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Teatro Coccia • Novara
Gestione: Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara Onlus
Il Teatro Coccia di Novara, su progetto del milanese Giuseppe Oliverio, fu inaugurato nel 1888, ma completato solo nel 1928. Sorge sul luogo del precedente Teatro Nuovo (1779), ed è tra i più rilevanti teatri storici del Piemonte. Teatro di Tradizione fin dal 1967, dal 2004 il Teatro Coccia è gestito dall’omonima Fondazione.

L’attuale edificio del Teatro Coccia di Novara, inaugurato nel 1888 e opera dell’architetto milanese Giuseppe Oliverio, si innalza sulle spoglie del precedente teatro settecentesco, progettato dall’architetto pontificio Cosimo Morelli (Imola 1732 – 1812). Primo teatro di Novara, eretto per iniziativa dell’aristocrazia cittadina riunita nella Società dei Palchettisti, venne completato in tempi brevi: avviato nel 1777, fu inaugurato nel 1779 con il nome di Teatro Nuovo. La struttura rifletteva le conoscenze tecniche e acustiche di Morelli, già famoso come architetto teatrale, oltreché per le numerose chiese e palazzi; nell’arco della sua carriera costruì una dozzina di teatri, di cui diversi ancora in uso (Macerata, Fermo, Jesi).

Il Teatro Nuovo nel 1873 venne intitolato – a pochi mesi dalla scomparsa –  al celebre compositore Carlo Coccia (Napoli 1782 – Novara 1873), maestro di cappella del Duomo di Novara per più di trent’anni e primo direttore del Civico Istituito Musicale Brera.

L’edificio morelliano col passare degli anni si rivelò poco adatto alle mutate esigenze teatrali e sociali del tempo, sia per il palco di dimensioni insufficienti che per l’ormai troppo esigua capienza.

Se da una parte i moderni melodrammi, i balli e gli spettacoli circensi richiedevano spazi molto più ampi, dall’altra la città era in continua evoluzione, con un marcato incremento demografico e con l’ascesa di una nuova borghesia cittadina interessata a partecipare alla vita sociale e culturale, ma anche attratta da nuovi tipi di intrattenimento.

Nel 1853-55 fu perciò costruito il Teatro Sociale, che da subito entrò in competizione con il Teatro Nuovo: in un certo senso, i due teatri rispecchiavano la dicotomia della società del tempo, l’uno luogo deputato dell’aristocrazia, con le tradizionali rappresentazioni operistiche, l’altro frequentato dalla borghesia cittadina, con l’offerta di nuove tipologie di spettacolo e intrattenimento.

Un ulteriore slancio Novara l’aveva avuto con la realizzazione di due imponenti opere architettoniche, entrambe progettate da Alessandro Antonelli (Ghemme, Novara 1798 – Torino 1888), il celebre architetto e ingegnere autore della Mole Antonelliana di Torino: la ricostruzione della Cattedrale (1857 – 1869) e l’edificazione della spettacolare cupola di San Gaudenzio, con i suoi 121 metri d’altezza assurta a moderno segno distintivo della città.

Un nuovo teatro adeguato allo sviluppo e all’importanza assunta dalla città era ormai sentita come esigenza improcrastinabile. Lo stesso Alessandro Antonelli già intorno al 1860 aveva proposto la fusione del Teatro Nuovo col Teatro Sociale, per accorpare in un unico edificio le varie tipologie di spettacoli, ma il maestoso progetto fu giudicato troppo costoso e sproporzionato rispetto alle richieste e alle disponibilità finanziarie cittadine.

Nel 1880 l’Amministrazione Comunale, comunque intenzionata a sostituire entrambi gli edifici con un nuovo teatro, stabilì infine l’acquisto sia del Teatro Sociale che del Teatro Coccia ex Nuovo (sciogliendo la Società dei Palchettisti del Coccia). L’anno seguente, 1881, l’architetto milanese Giuseppe Oliverio rivide il piano di costruzione del nuovo teatro stabile inizialmente presentato da Andrea Scala – famoso architetto specializzato nella costruzione di edifici teatrali – ritenuto troppo oneroso.

Infine, scartata l’ipotesi di un unico nuovo teatro, tra le contrastanti sollecitazioni in favore della ristrutturazione del Sociale piuttosto che della riedificazione del Coccia, la Commissione comunale appositamente istituita optò per quest’ultima, affidandone la realizzazione all’architetto Oliverio. Decisiva era stata la presa di posizione in questo senso del Sindaco di Novara, il marchese Luigi Tornielli, che coordinava la Società dei Palchettisti del Coccia, nel frattempo ricostituita.

Nel 1886 fu posata la prima pietra del nuovo edificio, costruito in parte con il materiale dell’antico teatro che fu quasi del tutto demolito. Il nuovo Teatro Coccia sorse sullo stesso sito del precedente, ma quattro volte più grande e con un orientamento diverso. L’opera fu finanziata in parte dal Comune di Novara, che concesse l’area del vecchio Coccia per l’edificazione e 220.000 lire per la costruzione, e in parte da privati, con la sottoscrizione di 49 azioni da 5.000 lire cadauna a copertura delle restanti spese.

