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Il Settembre dell’Accademia 2022 • Verona
La 31. edizione del festival internazionale di musica promosso dall’Accademia Filarmonica di Verona
Nella città scaligera torna Il Settembre dell’Accademia, festival sinfonico di prestigio internazionale promosso dall’Accademia Filarmonica di Verona, una delle più antiche e gloriose Istituzioni culturali italiane (la fondazione risale al 1543).

La 31 edizione del festival si svolge dal 7 settembre al 3 ottobre 2022 al Teatro Filarmonico, presentando come da tradizione otto concerti che porteranno sul palco orchestre di altissimo profilo provenienti da tutto il mondo, riuniti nel cartellone siglato  dal direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Luigi Tuppini.

La Filarmonica, prima Accademia musicale costituita in Europa, non può che rimettere la musica al centro, ripartendo con entusiasmo per investire sul presente e sul futuro, persuasa che il rito del concerto incessantemente si rinnova, offrendosi al pubblico non come semplice occasione di svago, ma come elemento identitario di una storia condivisa.

“Il Festival di musica classica Settembre dell’Accademia – spiega una nota degli organizzatori – è un investimento che frutta, da ormai numerosi anni, in termini culturali ed estetici attraverso programmi dedicati principalmente alla grande tradizione sinfonica: lo spirito che anima anche questa 31esima edizione nasce da una credibilità internazionale conquistata grazie alla continuità e alla costante presenza di orchestre di altissimo livello, provenienti da tutto il mondo.”

Il programma

Il concerto inaugurale del festival, mercoledì 7 settembre, è affidato alla Rundfunk Sinfonieorchester Berlin, l’orchestra della Radio al centro della scena musicale berlinese. Fondata nel 1923, l’orchestra vanta la stessa età della radio berlinese, prima emittente pubblica tedesca. Sergiu Celibidache, Eugen Jochum, Rafael Frühbeck de Burgos e Marek Janowski sono alcuni dei grandi direttori che hanno forgiato la compagine, dedicandosi in special modo al repertorio tardo romantico, repertorio oggi ulteriormente approfondito da Vladimir Jurowski, attuale direttore stabile dell’Orchestra della Radio di Berlino.

Precoce e dinamico talento della bacchetta, Vladimir Jurowski a Verona presenta una delle pagine sinfoniche più amate di Gustav Mahler, la Quinta Sinfonia, opera di grande seduzione sonora, tra tragiche marce funebri, Scherzi laceranti e incontaminati lirismi, quest’ultimi particolarmente sentiti nel celebre Adagietto viscontiano.

Ad aprire il concerto sarà una rarità, che offre anche l’occasione di ascoltare la giovane violinista norvegese Vilde Frang: il Concerto per violino n. 1 di Béla Bartók, lavoro frutto di una passione impossibile dell’autore per una violinista, che tenne il manoscritto ineseguito fino alla sua morte.

Il 12 settembre il Teatro Filarmonico accoglie una delle più prestigiose e rappresentative orchestre inglesi, The Academy of St. Martin in the Fields. Fondata nel 1958 da Sir Neville Marriner, la compagine d’oltremanica dal 2011 è diretta dall’americano Joshua Bell, star del violino acclamato sui maggiori palcoscenici del mondo, artista dal temperamento innovativo e anticonvenzionale.

Di sicura presa il programma in locandina per il Settembre dell’Accademia, con l’Ouverture Egmont e la Sinfonia n. 7 di Beethoven ad incorniciare lo strepitoso Concerto per violino di Čajkovskij.

Giovedì 15 settembre sarà ancora il violino ad aprire il concerto di un’altra formazione britannica, la Philharmonia Orchestra di Londra: la violinista giapponese Sayaka Shoji interpreterà il Concerto n. 2 di Sergej Prokof’ev, opera del 1935 contrassegnata da una svolta stilistica del compositore in favore di una semplicità formale e di una eloquente cantabilità.

