patricia Kopatchinskaja, tra le interpreti più interessanti della nuova scena concertistica internazionale, proporrà il Concerto per violino op. 61 di Beethoven.

La composizione, completata in poche settimane ed eseguita la prima volta a Vienna nel 1806, è l’unico concerto per violino e orchestra scritto da Beethoven, ed è uno dei vertici del suo genere. Le melodie cantabili e il lirismo del violino, gli episodi appassionati, il fascino dei passi virtuosistici caratterizzano il Concerto op. 61, facendone uno dei lavori beethoveniani più amati e apprezzati dai pubblici di tutto il mondo. Patricia Kopatchinskaja, artista eclettica, violinista fantasiosa e imprevedibile, lo interpreterà con una cifra espressiva intensa e personale, libera da schematismi e convenzioni.

La Sinfonia n. 2 di Schumann, ricca di echi beethoveniani, è lavoro che tocca singolari vette poetiche e frutto d un periodo tormentato nella vita del compositore – in preda a depressioni e tormenti interiori, aggravati da un disturbo al nervo acustico – tanto da essere costretto più volte ad interrompere la stesura dell’opera, avviata alla fine del 1845 ma completata soltanto nell’ottobre dell’anno successivo. La Seconda Sinfonia segna la vittoria dello spirito creativo di Schumann sulle sue sofferenze interiori, come scrisse egli stesso: “Riflette la resistenza dello spirito contro le mie condizioni fisiche. Il primo movimento è pieno di questa lotta e del suo carattere capriccioso e ostinato”.

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Alle ore 18 all’Oratorio di San Filippo Neri per il ciclo Prima delle note, Guido Barbieri introdurrà all’ascolto del concerto (ingresso libero).

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                                                                                                                              (Patricia Kopatchinskaja, foto Marco Borggreve -Jakub Hrůša, foto Pavel Hejnz)

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Jakub Hrůša

Nato a Brno, Jakub Hrůša ha compiuto gli studi in direzione d’orchestra all’Academy of Performing Arts di Praga sotto la guida di Jiří Bĕlohlávek. Di recente nominato direttore ospite principale dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, è direttore principale dei Bamberger Symphoniker e direttore ospite principale della Philharmonia Orchestra e della Czech Philharmonic Orchestra. Ha diretto diversi complessi sinfonici europei, la NHK Symphony Orchestra, la Cleveland Orchestra, la New York Philharmonic e la Chicago Symphony Orchestra. Tra i solisti con cui ha collaborato nelle ultime stagioni figurano Piotr Anderszewski, Leif Ove Andsnes, Lisa Batiashvili, Renaud Capuçon, Isabelle Faust, Sol Gabetta, Barbara Hannigan, Augustin Hadelich, Alina Ibragimova, Janine Jansen, Leonidas Kavakos, Lang Lang, Igor Levit, Jan Lisiecki, Daniil Trifonov, Yuja Wang. Ha diretto produzioni liriche alla Staatsoper di Vienna e all’Opera di Zurigo (L’affare Makropulos), all’Opéra National di Parigi (Rusalka) e al Glyndebourne Festival (Vanessa, La piccola volpe astuta, A Midsummer Night’s Dream, Carmen, The Turn of the Screw, Don Giovanni e La bohème); in questa stagione è al Covent Garden di Londra per il Lohengrin di Wagner, al Festival di Salisburgo per Kát’a Kabanová di Janáček e al Festival di Lucerna per un programma con musiche di Suk e Dvořák. Appartengono al suo repertorio autori quali Smetana, Smirnov, Lutosławski, Fiala, Novák, Korngold e Ščedrin, con una particolare attenzione per Dvořák e Martinů, la cui produzione ha ampiamente eseguito in sala da concerto e in sala di registrazione; è inoltre presidente della Dvořák Society e dell’International Martinů Circl, oltre ad aver ricevuto nel 2020 il Premio Antonín Dvořák dell’Accademia di Musica Classica della Repubblica Ceca. Tra le sue incisioni discografiche più recenti si distinguono i Concerti per pianoforte di Dvořák e Martinů con Ivo Kahánek; la Sinfonia n.2 “Asrael” di Suk con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks; la Quarta Sinfonia di Mahler, la Sinfonia n.3 di Brahms e la Sinfonia n.8 di Dvořák con i Bamberger Symphoniker; il Requiem e il Te Deum di Dvořák con la Czech Philharmonic Orchestra.

