Il Teatro Grande di Brescia, con una singolare continuità di funzioni, trae le sue origini dalla seicentesca Accademia degli Erranti, e sorge nello stesso luogo dove ad opera di quell’istituzione nel 1664 fu aperto il primo teatro pubblico della città.
Il vasto edificio del Teatro Grande, situato nel cuore del centro storico, presenta un assetto architettonicamente complesso, determinatosi in oltre tre secoli di adattamenti e di trasformazioni.
Diversi i teatri che si sono succeduti nell’area, dal primo del 1664, al rifacimento del 1710, sale ancora modeste, al sontuoso ‘Teatro Nuovo’ edificato negli anni 1740, al ‘Teatro Grande’ con la nuova sala a ferro di cavallo eretta nel 1810 su progetto dell’architetto Luigi Canonica, poi ridecorata nel 1862 da Girolamo Magnani.
Il Teatro Grande, affermatosi quale principale teatro cittadino, acquisì un crescente rilievo anche a livello nazionale nel corso del Novecento. Riconosciuto e vincolato come monumento nazionale nel 1912, negli anni 1970 entra nel ristretto novero dei Teatri di Tradizione italiani.
Dal 2010 il Teatro è gestito dalla Fondazione del Teatro Grande di Brescia, mentre la proprietà del complesso immobiliare permane da oltre un secolo alla Società del Teatro Grande.
La Fondazione del Teatro Grande di Brescia ha come obiettivi primari la valorizzazione della tradizione, la contemporaneità, la pluridisciplinarità e i giovani: l’idea è quella di un teatro aperto che diventi punto di riferimento per la città e per il territorio, dove trovino spazio diverse discipline per diversi pubblici, affinché il teatro sia uno spazio vivo e di confronto.
In questi anni la Fondazione ha ottenuto tre prestigiosi riconoscimenti: il “Premio Danza&Danza”, destinato al Sovrintendente Umberto Angelini, il “Premio Abbiati per la Scuola” assegnato alla produzione d’opera per bambini Brimborium! di Mauro Montalbetti e il “Premio Filippo Siebaneck” nell’ambito dei Premi Franco Abbiati della critica musicale italiana per l’importante valenza educativa del progetto Festa dell’Opera.
Importante inoltre l’impegno della Fondazione nel restauro del monumento Teatro Grande e nella sua valorizzazione dal punto di vista turistico, così come l’impegno nel sociale con la creazione di progetti innovativi di sostegno.
L’Accademia degli Erranti, dalla quale ha origine il Teatro Grande, venne costituita nel primo decennio del Seicento. Riuniva la nobiltà cittadina in varie attività: oltre all’esercizio equestre e alla scherma, si svolgevano lezioni di ballo, conversazioni di matematica e morale.
L’area dove ora sorge il Teatro, fu concessa dalla Repubblica di Venezia all’Accademia che, nel 1643, vi edificò la propria sede. Il palazzo accademico era composto dalla vasta sala superiore, raggiunta da un maestoso scalone, e dal portico terreno della cavallerizza.
Nel 1664, nello spazio sottostante la Sala Accademica, gli Erranti fondarono il primo teatro pubblico di Brescia. Rifatto nel 1710, ancora in forme modeste, il vecchio teatro venne demolito per essere sostituito dal sontuoso ‘Teatro Nuovo’, eretto nei primi anni 1740, impostato da Antonio Righini e realizzato da Antonio Cugini, noti scenografi ed architetti teatrali dell’ambito dei Bibiena. Il nuovo edificio venne costruito nell’area del porticato della cavallerizza, abbandonando lo spazio utilizzato per i precedenti teatri. La sala presentava una pianta a U con cinque file di palchi digradanti verso il boccascena.
Tra il 1760 e il 1769 venne aggiunto il magnifico Ridotto, realizzato dall’architetto Antonio Marchetti quale Sala Accademica degli Erranti, e decorato dai pittori veneziani Francesco Battaglioli e Francesco Zugno. Forse uno dei più mirabili esempi dello sfarzo architettonico settecentesco applicato ad una struttura di spettacolo, il Ridotto è stato oggetto di un accurato intervento di restauro negli anni 2013 -19. Le stanze attigue furono realizzate circa dieci anni dopo e decorate dai pittori Francesco Tellaroli, tra il 1789 e il 1790, e dal bresciano Giuseppe Teosa, nel 1811, con raffigurazioni allusive al gioco d’azzardo qui praticato in età napoleonica.
Nel 1780 si costruì un nuovo porticato, realizzato dagli architetti Antonio Vigliani e Gaspare Turbini. Nel 1789, lo stesso Turbini ridisegnò la facciata del Teatro, conservando della preesistente opera seicentesca, tre finestroni sul fronte verso corso Zanardelli.
La sala teatrale venne ancora una volta abbattuta e ricostruita tra il 1806 e il 1810. Realizzata dall’architetto Luigi Canonica, tra i maggiori progettisti teatrali dell’epoca, la sala attuale segue i canoni del teatro all’italiana, con il consolidato schema “a ferro di cavallo”, dalle dimensioni di 22 x 17 m circa, e si sviluppa in altezza su cinque ordini di loggiati. L’originaria decorazione pittorica neoclassica della volta e del parapetto dei palchi, opera di Giuseppe Teosa, è purtroppo perduta: ispirata alle vittorie di Napoleone, la decorazione della volta culminava nella sua apoteosi allegorica. E a Napoleone “il Grande” è probabilmente dovuto anche il nome del Teatro, tutt’ora in uso.
Il Teatro fu inaugurato nel 1810, con un grande spettacolo operistico musicato per l’occasione da Giovanni Simone Mayr, maestro di Donizetti e tra gli operisti più noti del tempo, che nell’aprile seguente vi fece debuttare la sua “Ifigenia”.
Nel 1862 lo scenografo parmigiano Girolamo Magnani disegnò una nuova decorazione della sala, con fastosi ornati neobarocchi, mentre la volta veniva affrescata dal pittore Campini.
L’elaborazione dell’assetto e dell’immagine definitiva del Teatro si concluse negli anni ’30 del Novecento; da quel momento gli interventi successivi riguardarono quasi esclusivamente lavori di restauro che non modificarono quindi la struttura dell’edificio.