Un successo che prosegue ininterrottamente da 150 anni, quello dell’Aida di Giuseppe Verdi, celebrato ora con una grande mostra al Museo Egizio di Torino. Con Aida, figlia di due mondi, il Museo Egizio, come evidenziato nella presentazione dell’evento, “racconta la genesi, il contesto storico e le relazioni che hanno accompagnato la nascita dell’opera verdiana, un capolavoro frutto del dialogo fra due mondi, Europa ed Egitto, che la musica unisce sottolineando il legame imprescindibile fra le due sponde opposte del Mediterraneo.” È l’inizio di giugno del 1870 e Giuseppe Verdi finalmente accetta di comporre un opera lirica per il viceré d’Egitto, Ismail Pascià, con un compenso senza precedenti. L’occasione è data dalle celebrazioni per l’apertura del Canale di Suez nel 1869, l’opera, ambientata al tempo dei faraoni, sarà Aida. Ma non era stato facile convincere il musicista: il khedivè d’Egitto dapprima aveva provato a commissionare al famosissimo compositore un inno, ma Verdi oppose un netto rifiuto, con la motivazione che non gli si addiceva scrivere musica d’occasione. Ma Ismail Pascià non si arrese, la trattativa continuò grazie all’eminente egittologo francese Auguste Mariette, che scrisse uno scenario molto intrigante, ambientato nell’antico Egitto. Verdi ne rimase affascinato, e così nacque Aida, tutt’ora tra le opere più conosciute, amate e rappresentate in tutto il mondo. L’opera di Verdi in quattro atti su libretto di Antonio Ghislanzoni e soggetto originale dello stesso Mariette, ebbe – caso unico nella storia della lirica – due “prime”, al Cairo, presso il Teatro Khediviale dell’Opera, il 24 dicembre 1871 e a Milano al Teatro alla Scala l’8 febbraio 1872, accolta entusiasticamente in entrambe le occasioni. A 150 anni di distanza, la mostra torinese segna il culmine delle celebrazioni promosse dal Ministero della Cultura con una campagna digitale dal titolo #aida150, attiva dal 24 dicembre ’21 all’8 febbraio scorso, ricordando così gli anniversari di entrambe le ‘prime’. Aida, figlia di due mondi, inaugura il 17 marzo con un’apertura speciale gratuita dalle 19.00 alle 22.00, e resterà allestita fino al prossimo 5 giugno. Il progetto culturale, a cura di Enrico Ferraris, propone una riflessione critica sul ruolo che il componimento lirico assume nel disegnare l’Egitto moderno. La mostra è parte di un più ampio progetto transmediale ricco di appuntamenti sviluppati in collaborazione con partner che hanno reso possibile l’ampliamento di una esperienza innovativa, molto articolata, che mette in connessione musica, immagini, architettura, cinema, dialoghi e archivi storici, podcast, video e visite guidate: Teatro Regio, Archivio Ricordi, Istituto Nazionale di Studi Verdiani, l’Università di Torino, Aiace, Museo del Cinema, Biblioteca Braidense, Circolo dei Lettori, Libreria Gilibert. Info: museoegizio.it – info@museitorino.it +390114406903 (lun – sab ore 9.00 – 18.30)