  Patricia Kopatchinskaja

Tra le interpreti più originali del nuovo violinismo, Patricia Kopatchinskaja ha un repertorio che spazia dalla musica barocca a quella contemporanea. Legge Bach, Mozart, Beethoven come Bartók, Kurtág, Berio, Sciarrino, Turnage e si misura con lavori vocali quali Pierrot Lunaire di Schönberg, l’Ursonate di Schwitters o Mysteries of the Macabre di Ligeti. Nel suo progetto Dies Irae compie una riflessione musicale sulla crescente crisi ambientale e nel progetto discografico What’s next Vivaldi? – realizzato insieme a Giovanni Antonini e Il Giardino Armonico – accosta pagine di Vivaldi a lavori di autori contemporanei italiani appositamente commissionati. Vanta collaborazioni con prestigiose orchestre come London Philharmonic, Berliner Philharmoniker, Mahler Chamber Orchestra, Camerata Salzburg, Budapest Festival Orchestra, Orchestre Philharmonique de Radio France, SWR Symphonieorchester. Tra i direttori figurano Simon Rattle, Kirill Petrenko, Teodor Currentzis, Péter Eötvös, Iván Fischer, Gustavo Gimeno, Mirga Gražinytė-Tyla. È stata artista in residenza della hr-Sinfonieorchester e del Festival di Lucerna. Artistic partner della Saint Paul Chamber Orchestra, ora collabora con la Camerata Bern. Si dedica con passione alla musica cameristica, insieme ai pianisti Joonas Ahonen, Markus Hinterhäuser, Polina Leschenko, Antony Romaniuk, Fazil Say, con il gambista Laurence Dreyfus, con le violoncelliste Sol Gabetta e Jay Campbell, il clarinettista Reto Bieri e le cantanti Ah Young e Anna-Maria Pammer. Tra le sue incisioni discografiche figurano un CD con musiche di Kancheli insieme a Gidon Kremer e Kremerata Baltica; un’antologia di brani cameristici di Galina Ustvolskaya; il Concerto per violino di Čajkovskij sotto la direzione di Teodor Currentzis. Con la registrazione dei Concerti di Bartók, Ligeti e Eötvös si è aggiudicata diversi premi della critica internazionale e con Death and the Maiden ha ottenuto un Grammy Award. Recente la pubblicazione del CD Sol & Pat al fianco di Sol Gabetta e di Plaisir illuminés con musiche di Veress, Ligeti, Ginastera, Kurtág, Bartók eseguite insieme alla Camerata Bern.

Chamber Orchestra of Europe

Fondata nel 1981 da un gruppo di musicisti della European Union Youth Orchestra, la COE è oggi uno dei più qualificati complessi sinfonici della scena musicale internazionale. Nei primi anni di attività ha lavorato a stretto contatto con Claudio Abbado, impegnata in concerti sinfonici e in memorabili produzioni operistiche come il Viaggio a Reims, Barbiere di Siviglia, Don Giovanni e Nozze di Figaro. Ugualmente importante il lavoro svolto con Nikolaus Harnoncourt, con cui ha registrato l’integrale delle Sinfonie di Beethoven e preso parte a numerose produzioni liriche al Festival di Salisburgo. Nei dieci anni di collaborazione con Bernard Haitink, membro onorario dell’orchestra, ha tenuto concerti al Festival di Lucerna, ai BBC Proms di Londra e al Concertgebouw di Amsterdam. Ha stabilito stretti rapporti di collaborazione con András Schiff e Yannick Nézet-Séguin, anch’essi membri onorari dell’orchestra. Nella stagione 2022-2023 saranno ospiti Lisa Batiashvili, Vilde Frang, Janine Jansen, Francois Leleux, Antonio Pappano, Jean-Guihen Queyras, Robin Ticciati, Simon Rattle, Fazıl Say, Dénes Várjon. Tra i solisti che collaborano abitualmente con l’orchestra figurano Isabelle Faust, Joshua Bell, Renaud Capuçon, Emanuel Ax, Pierre-Laurent Aimard, Jean-Yves Thibaudet. La COE è presente nelle maggiori istituzioni concertistiche europee, tra cui la Philharmonie di Parigi, l’Alte Oper di Francoforte, la Festspielhaus Baden-Baden, la Philharmonie di Berlino; è orchestra residente del Casals Forum di Kronberg e dell’Esterhazy Palace di Eisenstadt. Ampia e pluripremiata la sua produzione discografica, che conta più di 250 incisioni. Attraverso la COE Academy, fondata nel 2009, l’orchestra realizza programmi di alta formazione per giovani musicisti.
“Grandi interpreti” al Bologna Festival, Patricia Kopatchinskaja e Jakub Hrůša protagonisti nel secondo appuntamento della rassegna

Interpreti

Chamber Orchestra of Europe
Jakub Hrůša direttore
Patricia Kopatchinskaja violino

Programma

Ludwig van Beethoven
Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61

Robert Schumann
Sinfonia n.2 in do maggiore op. 61

In Evidenza

I biglietti per il concerto sono in vendita online www.bolognafestival.it / www.vivaticket.it; presso Bologna Welcome (Piazza Maggiore 1/E); il giorno stesso del concerto al Teatro Manzoni a partire dalle ore 19.30.

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