Il nuovo Teatro Coccia venne inaugurato il 22 dicembre 1888 con l’opera “Gli Ugonotti” di Giacomo Meyerbeer, con la direzione del giovanissimo Arturo Toscanini. Il teatro progettato da Giuseppe Oliverio, per ragioni di bilancio, fu completato definitivamente solo nel 1928. Nello stesso anno venne demolito il Teatro Sociale per far posto al Palazzo delle poste: il Teatro Coccia si consolidò così come polo della vita teatrale e musicale novarese.

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Riconosciuto dallo Stato come Teatro di Tradizione fin dall’istituzione della qualifica nel 1967, il Teatro Coccia rimase di proprietà della Società dei Palchettisti fino alla metà degli anni 1980. Dopo quasi un secolo fu acquistato dal Comune di Novara, che procedette alla ristrutturazione e all’adeguamento dell’edificio, riaprendolo nel 1993.

Nel 2004 la gestione del Teatro è passata dal Comune alla Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara, successivamente riconosciuta come Onlus.

Recentissimi, del 2020/21, sono ulteriori lavori rivolti alla sicurezza e messa a norma, conclusi con la riconsegna del Teatro Coccia alla città il 24 settembre 2021.

Teatro Coccia • Novara
Dopo l’inaugurazione del 1888 con Arturo Toscanini, un altro evento notevole ebbe luogo al Teatro Coccia il 21 dicembre 1893, quando si rappresentò per la prima volta la seconda versione, quella tuttora eseguita, della Manon Lescaut di Giacomo Puccini.

Il Corriere della Sera in un articolo pubblicato nel 1932, definì il Teatro Coccia l’anticamera per il Teatro alla Scala. Il lusinghiero epiteto era dovuto al fatto che molti grandissimi artisti lirici dell’epoca avevano debuttato sul palcoscenico novarese, tra cui il tenore Antonio Melandri e i soprani Carmen Melis e Sara Scuderi. Sul podio si alternavano le prestigiose bacchette di Gino Marinuzzi, Antonino Palminteri, Pietro Mascagni, Alberto Franchetti, Federico Del Cupolo, per citare solo i più noti. Da ricordare poi le molteplici presenze di artisti come Gina Cigna, Lina Pagliughi, Toti Dal Monte, Tito Schipa, Aureliano Pertile, Carlo Galeffi, Galliano Masini e molti altri.

Negli anni ’40 salì per la prima volta sul podio del Coccia il novarese Guido Cantelli, direttore di straordinario talento, stimatissimo da Toscanini, che sarebbe morto tragicamente in un incidente aereo nel 1956, a soli 36 anni.  Nel 1967 la vittoria al Premio Cantelli, concorso per giovani direttori d’orchestra, portò alla ribalta  Riccardo Muti.

Negli anni successivi, fino alla fine degli anni’70, le stagioni del Teatro Coccia ebbero sempre grandi protagonisti: tra i cantanti, Renata Tebaldi, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Boris Cristoff, tra i direttori Franco Patanè, Ermanno Wolf-Ferrari, Alberto Zedda. Luchino Visconti firmò una regia de La traviata nella stagione 1964/65. Dalla metà degli anni 1980 il Teatro Coccia, acquistato dal Comune di Novara, venne sottoposto a ingenti lavori di restauro, e riaperto nel 1993 con un concerto dell’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti. Negli anni a seguire calcarono le scene novaresi cantanti come Katia Ricciarelli, Luciana Serra, Cecilia Gasdia, Alberto Gazale, Franco Vassallo, Patrizia Ciofi, Giorgio Zancanaro, Stefania Bonfadelli, Dīmītra Theodosiou, Roberto Aronica, Bruno Praticò e Jessica Pratt; direttori e registi come Nello Santi, Matteo Beltrami, Bruno Aprea, Franco Zeffirelli, Pierluigi Pizzi, Dario Argento, Daniele Abbado.

Recentemente, nel 2020/21, sono stati effettuati ulteriori lavori di adeguamento, e il Teatro Coccia è stato riconsegnato alla città il 24 settembre 2021, con il concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: una terza inaugurazione, dopo quella del 22 Dicembre 1888 con Arturo Toscanini, e del 21 Febbraio 1993 con Riccardo Muti.

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L’imponente edificio del Teatro Coccia, progettato da Giuseppe Oliverio, è circondato da un ampio porticato in granito rosa di Baveno. L’atrio, decorato con un pavimento a mosaico, fu arricchito da quattro colonne in ghisa e da altrettante nicchie ornate dai busti di Giuseppe Verdi, Vincenzo Bellini, Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti; in platea furono collocati i busti di Saverio Mercadante e di Carlo Coccia.

La grande sala interna, color avorio con decorazioni in oro, si presenta nella caratteristica forma a ferro di cavallo, con tre ordini di palchi sormontati dalla galleria. I palchi, con decori rinascimentali, originariamente erano provvisti di camerini privati e retropalchi.

Il palcoscenico, progettato per ospitare anche gli allora popolari spettacoli equestri che necessitavano di ampi spazi, è di grandi dimensioni, 14 metri al boccascena per 23 metri di profondità, ed era dotato di un’area centrale mobile.  

La Stagione

Il Teatro Coccia allestisce una stagione comprendente opera, danza, concerti, prosa, affiancata da eventi, programmi per famiglie, comici, varietà, aperitivi in jazz.
Contenuti realizzati con il contributo del sito web dell’Organizzazione
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