L’imprenditore e musicologo londinese Paul Atkin progetta di ricostruire il teatro barocco di San Cassiano
Paul Atkin, imprenditore londinese visionario e positivamente eccentrico come possono esserlo i britannici, non si è occupato solo di affari e finanza; ha all’attivo anche un dottorato di musicologia in un campo di studi non proprio comune: si è dedicato infatti all’analisi della produzione operistica nella Modena del Seicento, in particolare all’opera di Antonio Giannettini (1649 – 1721) su libretto di Giambattista Neri, dall’intrigante titolo L’ ingresso in gioventù di Claudio Nerone. L’opera venne rappresentata a Modena nel 1692 in occasione dei festeggiamenti per il matrimonio di Francesco II d’Este (Modena 1660 – Sassuolo 1694) con la cugina Margherita Maria Farnese, principessa di Parma (Parma 1664 – Colorno 1718).
Dice Atkin di sentirsi un po’ come Arlecchino servitore di due padroni, la musica da una parte e gli affari dall’altra; nel 2014 in ogni modo decide di vendere la sua società e investe quattro milioni di euro solo in ricerche: obiettivo, la realizzazione di un sogno – la ricostruzione del primo teatro d’opera pubblico al mondo, il San Cassiano di Venezia.
Proprio il San Cassiano, di cui in Italia e anche nella stessa Venezia, salvo tra addetti ai lavori e nelle pagine dei libri di storia della musica, si è un po’ persa la memoria. È un mito nel mito, un teatro unico in una città che non ha eguali: come spesso accade, è più facile percepire l’importanza e il valore emblematico di qualcosa guardandola da lontano piuttosto che avendola quotidianamente sotto gli occhi. Così è per il San Cassiano, primo teatro lirico pubblico al mondo, e uno dei più significativi in Europa per la qualità delle messinscene di opere di grandi compositori con celebrati interpreti.
L’obiettivo di Paul Atkin, AD e fondatore del progetto “Teatro San Cassiano” è quello di ricostruire il teatro del 1637 tanto fedele all’originale quanto le ricerche accademiche e le competenze artigianali consentono, per riportare a Venezia l’opera barocca messa in scena secondo prassi esecutive storicamente informate.
Fedele all’originale edificio seicentesco, il nuovo teatro prevede 153 palchetti su 5 ordini, più 99 posti in platea, con buca orchestrale e palcoscenico di dimensioni contenute come era d’uso all’epoca; sarà completato da macchine di scena, scenografie mobili ed effetti speciali, proprio come all’epoca dell’inaugurazione.
Non sorgerà nel sito originario, dove oggi una ricostruzione sarebbe impossibile, ma in un altro luogo top secret, già individuato grazie all’interessamento del Comune di Venezia. È stato incaricato anche l’architetto responsabile del progetto, Jon Greenfield, specializzato nella ricostruzione filologica di edifici d’epoca e autore del famoso Shakespeare’s Globe di Londra (1997), ricostruzione del teatro ligneo nel quale si esibiva la compagnia del Bardo.
Il nuovo San Cassiano vorrebbe anche diventare un attrattore per un turismo colto e sostenibile, oltreché un ulteriore volano per l’economia veneziana, con le 26 società contattate per la costruzione e l’obiettivo di impiegare 150 persone.
Il costo preventivato per il progetto? Circa 65 milioni di euro.
DR PAUL ATKIN CEO and Founder Teatro San Cassiano (Venice, 1637) sets out his vision of the Teatro San Cassiano in Venice.
Per realizzare questo sogno barocco, magica macchina del tempo sospesa tra ieri e domani, questo luogo che consentirà di vivere l’esperienza totalizzante dell’opera barocca non solo nel cuore di Venezia, ma che grazie al live-streaming potrà essere condivisa con il pubblico di tutto il mondo, un gruppo di investitori è già stato trovato; si cercano ora altri visionari pronti a lanciarsi nell’impresa.