Sarà in scena a Venezia dal 14 al 25 settembre 2022 il 66. Festival Internazionale di Musica Contemporanea Out of Stage, dedicato al teatro musicale sperimentale. Diretto da Lucia Ronchetti, Out of Stage – titolo riferito particolarmente ai lavori concepiti per luoghi e situazioni diverse dal palcoscenico tradizionale – dispiega un’ampia panoramica della ricerca attuale secondo stili, tecniche compositive e tecnologie molto diversificate. Il cartellone della Biennale Musica 2022 comprende nuovi lavori di teatro musicale sperimentale commissionati a Simon Steen-Andersen, Helena Tulve, Michel van der Aa, Paolo Buonvino e Annelies Van Parys, oltre a prime italiane di nuovi progetti di Alexander Schubert, Rino Murakami e Ondřej Adámek co-prodotti con altre istituzioni europee. Di Giorgio Battistelli, Leone d’oro alla carriera del 2022, sarà realizzata una nuova produzione di Jules Verne eseguita dai performer di Ars Ludi, Leone d’argento 2022, nella serata inaugurale del festival al Teatro la Fenice. Il programma prevede anche alcuni classici del “teatro strumentale” di Mauricio Kagel, Georges Aperghis e lavori di compositori riconosciuti in questo ambito come Carola Bauckholt e François Sarhan. Un festival centrato sulla contemporaneità, che tratteggia Il ruolo delle nuove tecnologie – con programmazioni di realtà virtuale e realtà aumentata applicata al suono – e della multimedialità secondo forme e generi nuovi, ma che si rispecchia anche nella storia della città lagunare: “Uno degli obiettivi di Out of Stage – spiega Lucia Ronchetti – è infatti quello di stabilire un collegamento tra lo sperimentalismo dell’opera barocca veneziana e gli sviluppi recenti della drammaturgia contemporanea, con il coinvolgimento delle più importanti istituzioni della città e dei suoi luoghi storici. I primi compositori veneziani del nuovo genere di teatro musicale affrontarono in maniera creativa molte problematiche relative alla coesione acustica e visiva che nei secoli hanno continuato a costituire questioni aperte nella drammaturgia musicale, dalla posizione e dal ruolo degli strumenti in scena all’ideazione di tecniche relative al “ritmo” visivo. Come molti protagonisti della straordinaria stagione barocca, i compositori invitati a Venezia dalla Biennale Musica 2022 sono impresari del proprio progetto, creano da soli la loro drammaturgia, definendo le tecniche e le tecnologie necessarie, raccogliendo artisti, attori, musicisti capaci di capire il loro progetto e rivestire diversi ruoli, relazionandosi con un nuovo pubblico per cercare una risposta empatica e un possibile dialogo.” Il 66. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia inaugura il 14 settembre al Teatro La Fenice con Jules Verne di Giorgio Battistelli, Leone d’Oro per la Musica 2022. Battistelli per l’occasione sarà impegnato anche nell’inedito ruolo di regista, con il progetto scenico curato da Angelo Linzalata e l’esecuzione affidata all’ensemble Ars Ludi – i tre percussionisti Gianluca Ruggeri, Antonio Caggiano e Rodolfo Rossi – Leone d’Argento 2022. La cerimonia di consegna del Leone d’Oro a Giorgio Battistelli si svolgerà il 15 settembre a Ca’ Giustinian; il 18 settembre sarà presentato anche un altro suo lavoro, Orazi e Curiazi (ancora con Ars Ludi) mentre il famoso Experimentum Mundi, con la direzione dello stesso compositore chiuderà il festival il 25 settembre al Teatro alle Tese. Tra i progetti di teatro musicale commissionati dalla Biennale Musica 2022, The Return di Simon Steen-Andersen (Piccolo Teatro dell’Arsenale, 16 e 17 settembre), lavoro basato su Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi, di cui il compositore danese – tramite citazioni e rielaborazioni della partitura originale – rievoca la prima rappresentazione e gli scomparsi primi teatri pubblici veneziani; Visions della compositrice estone Helena Tulve (Basilica di San