La Stagione 2022/23 del Teatro San Carlo di Napoli, in trasferta al Politeama da gennaio a marzo a causa dei lavori di restauro che interessano la Sala del Lirico partenopeo, dopo Il Lago dei Cigni delle feste presenta il secondo appuntamento con la danza: dal 21 febbraio al 28 marzo 2023 andrà in scena il dittico intitolato “Il Balletto romantico”, comprendente Les Sylphides di Michel Fokine e Napoli di August Bournonville, eseguiti su musiche registrate. Protagonista sarà il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo (recentemente ampliato a 40 elementi stabili) diretto da Clotilde Vayer. Ad aprire lo spettacolo, Les Sylphides, il celebre balletto di Michel Fokine (San Pietroburgo 1880 – New York 1942). Realizzato su musiche di Chopin orchestrate da Alexander Glazunov, il lavoro del geniale coreografo russo è un omaggio ai balletti romantici e al sentimento che li ispirava – il titolo riecheggia infatti quello del capostipite dei ballets blancs, La Sylphide, creato nel 1832 a Parigi da Filippo Taglioni con protagonista la figlia Maria Taglioni, e di cui proprio August Bournonville realizzò, nel 1836 a Copenaghen, la celebre versione arrivata fino a noi. La creazione di Fokine, frequentemente definita come un sogno romantico, non ha uno sviluppo narrativo, non segue una trama, ma piuttosto esprime un sentimento e rappresenta un atmosfera. Il balletto infatti è un atto unico che non racconta una storia, ma mette in scena la danza delle silfidi in un bosco rischiarato dalla luna, al cospetto di un giovane poeta sognatore, unica figura maschile del lavoro. Les Sylphides fu rappresentato nel 1909 al Théâtre du Châtelet di Parigi dai Ballets Russes di Sergej Djagilev. La seconda parte del dittico è dedicata ad un altro balletto famoso, Napoli o Il pescatore e la sua sposa, ispirato proprio dal soggiorno partenopeo dell’autore, il grande danzatore e coreografo franco-danese August Bournonville (Copenaghen 1805 – 1879). Il balletto debuttò nel 1842 al Teatro Reale Danese di Copenaghen, ed è tuttora nel repertorio del Ballo del Kongelige Teater, una delle compagnie più antiche d’Europa. August Bournonville durante il suo soggiorno italiano – scritturato come primo ballerino al Teatro San Carlo di Napoli e alla Scala di Milano – raccolse molte suggestioni che rielaborò nei suoi successivi balletti, tra cui appunto Napoli, considerato il suo capolavoro insieme a La Sylphide. Ispirato dalle bellezze della città partenopea, dai suoi scorci e paesaggi incantevoli, dalla sua musica e dal suo popolo, Bournonville scrisse un libretto caratterizzato da uno dei temi classici del balletto romantico: l’interesse per la vita degli umili. Strutturato in tre atti, Napoli narra la storia di Teresina e del suo futuro sposo, il pescatore Gennaro. Durante una gita in barca, Teresina cade in mare a causa di una tempesta; salvata dalle Nereidi, viene portata nella Grotta Azzurra dell’Isola di Capri, regno di Golfo, lo spirito del mare, che se ne invaghisce e la trasforma a sua volta in Nereide. Grazie ad una miracolosa immagine della Madonna donatagli da un frate, Gennaro riesce a liberarla e a riportarla con se, ma il popolo lo accusa di stregoneria per aver risuscitata un’annegata. Il frate viene in soccorso, svelando che non è stato Gennaro, ma l’intervento miracoloso della Madonna a salvare Teresina, e la storia finisce felicemente sulle note di una scatenata tarantella che celebra il trionfo dell’amore. Le musiche di ben quattro compositori, Niels Wilhelm Gade, Edvard Helsted, Hans Christian Lumbye e Holger Simon Paulli, rievocano vividamente la Napoli del 1800, rendendo palpabile la bellezza di una città piena d’arte e di cultura ma anche terra di un popolo semplice e allegro.