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Jesi, in prima assoluta ‘De bello gallico’, nuova opera di Nicola Campogrande ispirata alla figura e alle imprese di Giulio Cesare
Il libretto, dagli omonimi ‘Commentarii’ sulla guerra gallica, è di Piero Bodrato; sul podio sale Giulio Prandi, la regia è firmata da Tommaso Franchin

Fondazione Pergolesi Spontini Presenta

“ 56ª Stagione Lirica di Tradizione ”
Una nuova opera di Nicola Campogrande andrà in scena in prima esecuzione assoluta al Teatro Pergolesi di Jesi dal 24 al 26 novembre 2023: è De bello gallico, ispirata agli omonimi Commentarii in cui Giulio Cesare stesso narra la campagna di Gallia da lui vittoriosamente condotta tra il 58 e il 49 a.C. l libretto tratto dal celebre scritto è di Piero Bodrato.

Nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini, De bello gallico debutta venerdì. 24 novembre (ore 20.30) e sarà replicato domenica 26 novembre (ore 16) con una recita accessibile anche ad un pubblico di non vedenti e non udenti; giovedì 23, l’anteprima giovani per gli studenti delle scuole superiori ed i partecipanti al progetto di educazione musicale Musicadentro 2023.

La direzione musicale è affidata al maestro Giulio Prandi, ospite di numerosi festival e teatri internazionali, alla guida del Time Machine Ensemble e del Coro Universitario del Collegio Ghislieri, istruito da Luca Colombo. La regia è di Tommaso Franchin, che ha già firmato l’allestimento di Opera Italiana di Campogrande / Bodrato al Festival di Martina Franca.

Le scene sono di Daniel Mall, i costumi di Gabriele Adamo, i due studenti vincitori del III Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale”, premiati con una scrittura artistica in questa produzione; e luci sono curate da Marco Scattolini.

Protagonista nel ruolo di Cesare, il baritono Giacomo Medici, che di recente ha intrapreso una tournée di successo in Corea del Sud come Rigoletto e in Giappone, dove è stato Alfio in Cavalleria Rusticana. Nel doppio ruolo di Aulo Irzio/ Vercingetorige canta il tenore Oronzo D’Urso, mentre  il soprano ucraino Nikoletta Hertsak interpreta il ruolo della Figura Allegorica.

Dopo il successo dell’allestimento inaugurale, Così fan tutte con le scene i costumi di Milo Manara, e del Barbiere di Siviglia rossiniano, De bello gallico è il terzo titolo in cartellone per la 56ª Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, che si concluderà il 15 e 17 dicembre con la rappresentazione de La rondine di Puccini.

 

In Evidenza

De bello gallico è un’opera che, attraverso la figura e le imprese di Giulio Cesare, affronta con tono leggero i meccanismi del potere, dell’autocelebrazione, della seduzione delle masse, della guerra. Tutti temi drammaticamente molto attuali. Il libretto è liberamente derivato dai Commentarii de bello gallico, uno dei libri più famosi di tutta l’antichità, dedicato alla cronaca della lunga serie di campagne militari che, tra il 58 ed il 49 a.C., portarono il console Gaio Giulio Cesare a conquistare la Gallia Transalpina. “È l’opera che celebra l’impresa del condottiero, nel linguaggio scarno del resoconto militare, ma è anche il testo che fonda la grandezza del futuro dictator perpetuus di Roma, personaggio storico tra i più famosi di tutti i tempi e purtroppo modello di molti futuri dittatori che si sarebbero affacciati al palcoscenico della storia”, spiega il librettista Piero Bodrato.

Firma la musica Nicola Campogrande, autore di un ricco catalogo orchestrale e da camera, e di numerosi lavori di teatro musicale tra cui #Folon, Opera italiana, La notte di San Nicola, I due usignoli, Macchinario, Lego, Alianti. “Con i mezzi, i ritmi, il suono della contemporaneità, in ogni mia partitura cerco di non perdere mai di vista il piacere, sensoriale e intellettuale”, spiega il compositore. “In questo senso, il De bello gallico prosegue la tradizione dell’opera buffa italiana – seppur con qualche momento commovente o drammatico – con arie, cori, duetti, concertati che, con un linguaggio nuovo, si collegano a strutture codificate e riconoscibili dal pubblico. Le melodie sono chiare, memorizzabili. E la scrittura strumentale nasce in supporto alle voci, per mettere in evidenza la gioia di raccontare una storia attraverso il canto”.

