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Roma, al Teatro dell’Opera Michele Mariotti dirige Manfred, capolavoro di Robert Schumann
Il poema drammatico tratto da Byron torna sul palcoscenico del Costanzi dopo 56 anni, con la voce recitante di Glauco Mauri

Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Presenta

“ Stagione 2022 – 23 ”
Al Teatro dell’Opera di Roma, novità della Stagione 2022/23, torna la programmazione sinfonica con quattro appuntamenti.

Dopo il Requiem di Verdi proposto in febbraio, il 20 aprile 2023 (ore 20) sarà nuovamente Michele Mariotti a salire sul podio: per questo secondo concerto, il direttore musicale del Lirico capitolino sceglie un capolavoro meno noto del Romanticismo tedesco, Manfred di Robert Schumann, che al Costanzi mancava da 56 anni.

Poema drammatico in tre parti per soli, coro e orchestra tratto da Lord Byron, il brano – prendendo le mosse dal Singspiel e dal melologo – si situa a metà tra un oratorio e un’opera. Ne sarà protagonista Glauco Mauri, che all’alba dei 93 anni interpreta per la prima volta l’antieroe byroniano tormentato da insanabili conflitti interiori.

Con l’Orchestra sarà sul palco anche il Coro dell’Opera di Roma preparato da Ciro Visco.

(In alto, collage di Marinella Senatore per il Teatro dell’Opera di Roma;
Michele Mariotti, photocredit Fabrizio Sansoni)
Roma, al Teatro dell’Opera Michele Mariotti dirige Manfred, capolavoro di Robert Schumann

Altre informazioni di interesse

Composto da Robert Schumann negli anni 1848 – 51, Manfred, poema drammatico op. 115, è tratto dall’omonimo lavoro di Lord Byron (Londra 1817), un ‘dramma metafisico’, come lo definì lo stesso scrittore, appartenente al filone gotico della letteratura inglese.

Il protagonista, figura di ascendenza faustiana, è il nobile Manfred, che in un castello isolato sulle Alpi vive tormentato dal rimorso di un misterioso delitto da lui commesso. Grazie alle sue arti magiche, egli è in grado di comunicare con gli spiriti dell’universo, che tutto possono offrirgli tranne l’unica cosa che veramente desidera: l’oblio. Sconvolto, si dirige sulla cima di una montagna con l’intenzione di lanciarsi nel vuoto, ma viene salvato dall’intervento di un cacciatore; si rivolge allora, ma invano, alla Maga delle Alpi, rifiuta di sottomettersi alle forze del Male e ingiunge alle Parche di condurlo da Arimene, re degli spiriti infernali. A lui chiede di evocare Astarte, donna amata e poi «distrutta dal suo fatale abbraccio»: rispondendo alla sua invocazione, il fantasma di Astarte gli predice per il giorno seguente la soluzione alle pene che lo affliggono. Al momento stabilito i demoni appaiono, ma egli nega il loro potere, scacciandoli; poi muore, sotto gli occhi di un abate, accorso troppo tardi per redimere i peccati delia sua anima.

E probabilmente furono proprio gli elementi metafisici, gli aspetti fantastici come il contatto con gli spettri e le potenze invisibili ad accendere l’ispirazione di Schumann, insieme alla figura dell’(anti)eroe romantico, in perenne lotta contro sé stesso e anelante all’ultraterreno.

Il debutto del Manfred avvenne il 13 giugno 1852 al Teatro di Corte di Weimar, sotto la direzione di Liszt, ma Schumann non riuscì mai ad ascoltare il suo capolavoro: malato, non poté assistere alla prima, e mai né ebbe occasione in seguito.  

Interpreti

Direttore Michele Mariotti

Maestro del Coro Ciro Visco
Voce recitante Glauco Mauri

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Programma

Manfred op. 115
Musica di Robert Schumann

Poema drammatico in tre parti per soli, coro e orchestra
libretto di Richard Fohl da George Byron

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