Sarà Khatia Buniatishvili, la carismatica e brillante pianista georgiana, star del concertismo mondiale, a chiudere la rassegna Grandi Interpreti del Bologna Festival giovedì 9 giugno (ore 20.30) al Teatro Manzoni. Il programma scelto dalla trentacinquenne musicista nata a Batumi in Georgia, ma francese d’adozione, rispecchia la duplice anima della sua personalità artistica: se la presenza scenica magnetica e la complicità che ne scaturisce con il pubblico in sala alimentano la sua energia interpretativa, dispiegando il lato estroverso e virtuosistico, sull’altro versante Khatia Buniatishvili vive una ‘solitudine musicale’, come lei stessa l’ha definita, che la porta all’introspezione e al dialogo con sé stessa. I due versanti si riuniscono idealmente nel programma che la pianista ha impaginato per il Bologna Festival: un viaggio a ritmo vertiginoso nella “forma breve”: da Bach, Couperin, Schubert, Chopin a Liszt e Satie, tra il raccolto intimismo della prima Gymnopédie di Satie e il dispiegato virtuosismo della Rapsodia ungherese di Liszt. Un accostamento di brani molto diversi per tipologia e periodi, collegati dalla risonanza emotiva: “Epoche e generi non hanno poi tanta importanza – sostiene Khatia Buniatishvili – quello che dura è l’emozione. Non è questo lo scopo essenziale della musica? * Khatia Buniatishvili Nata in Georgia nel 1987, Khatia Buniatishvili ha iniziato giovanissima lo studio del pianoforte; dall’età di 10 anni si esibisce all’estero. Formatasi inizialmente a Tbilisi, ha poi proseguito gli studi a Vienna con Oleg Maisenberg. Dopo il debutto negli Stati Uniti alla Carnegie Hall nel 2008, si è esibita nelle maggiori sale e festival: Hollywood Bowl, BBC Proms, Festival di Salisburgo, Verbier, La Roque d’Anthéron, Klavier-Festival Ruhr, Progetto Martha Argerich, al Festival Hall di Londra, Musikverein di Vienna, Philharmonic di Berlino, Théâtre des Champs-Élysées, Scala di Milano, Shanghai Grand Theatre, Suntory Hall di Tokyo… -, suonando con prestigiose orchestre – Philharmonic di Los Angeles, Symphony di Londra, Orchestre de Paris, Orchestre National de Francia, Orchestre de la Tonhalle de Zurich, Orchestre national de Lyon… -, sotto la bacchetta dei maggiori direttori quali Zubin Mehta, Kent Nagano, Neeme Järvi, Yannick Nézet-Séguin, Mikhail Pletnev, Semyon Bychkov, Myung-Whun Chung o Philippe Jordan.
Impegnata nelle ultime stagioni in vari progetti – concerto di beneficenza a favore dei rifugiati siriani per il 70° anniversario delle Nazioni Unite, concerto “To Russia with Love” per i diritti umani in Russia… -, ha anche partecipato alla registrazione dell’album “A Head Full Of Dreams” della rock band Coldplay. Due volte vincitrice del prestigioso ECHO Klassik Prize, nel 2012 per il suo CD dedicato a Liszt (Sony Classical) e nel 2016 per l’album “Kaléidoscope”, Khatia Buniatishvili ha registrato anche un disco per trio con Gidon Kremer e Giedre Dirvanauskaite (2011), un disco di Chopin con l’Orchestre de Paris e Paavo Järvi (2012), l’album “Motherland” e un CD di sonate per violino e pianoforte con Renaud Capuçon (2014), i Concerti n. 2 e n. 3 di Rachmaninov con la Filarmonica Ceca diretta da Paavo Järvi e un recital di Schubert (2019), e più recentemente l’album “Labyrinth” con opere di più compositori da Bach a Morricone, pubblicato da Sony Classical nell’ottobre 2020.