“Vedrete toghe? No. Vedrete i Galli alla Asterix e Obelix? No. Vedrete dei lottatori, dei boxeur, vedremo la strategia e la vittoria del loro leader e vedremo Cesare che, dall’antica Roma, arriva ai giorni nostri”, fa sapere il regista Tommaso Franchin. “Questa – aggiunge – è una storia che parla, ovviamente, di Giulio Cesare e della sua impresa, ma parla anche della nascita di un dittatore; parla di conquiste, di dominazione, di colonialismo, del sentimento di superiorità che anima chi sottomette e conquista un altro popolo. Parla, in un certo senso, di noi Europei. Cerco di costruire, in scena, un mondo che racconta tutto questo. “… L’incontro ai punti non lo perdo!” esclama Cesare all’attacco di Gergovia. Assedi e guerre come match decisivi, come partite finali. E allora la scena sarà una gradinata da cui assistere alla sfida, alla nascita di un leader, una gradinata da cui invocare il proprio capo, e da cui rovesciarlo. E chi cade più fragorosamente di un campione, un campione di boxe? E dove se non nello sport il culto del corpo arriva ai massimi livelli e così anche la narrazione e il culto del campione?”
Jesi, in prima assoluta ‘De bello gallico’, nuova opera di Nicola Campogrande ispirata alla figura e alle imprese di Giulio Cesare

Altre informazioni di interesse

I personaggi dell’opera

Nell’opera, Cesare incarna, alternandole, due figure. La prima è il Cesare della tradizione, il personaggio storico, l’uomo politico spregiudicato, che attraverso il racconto delle proprie imprese, sta costruendo la propria immagine. La seconda è invece quella dell’essere umano. Vanitoso, intelligente, abile manipolatore, spietato con i nemici quanto con gli stessi romani quando non gli siano alleati e fedeli, impegnatissimo in alleanze e intrighi, impassibile ma nevrotico e vittima di feroci mal di testa.

Intorno al protagonista del De Bello si muove il coro maschile, che rappresenta di volta in volta due gruppi umani: le moltitudini dei suoi legionari (rappresentati dall’amata Decima Legione), infaticabili combattenti, sorprendenti ingeneri, militari disciplinatissimi e micidiali; e le moltitudini dei popoli della Gallia, sconfitti, umiliati e cancellati da Cesare.

Con loro è presente in scena anche un soprano, una Figura Allegorica che rappresenta di volta in volta – e sorprendendo tutti – personaggi diversi: si presenta infatti, a seconda delle occasioni, come la Fortuna, la Gloria, Roma…

E poi c’è un tenore: nel primo atto interpreta lo scrivano di Cesare, Aulo Irzio, che si occupa di stendere i Commentarii “De bello gallico”; nel secondo atto veste invece i panni di Vercingetorige, che prima è l’icona della resistenza gallica e poi diventa lo schiavo in catene presso la tenda di Cesare.

Interpreti

Personaggi e interpreti
Cesare Giacomo Medici
Aulo Irzio/Vercingetorige Oronzo D’Urso
Figura Allegorica Nikoletta Hertsak

direttore Giulio Prandi
regia Tommaso Franchin

scene  Daniel Mall*
costumi  Gabriele Adamo*
luci Marco Scattolini

*vincitori del III Concorso “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” dedicato a Josef Svoboda

Time Machine Ensemble
Coro Universitario del Collegio Ghislieri
maestro del coro Luca Colombo

Nuova produzione
Prima esecuzione assoluta

Programma

De bello gallico
Opera

Libretto di Piero Bodrato
tratto dai Commentarii De bello gallico  di Caio Giulio Cesare

musica di Nicola Campogrande

Repliche

24 novembre 2023 ore 20.30 ‘prima assoluta’
replica 26 novembre ore 16

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