La storia del Festival
Il Festival di Ravello deriva da una serie di iniziative precedenti che ne fanno uno dei più antichi festival italiani. Si deve a Paolo Caruso e a Girolamo Bottiglieri l’ideazione dell’evento culturale che più di ogni altro avrebbe contribuito a costruire l’identità di Ravello come “Città della musica”.
Tutto nasce dalla folgorazione che Richard Wagner ebbe nel vedere i magnifici giardini di Villa Rufolo, che gli ispirarono l’ambientazione del Giardino di Klingsor, quadro scenico del II atto del Parsifal (prima rappresentazione Bayreuth 1882). Giunto a Ravello nel 1880 a dorso di mulo, visitò la villa, resa splendida e accogliente dal filantropo scozzese Francis Neville Reid (1826 – 1892). La felice commistione di reminiscenze arabo-normanne, rimaneggiamenti ottocenteschi, la ricchezza della vegetazione, il panorama superbo incantarono il compositore: “Il Magico Giardino di Klingsor è trovato” come recita il celebre autografo, lasciato nell’albo della Pensione Palumbo a ricordo di quel giorno memorabile.
L’associazione del nome di Wagner alla Villa Rufolo era troppo intrigante per non pensare ad allestirvi dei concerti wagneriani: infatti negli anni Trenta, l’orchestra del Teatro di San Carlo vi si esibì più di una volta, con programmi legati appunto a Wagner.
L’idea rimase nell’aria, così che Paolo Caruso la ripropose, venti anni dopo, aggiungendovi l’ardita soluzione logistica di un palco sospeso nel vuoto, arditamente proteso verso il mare. L’iniziativa prese corpo grazie all’impegno dell’Ente Provinciale per il Turismo, allora diretto da Girolamo Bottiglieri e, nell’estate del 1953, in occasione del settantesimo anniversario della morte di Wagner, i “Concerti wagneriani nel giardino di Klingsor” (così la copertina del programma) presero avvio con due serate affidate all’Orchestra del Teatro di San Carlo.
Nel 2010 è stato inaugurato l’Auditorium Oscar Niemayer, progettato dal celebre architetto brasiliano, e costruito per dotare il festival di una sede al coperto.
Nel corso di mezzo secolo, sul palco del festival si sono alternate eccellenti orchestre (Staatskapelle di Dresda, Münchner Philharmoniker, Royal Philharmonic, London Symphony Orchestra, complessi del Teatro Kirov di Leningrado e della Gewandhaus di Lipsia, Orchestra Nazionale della Rai, Orchestra del Maggio Musicale, Orchestre National de France, Filarmonica di San Pietroburgo, Orchestra Giovanile di Caracas); noti complessi da camera (la Chamber Orchestra of Europe, la Camerata Academica del Mozarteum di Salisburgo, il Trio di Trieste, il Quartetto Italiano); illustri direttori (Ashkenazy, Barbirolli, Barenboim, Chung, Davis, Frühbeck de Burgos, Gergiev, Järvi, Maazel, von Matacic, Mehta, Pappano, Penderecki, Prêtre, Semkow, Sinopoli, Spivakov, Tate, Temirkanov e Tilson-Thomas); importanti solisti (Argerich, Asciolla, Canino, Cassado, Ciccolini, Glass, Kempff, Lindbergh, Lupu, Pogorelich, Rampal, Repin, Rostropovich, Ughi, Weissenberg); famosi jazzisti (Bollani, Caine, laHancock, Marsalis); prestigiosi cantanti lirici (Behrens, Christoff, Cura, Domingo, Jerusalem, Meier, Raimondi, Salminen, Urmana).