Il Teatro Politeama Greco di Lecce, in origine chiamato Politeama Principe di Napoli, trae l’attuale nome dalla famiglia Greco, che lo ha voluto e realizzato nella seconda metà dell’Ottocento e che ne è tuttora proprietaria.
Venne edificato dall’imprenditore Donato Greco, che nel 1882 chiese al Municipio l’autorizzazione per la costruzione di un nuovo teatro. Il progetto fu approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale, e pochi mesi dopo iniziarono i lavori, diretti dall’ingegner Oronzo Greco (fratello di Donato) e ultimati all’inizio del 1884. L’inaugurazione ebbe luogo il 15 novembre 1884 con l’Aida di Giuseppe Verdi e fu un grande successo. Il pubblico non solo accolse calorosamente la rappresentazione, ma era palpabile la soddisfazione per il nuovo teatro cittadino, il primo in Puglia a rispondere ai criteri di una moderna struttura teatrale – paragonabile a quelle sorte in particolare nel centro-nord – capace di accogliere un gran numero di spettatori e di ospitare l’orchestra e le vaste scenografie necessarie alla rappresentazione dei nuovi melodrammi.
In precedenza gli spettacoli si erano svolti nell’unico teatro allora esistente a Lecce, il Teatro Paisiello. Inaugurato nel 1758, nel 1867 fu donato al Comune, che ritenendo la struttura inadatta alle mutate esigenze, lo fece completamente ricostruire e lo riaprì nel 1870. Ciò nonostante, gli spazi risultarono troppo ristretti, sia sul versante delle messinscene che della capienza di pubblico: l’insoddisfazione era diffusa sia tra i membri dell’alta società che avevano assistito alle rappresentazioni liriche date in un teatro troppo piccolo, sia tra la cittadinanza, che desiderava un teatro la cui capienza permettesse ad un numero maggiore di persone di poter accedere agli spettacoli.
Cosi appena pochi anni dopo l’apertura del rinnovato Teatro Paisiello, Lecce, in crescita sia demografica che culturale, vide sorgere il nuovo Politeama, intitolato al Principe di Napoli (titolo degli eredi al trono, in alternanza a quello storico di Principe di Piemonte, istituito da Vittorio Emanuele II quando i Savoia divennero casa regnante d’Italia; il primo Principe di Napoli fu Vittorio Emanuele III, nato nel 1869).
Il teatro era dotato di moderni macchinari per il cambio delle scene e illuminazione a gas, trasformata in illuminazione elettrica nel 1909. L’edificio si estendeva sull’area dell’odierna platea, mentre la parte anteriore, attualmente occupata dal foyer, era scoperta e adibita a giardino.
Nel 1913 vennero eseguiti importanti lavori di ristrutturazione: il teatro, prima in legno, fu ricostruito in pietra, e al posto del preesistente giardino venne creato il grande foyer, con lo scalone d’ingresso ai palchi. Il palcoscenico divenne fisso, fu aumentata la capienza del teatro, e si apportarono numerosi abbellimenti: il soffitto fu dipinto da Carmine Palmieri, la sala fu arricchita con decorazioni eseguite da maestri di fama nazionale. Il rinnovato teatro, dal suo costruttore prese il nome di Politeama Greco.
Nel 1926, dietro suggerimento di Tito Schipa, allora direttore artistico, venne creata la fossa orchestrale. Altri interventi di adeguamento tecnico e restauro sono stati eseguiti a più riprese nei decenni successivi, fino a quelli più recenti del 2019.
Il Teatro Politeama Greco nel 1976 è stato riconosciuto come Teatro di Tradizione (legge n.800/67), e dal 1979 è bene vincolato in applicazione della legge 1/6/39 n.1089 per il particolare valore storico ed artistico.