Sfere celesti, è questo l’iconico titolo del concerto che saluta il ritorno di Thomas Adès all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: il compositore londinese, a 11 anni dalla sua ultima presenza, salirà sul podio dell’Orchestra e del Coro (in questa occasione, solo femminile) di Santa Cecilia per un nuovo appuntamento della stagione sinfonica: il 16, 17 e 18 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Adès dirigerà la prima italiana del suo brano ‘Paradiso’ e la celebre suite di Gustav Holst, The Planets. Compositore, direttore e pianista, Thomas Adès (Londra, 1971) è uno dei musicisti più interessanti del Regno Unito. Esordì appena diciottenne con un lavoro su testi di T.S. Eliot, la sua op. n.1 della quale si contesero i diritti di pubblicazione ben tre case editrici. Le sue composizioni spaziano dal teatro musicale alla cameristica, dalla sinfonica alla musica da film, tra cui il biopic Colette del 2018, interpretato da Keira Knightley. Grazie al suo linguaggio musicale diretto e comunicativo, capace di estendersi dal jazz all’atonalità, dagli echi blues e dalla musica barocca fino al tango, Thomas Adès è apprezzato dal pubblico di tutte le latitudini, riscuotendo nel contempo il plauso della critica. Le sue composizioni sono eseguite in tutto il mondo nelle sale più prestigiose, dalla Philharmonie di Berlino al Covent Garden di Londra, dal Metropolitan di New York alla Scala di Milano, da Santa Cecilia al Gewandhaus di Lipsia alla Staatsoper di Vienna. A Roma Adès aprirà la serata con la suite The Planets, la più famosa composizione di Gustav Holst, una sfolgorante trasposizione in musica dei diversi caratteri astrologici di ciascun pianeta, delle idee, tradizioni e emozioni associate alla loro influenza sull’animo umano. Si inizia da Marte, portatore di guerra, evocato da una terrificante marcia in 5/4, spesso citata nella cinematografia hollywoodiana, evocata anche da John Williams nella sua Marcia imperiale, tra i temi più celebri della saga di Guerre stellari. Sulla composizione di Holst si basa anche il film di Ken Russel, The Planets (1983), un collage che abbina filmati d’archivio (per Marte, prevalentemente immagini della Germania 1933-1945) a ciascuno dei sette movimenti. La suite di Holst fu eseguita per la prima volta alla Queen’s Hall di Londra il 29 settembre del 1918 sotto la direzione di Adrian Boult, e le sette parti che la compongono sono disposte (con l’eccezione proprio di Marte, che precede Venere, la portatrice di pace) secondo la crescente distanza dei pianeti dalla terra. A seguire, Thomas Adès dirigerà in prima esecuzione italiana il suo “Paradiso”, brano per orchestra e coro femminile che forma la terza parte del balletto Dante ispirato alla Divina Commedia. Al debutto nell’ottobre 2021 con l’Orchestra del Royal Opera House di Londra guidata dallo stesso compositore, “è un ininterrotto flusso di musica ispirata alle famose illustrazioni che Gustav Doré ha disegnato per l’edizione francese della Divina Commedia” – ha dichiarato Adès. – “In particolar modo le illustrazioni per il Paradiso, quei milioni di piccoli angeli che svaniscono in anelli di puro bianco: tutto ciò è stato un modello per me”. Nel Paradiso, Adès compone con sinuose spirali che rispecchiano la lenta e sicura ascesa di Dante che viene guidato da Beatrice attraverso le sfere celesti: un seguito, forse, alla bellezza trasfigurata del movimento centrale del suo Concerto per violino. – (Thomas Adès, photocredit ©Marco Borggreve, in basso ©Mathias Benguigui)