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Teatro Sociale • Rovigo
Gestione: Comune di Rovigo – Assessorato alla Cultura e Spettacolo
Il Teatro Sociale di Rovigo, eretto tra il 1817 e il 1819 su disegno di Sante Baseggio, distrutto da un incendio nel 1902, fu ricostruito su progetto di Daniele Donghi e reinaugurato nel 1904. Rilevato nel 1964 dal Comune di Rovigo che lo gestisce tutt’ora, il Sociale è inserito fra i Teatri di Tradizione dal 1967.

Il Teatro Sociale di Rovigo, parte della vasta rete di teatri fondati nell’Italia dell’800, nacque come in altri luoghi, da un’ esigenza fortemente sentita dalla comunità cittadina: dotarsi di un teatro moderno, con spazi ampi, commisurati alle esigenze sceniche dei melodrammi alla moda e alla comodità degli spettatori, e con una capienza adeguata al pubblico in costante aumento.

Quando il progetto nel 1816 si concretizzò, Rovigo vantava una tradizione teatrale consolidata da oltre un secolo: già nel 1694 per iniziativa di Celio Campagnella era stato costruito il primo teatro in città, ma ancora antecedente è la prima attestazione di una rappresentazione operistica rodigina, risalente al 1683, con l’Alcinoo e il periglio sprezzato, messo in scena nella Loggia dei Notari (oggi sede del Municipio).

Il teatro d’opera incontrò enorme successo  – a dispetto dell’esiguità della popolazione e delle risorse – tanto da portare in breve tempo alla programmazione di tre stagioni di spettacolo all’anno, la più importante delle quali si teneva in autunno, in coincidenza con la fiera.

A pochi anni dall’apertura del Teatro Campagnella, il conte Marco Antonio Manfredini fece costruire un secondo teatro di dimensioni maggiori, il Teatro Manfredini, che cambiò in seguito due volte proprietà e nome: appartenne a due importanti famiglie nobiliari, prima ai Venezze e successivamente ai Roncale, che rinnovarono la struttura, rimasta attiva fino ai primi decenni del XIX secolo e infine demolita nel 1851.

Considerando quell’antico teatro ormai insufficiente rispetto alle mutate esigenze cittadine, si prese la decisione di edificarne uno nuovo. La Società del Teatro costituita allo scopo nel 1816, individuò l’area più adatta nel luogo dove fino al 1809 sorgeva il piccolo convento di S. Maria dei Battuti demolito in seguito alla soppressione napoleonica – il nuovo teatro si sarebbe così affacciato su una piazza, dato che anche la chiesa di S. Giustina era stata abbattuta.

Per il progetto i consociati si rivolsero a Sante Baseggio, architetto rodigino appartenente a una famiglia di artisti, esperto nel campo della progettazione teatrale, avendo restaurato il Teatro Roncale e partecipato al concorso per la Fenice di Venezia con un progetto che, pur non risultando vincitore, era stato tra i più apprezzati. Baseggio elaborò due disegni, il secondo dei quali fu approvato, e la costruzione venne speditamente innalzata tra il 1817 e il 1819.

Il nuovo Teatro della Società, com’era chiamato in origine, aprì al pubblico la sera del 3 marzo 1819 con “L’ombra di Fetonte, ossia l’omaggio della riconoscenza rodigina” di Sante Campioni, in occasione della visita a Rovigo di Francesco I d’Asburgo, che però non presenziò all’evento.

L’inaugurazione ufficiale si tenne il 26 aprile 1819, all’avvio della prima stagione di rappresentazioni, con l’opera “Adelaide di Borgogna”, scritta per l’occasione da Pietro Generali (Masserano, Biella 1773 – Novara 1832), compositore all’epoca affermatissimo sia in Italia che all’estero, ed interpretata da tre dei più famosi cantanti del momento, Violante Camporesi, Claudio Bonoldi e Giuseppe Fioravanti.

Il Teatro Sociale venne restaurato per la prima volta nel 1858, sotto la presidenza del cav. Antonio Gobbatti; i lavori riguardarono l’intero edificio, il palcoscenico, le decorazioni della sala, il riscaldamento e l’introduzione dell’illuminazione a gas.

Nella notte tra il 21 e il 22 gennaio 1902, un terribile incendio distrusse la bella sala del Baseggio, costruita prevalentemente in legno per esigenze acustiche. Si salvarono solo la facciata, rimasta pressoché intatta, e il ridotto.

Il Teatro venne ricostruito nello spazio di due anni, secondo il progetto tecnicamente all’avanguardia dell’ingegnere milanese Daniele Donghi, vincitore del concorso indetto. Mantenne la parte anteriore del precedente edificio, con la facciata neoclassica ed il fastoso ridotto riccamente decorato. La sala, rifatta sulle fondamenta di quella distrutta, presentava una novità assoluta: Donghi fu il primo ad utilizzare il cemento armato per la costruzione di un teatro, con risultati eccellenti in termini di acustica e sicurezza antincendio.

Innovativa risultò anche la decorazione pittorica degli interni, affidata al padovano Giovanni Vianello (1873 – 1926), che la realizzò con delicato gusto liberty. Nella parte centrale del soffitto sono raffigurate le nove muse che inseguono e coronano vari putti, mentre sui parapetti dei palchi del primo ordine sono ritratti celebri artisti, tra i quali Goldoni, Metastasio, Alfieri, Mercadante, Bellini, Donizetti, Rossini, Verdi, Mascagni.

Il nuovo edificio del Teatro Sociale fu inaugurato il 12 ottobre 1904 con una serata memorabile, che vide Pietro Mascagni alla direzione della sua opera simbolista “Iris”.

Ripresa l’attività, il Teatro di Rovigo mantenne il proprio prestigio, pur affrontando momenti di grave crisi. La scarse risorse finanziarie non sempre permettevano la scrittura di interpreti affermati, impegnando gli organizzatori ad individuare giovani artisti promettenti, a volte con risultati clamorosi: il Sociale può vantare di aver tenuto a battesimo due dei maggiori cantanti del secolo scorso, Beniamino Gigli e Renata Tebaldi. Tra gli altri nomi che calcarono il palcoscenico rodigino, poi diventati celeberrimi, una giovane Maria Callas nel 1948, giunta in Italia solo l’anno prima, e Luciano Pavarotti agli esordi (1962).

Nel corso degli anni l’allestimento degli spettacoli divenne sempre più impegnativo e oneroso, tale da necessitare dell’intervento pubblico per garantire realizzazioni dignitose. Il Teatro Sociale nel 1964 venne perciò rilevato dal Comune di Rovigo, che ne curò il radicale restauro e da allora provvede alla sua gestione diretta, affidata all’Assessorato alla Cultura e Spettacolo.

Nel 1967 il Teatro Sociale di Rovigo fu inserito nel ristretto novero dei Teatri di tradizione di riconoscimento ministeriale.

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La Stagione

Il Comune di Rovigo, tramite gli Uffici cultura, gestisce tutte le attività che vengono svolte e rappresentate a Teatro, tra cui stagione lirica, stagione di prosa, balletto, rassegne di rappresentazioni ed incontri con artisti di vario genere, concerti di musica classica nel periodo natalizio, rappresentazioni di carattere sperimentale, organizzazione di laboratori teatrali con coinvolgimento delle Scuole.

Altre sale o Location

Sala del Ridotto – Il Ridotto, uscito indenne dall’incendio del 1902, ha una capienza di 99 posti ed è sede di conferenze, concerti jazz e da camera, laboratori e spettacoli per i ragazzi delle scuole.
Autore: Uber Bertiè
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