L’opera è realizzata a spese del Comune e di una Società di azionisti, rappresentata dagli esponenti più in vista dell’aristocrazia e della borghesia, culturalmente legati all’esperienza napoleonica.
Poletti progetta un Teatro all’italiana, ma con alcune significative varianti: la sala della musica ha quattro ordini e 23 palchi ciascuno, che lo porta a essere uno dei teatri più grandi d’Italia; il primo ordine di palchi è eccezionalmente a doppia altezza e supporta una soluzione a colonne giganti corinzie che sostengono direttamente la balaustra del loggione; il Teatro non ha il palco reale.
Le istanze illuministe sono rappresentate dalle ampie scale circolari del Foyer, studiate secondo le esigenze di sicurezza e di comodità della società del tempo.
Il Teatro nel suo insieme è riconosciuto come il suo capolavoro, sullo stesso piano della Basilica di San Paolo a Roma ed uno degli esempi più significativi del superamento del neoclassico della prima metà dell’ottocento.