Marco, 21 settembre), nuova forma di sacra rappresentazione contemporanea basato sui manoscritti musicali ritrovati nella Biblioteca di Santa Maria della Fava da Giulio Cattin e sul Vangelo gnostico di Maria Maddalena; con l’ensemble estone Vox Clamantis e la storica Cappella Marciana; The Book of Water del compositore e regista olandese Michel van der Aa (Teatro Goldoni, 19 settembre) basato sul tema dell’erosione del territorio causata dalle piogge e dalle inondazioni, tratto dal romanzo di Max Frisch L’uomo nell’Olocene, e rievocativo della primissima opera rappresentata al Teatro di San Cassiano nel 1637, Andromeda di Francesco Mannelli, che si apriva con una scena del paesaggio acquatico notturno; çiatu del compositore siciliano Paolo Buonvino (Teatro alle Tese, 22 settembre), concerto scenico ispirato alla cultura siciliana e mediterranea del respiro (çiatu) e al rapporto tra il ritmo del respiro umano e quello delle onde che circondano l’isola; Notwehr della compositrice belga Annelies Van Parys (Scuola Grande di San Rocco, 24 settembre), rielaborazione della raccolta di madrigali d’inizio Seicento La Barca di Venetia per Padova di Adriano Banchieri, un dialogo tra due realtà lontane nel tempo ma vicine nei mezzi espressivi e drammaturgici. Inoltre è in programma la prima italiana di Sleep Laboratory di Alexander Schubert (Arsenale, Sala d’Armi, 22 settembre), una performance immersiva e partecipativa per ensemble e realtà virtuale che intende ricreare una sessione di sonno di gruppo con interpolazioni basate sui temi dell’ipnosi, del viaggio e della meditazione; da citare ancora il progetto Reaching Out del compositore, performer e regista praghese Ondřej Adámek e della giovane compositrice giapponese Rino Murakami (Teatro alle Tese, 15 settembre), per voci, percussioni e danzatori, anche questo in prima nazionale. Il cartellone del festival presenta anche diversi classici del “teatro strumentale”: Dressur di Mauricio Kagel (Tese dei Soppalchi, 18 settembre), Graffitis, Six Tourbillons, Tryptique – Fidélité (Part III), Sept crimes de l’amour di Georges Aperghis, accanto a lavori di François Sarhan, Situation 4 – Vice Versa, e di Carola Bauckholt, Hirn & Ei (Auditorium Lo Squero, 17 settembre). Ci saranno poi le voci del compositore curdo-iraniano Mehdi Jalali, della statunitense rappresentante dello Sperimentalismo afro-diasporico Yvette Janine Jackson, di Klein, performer nigeriana attiva a Londra, del compositore e producer americano di origini taiwanesi X. Lee, del compositore di musica elettronica fiorentino Daniele Carcassi e del gruppo di compositori nativi americani messo in luce dal progetto collettivo dello Shenandoah Conservatory. Per Biennale College, Paul Hauptmeier presenta una nuova installazione sonora site-specific che impiega la realtà aumentata; Timothy Cape e Daniil Posazhennikov creeranno due nuovi lavori di teatro strumentale; Gemma Ragués una nuova opera radiofonica con aspetti performativi; Tania Cortés e Jacopo Cenni saranno autori di due performance sperimentali con aspetti visivi e installativi; Kathryn Vetter, Dafne Paris, Federico Tramontana, Esther-Elisabeth Rispens saranno interpreti dei lavori di teatro strumentale di Georges Aperghis, François Sarhan e Carola Bauckholt. Completano il programma le lectures di importanti studiosi internazionali del teatro musicale contemporaneo (Laura Berman, Helga de la Motte, Guido Barbieri, Ellen Rosand, Paolo Da Col) e gli incontri con alcuni dei compositori presenti al festival. Si rinnova anche la collaborazione con Rai Radiotre con quattro puntate di Lezioni di Musica programma a cura di Paola Damiani con Giovanni Bietti, dedicato al teatro musicale sperimentale veneziano antico e moderno, e con il ciclo di audio-documentari Tre soldi dedicati ai laboratori compositivi ed esecutivi dei giovani artisti selezionati da Biennale College Musica.