Il Maggio Musicale Fiorentino riconquista il repertorio barocco e rende omaggio a uno dei figli più illustri di Firenze, il grande compositore, nonché straordinario ballerino Giovanni Battista Lulli, pochissimo ricordato in patria ma celebre ancora oggi in Francia con il nome Jean-Baptiste Lully. Nato a Firenze il 28 novembre del 1632, Giovanni Battista Lulli arrivò quattordicenne in Francia al servizio della duchessa Anna Maria Luisa d’Orléans e fece fortuna alla corte del Re Sole, col quale ebbe un rapporto privilegiato. Dapprima ballerino e ‘compositeur de la musique instrumentale’ del re, nel 1661 Luigi XIV lo nominò ‘Surintendant de la musique de la chambre du roi’ concedendogli anche l’ambita naturalizzazione francese. Diventato Jean-Baptiste Lully, infine nel 1672 con ‘lettera patente’ ricevette da Luigi il privilegio per l’istituzione di un’Académie Royale de Musique. Lulli/ Lully divenne così il dominatore incontrastato della vita musicale della Francia del tempo, e soprattutto il creatore di una tradizione operistica nazionale: con la tragédie-lyrique il fiorentino Giovanni Battista Lulli aveva dato vita alla grande opera barocca francese. E a conclusione del cartellone operistico dell’84º Festival del Maggio Musicale Fiorentino, il 4 luglio 2022 (ore 20, Sala Zubin Mehta) andrà in scena l’ultima opera completata da Lulli, la pastorale-héroïque Acis et Galatée del 1686, mai rappresentata finora in Italia. Dopo la prima, sono previste altre tre recite, il 6 e 11 luglio 2022 alle ore 20 e il 9 luglio alle ore 18. Sul podio, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio il maestro Federico Maria Sardelli, che torna al teatro fiorentino dopo il Rinaldo di Händel del settembre 2020; la regia è firmata da Benjamin Lazar, le scene sono di Adeline Caron, i costumi sono curati da Alain Blanchot, le luci da Christophe Naillet e le coreografie da Gudrun Skamletz. Il cast in palcoscenico, caratterizzato da numerosi debutti, è formato da Jean François Lombard nel ruolo di Acis, Elena Harsányi nel ruolo di Galatée, Luigi De Donato come Polyphème; Guido Loconsolo sarà Neptune, mentre interpretano ruoli multipli Sebastien Monti (Apollon, Télème, Le Prêtre de Junon), Mark van Arsdale (Comus, Tircis), Valeria La Grotta (Diane, Deuxième Naïade, Scylla), Francesca Lombardi Mazzulli (L’Abondance, Aminte, Première Naïade); infine Francesca Longari sarà Une Dryade, Davide Piva, Un Sylvain. Maestro del Coro è Lorenzo Fratini. L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in questa nuova produzione suonerà su strumenti originali, di cui è stata fornita appositamente per questa occasione. Acis et Galatée, opera su libretto di Jean Galbert de Campistron, è l’ultimo lavoro compiuto di Giovanni Battista Lulli. Dopo decenni dedicati alla tragédie lyrique, genere da lui stesso inaugurato, nel 1686 Lully concludeva la sua lunga carriera teatrale con una pastorale-héroïque, un genere intermedio che combinava sulla scena personaggi divini e mortali, nobili e pastori, commissionatagli dal duca di Vendôme per omaggiare il Delfino di Francia ospite nel castello di Anet. Ll libretto è ispirato alla leggenda di Aci e Galatea descritta nel libro XIII delle Metamorfosi di Ovidio. Il pastore Aci ama, ricambiato, la ninfa delle acque Galatea, ma anche il mostruoso ciclope Polifemo ama la ninfa e vedendosi respinto uccide per gelosia Aci, schiacciandolo sotto una roccia. Tuttavia, grazie all’intervento del dio Nettuno, Aci sarà riportato in vita e trasformato in un fiume. Pur cimentandosi con un genere minore, che si articola in soli tre atti rispetto ai canonici cinque delle tragédies lyriques e prevede un numero inferiore di numeri musicali, Lully non rinuncia al tono aulico che caratterizza tutta la sua produzione maggiore. In Acis et Galatée la declamazione è sempre estremamente curata e attenta a ogni inflessione del verso così come la musica, che possiede i medesimi toni sontuosi e imponenti delle grandi tragédies. Per tali ragioni l’opera riscosse fin dall’esordio il plauso del pubblico, entrando