Sarà interessante confrontare poi il Sibelius (Sinfonia n. 2) di Santtu-Matias Rouvali, il nuovo direttore della Philharmonia, con il Sibelius di Esa-Pekka Salonen che in due occasioni è stato ospite del “Settembre” lasciando un ricordo indelebile delle sue interpretazioni a Verona. L’orchestra ha puntato, per il dopo-Salonen, su Rouvali rinnovando il suo legame con la Finlandia, terra di grandi direttori d’orchestra.

Lunedì 19 settembre è in cartellone l’unico concerto solistico del festival: l’Accademia Filarmonica ha invitato in recital uno dei grandi pianisti del nostro tempo, Mikhail Pletnev. Il pianista russo da diversi anni centellina le sue esibizioni ma ogni volta che torna sul palcoscenico è un avvenimento, un appuntamento con la fantasia interpretativa e l’eleganza del suono. Anche i suoi programmi non sono mai scontati, men che meno questo che alterna musiche dell’ultimo crepuscolare periodo di Johannes Brahms a quelle meno note di Antonin Dvořák , in un ideale dialogo tra due musicisti legati da grande reciproca stima.

Un altro programma impaginato con originalità e quello proposto da Leif Ove Andsnes, pianista e direttore della Mahler Chamber Orchestra: giovedì 22 settembre suona e dirige le musiche di un anno irripetibile della carriera di Wolfgang Amadeus Mozart, il 1786. Delle musiche scritte in quell’anno di grandissimi risultati creativi si ascolteranno i Concerti per pianoforte n. 22 K. 482 e n. 24 K. 491, e al centro della serata la Sinfonia n. 38 ‘Praga’.

Una puntata fuori dalle rotte classiche è rappresentata dal concerto della Barcelona Gipsy balKan Orchestra, che lunedì 26 settembre presenta il patrimonio musicale gitano, klezmer, bosniaco, serbo, albanese, rumeno, russo e ottomano. Brani che parlano d’amore e libertà, canzoni contro la guerra e canti rivoluzionari. La band è composta da sette musicisti di sei paesi diversi: la voce è dell’incantevole Margherita Abita, proveniente dall’Italia; Stelios Togias, il percussionista viene dalla Grecia; Julien Chanal, il chitarrista, è francese; Ivan Kovacevic, il contrabbassista, arriva dalla Serbia; Dani Carbonell al clarinetto, è spagnolo come il fisarmonicista Fernando Salinas, e Oleksandr Sora è violinista ucraino e si alterna al collega spagnolo Pere Nolasc Turu.

La metamorfosi dell’eroe potrebbe essere il titolo del concerto proposto venerdì 30 settembre dall’Orchestra Mozart, fondata da Claudio Abbado e oggi diretta da Daniele Gatti.

La serata impagina infatti la Sinfonia n. 3 ‘Eroica’ di Beethoven, nata sull’onda dell’ammirazione per Bonaparte, sinfonia che rappresenta il momento più alto della storia di questa forma musicale, e Metamorphosen, opera ultima di Richard Strauss, una elegia per soli archi che medita sulle rovine di una civiltà trascinata da una guerra distruttiva. Strauss nel 1945 scriveva questo capolavoro in cui affiora nostalgicamente il tema della marcia funebre dell’Eroica, chiudendo con queste note il cerchio della grande civiltà musicale mitteleuropea.

Il Settembre dell’Accademia affida il concerto di chiusura della 31na edizione, lunedì 3 ottobre, al grande direttore-gambista -filologo catalano Jordi Savall, alla guida del suo ensemble Le Concert des Nations, specializzato nelle esecuzioni su strumenti originali.

Savall, instancabile ottuagenario, oggi rivisita il repertorio sinfonico classico, e dopo la recente acclamata integrale discografica delle sinfonie di Beethoven, affronta a Verona i due capolavori sinfonici di Franz Schubert, la Sinfonia n. 8 ‘Incompiuta’ e le Sinfonia n. 9 ‘La Grande’. Due opere oggi celebri, amatissime, ma che il musicista non ebbe mai occasione di sentire eseguite in vita.

*

(Nell’immagine in basso, Vladimir Jurowski)
Il Settembre dell’Accademia 2022 • Verona

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