di diritto nella storia del teatro musicale francese. Spiega il Maestro Federico Maria Sardelli: “Gian Battista Lulli lo chiamo col nome italiano e non per un fatto di campanilismo o nazionalismo, ma perché Lulli ha vissuto i primi 14 anni della sua vita a Firenze e Firenze, e l’Italia in generale, si è dimenticata di questo suo figlio. Oggi, con questa produzione, torna in patria in maniera piuttosto sontuosa, una maniera finalmente degna di tutto quello che ci ha lasciato. In Francia viene eseguito stabilmente, il Paese dove del resto ha trovato la sua fortuna e ha creato la musica francese barocca; la Francia, almeno fino alla rivoluzione è stata impregnata dalla sua impronta fortissima, quindi è giusto che i francesi lo considerino un loro figlio e che lo celebrino. Ma anche noi italiani dobbiamo ricordarci di questo gigante. Altrimenti abbiamo un buco. Noi abbiamo Monteverdi nella prima metà del 600 e nella seconda metà c’è questo portento che è stato Gian Battista Lulli. Facendo un paragone, sarebbe quasi come dimenticarsi di Gianlorenzo Bernini. Per fortuna – prosegue Sardelli – il Maggio Musicale Fiorentino e il sovrintende Pereira hanno voluto fare questo sforzo produttivo, che consiste non soltanto nel programmare un titolo così difficile, così particolare, ma di dotare per la prima volta nella sua storia l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino di strumenti originali, strumenti d’epoca, e questo è un passo storico. Consente di cominciare a riguadagnare tutto il repertorio primo Settecentesco e Seicentesco e poterlo anche eseguire con questa compagine.” Benjamin Lazar, al suo debutto alla regia al Teatro del Maggio, e in occasione del suo primo allestimento fiorentino ha detto: “Per me è un grande onore poter essere parte di questa produzione a Firenze, proprio la città di Lulli. Io credo che quest’opera, l’ultima scritta dal compositore, sia un vero e proprio capolavoro: è splendido constatare come si passi, all’interno di Acis et Galatée, da momenti tragici a momenti comici e più distensivi. Insieme a essi, pur essendo l’opera breve nel suo complesso, troviamo anche momenti toccanti e sentimentali, che rendono questa pastorale heroique un vero e proprio manifesto di emozioni umane in musica. Grazie anche alla collaborazione con Adeline Caron, la scenografa, abbiamo quasi “creato” una mitologia, come se fosse sospesa fra il nostro tempo e l’epoca dell’opera. Anche i cantanti e le loro movenze saranno legate a questo concetto: abbiamo “unito” il gesto e i movimenti moderni al modo di recitare, anche e soprattutto fisico, del 17° e 18º secolo, creando così un ponte fra questi due mondi.” La nuova produzione di Acis et Galatée del Maggio Musicale Fiorentino costituisce l’anteprima di un progetto più ampio, ideato dallo stesso Federico Maria Sardelli e dal suo discepolo Samuele Lastrucci e fatto proprio dal Comune di Firenze e dal Sindaco Dario Nardella, iniziativa che prevede la costituzione dell’istituto Gianbattista Lulli nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio in settembre, e la realizzazione di un primo grande evento in novembre per il 390°anniversario della nascita di Lulli, oltre a giornate di studi, produzioni di concerti e opere, incisioni discografiche. Partner del progetto sono il Centre de Musique Baroque de Versailles, il Comune e la Città Metropolitana di Firenze, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, l’Institut Français di Firenze, l’Università di Firenze, l’orchestra barocca Modo Antiquo e l’ensemble I Musici del Gran Principe. Sottolinea ancora Sardelli, “Insieme al Sindaco e al sovrintendente Pereira, al Centre de Musique Baroque de Versailles, all’Istituto francese a Firenze, all’Università, studiando la vita e le partiture di Lulli, ed eseguendo le sue opere, vogliamo creare un connubio virtuoso di enti culturali che si dedicheranno a questo progetto.” * (Nell’immagine in alto, un momento delle prove, foto Michele Monasta -Maggio Fiorentino, in basso Giovanni Battista Lulli, ritratto di Paul Mignard)