A Castell’Arquato, incantevole borgo “tra i più belli d’Italia” adagiato sui Colli Piacentini, dal 4 all’ 8 luglio 2023 si svolge il Festival Illica, che quest’anno taglia il prestigioso traguardo della X edizione: con la direzione artistica di Jacopo Brusa, il cartellone propone una fitta settimana di eventi tra opere, concerti e approfondimenti, animando di note i luoghi più suggestivi di questo paese dal fascino senza tempo. La rassegna rende omaggio all’illustre figura di Luigi Illica (1857-1919), librettista, commediografo, poeta e giornalista arquatese che ebbe importanti collaborazioni con i massimi operisti italiani del suo tempo e fu legato da amicizia a scrittori autorevoli come Giosuè Carducci. Tra i suoi libretti d’opera figurano alcuni dei più celebri titoli del melodramma, i capolavori di Puccini – Bohème, Tosca, Butterfly – Pietro Mascagni, Umberto Giordano e numerosi altri. Un appuntamento da non perdere assolutamente, è quello che il Festival Illica presenta giovedì 6 luglio 2023 (ore 21.30) nella Piazza Monumentale di Castell’Arquato: la prima esecuzione assoluta dell’opera comica Il 3001, basata su un inedito “libretto fantascientifico” di Illica scritto intorno al 1908 e mai musicato prima. Il 3001 debutta in forma di concerto con la preziosa collaborazione dell’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini diretta per l’occasione da Riccardo Bianchi; il cast è formato da Marta Leung (Reginotta) Raffaele Feo (Figlio; poi, 2) Lorenzo Liberali (Americano) Giacomo Pieracci (9) Alessandra Palomba (Madama 9), mentre il Coro è quello del Festival Illica. Ambientato in un distopico e inquietante futuro, il libretto de Il 3001 venne lasciato incompiuto dallo scrittore arquatese, ed è stato riscoperto proprio dal team del Festival Illica, che lo scorso anno ha appositamente indetto un concorso – rivolto a compositori e librettisti/drammaturghi under 40 – finalizzato alla rappresentazione del lavoro. La prestigiosa giuria presieduta dal M° Marco Tutino ha decretato vincitore il progetto presentato da Voris Sarris, 24enne compositore greco-cipriota e milanese d’adozione, alla sua prima opera lirica, e dalla giovane drammaturga, regista e attrice Lisa Capaccioli. Commenta Jacopo Brusa, Direttore Artistico del Festival Illica: “Fin dalla mia nomina ho avuto ben presente l’obiettivo che mi sono prefissato: valorizzare i lavori di Luigi Illica meno conosciuti. Nell’approfondire il catalogo illichiano mi sono subito imbattuto in quello che veniva definito “libretto inedito fantascientifico” (!): “Il 3001”. Reperiti i materiali autografi del libretto inedito dal Fondo Illica della Biblioteca Passerini Landi di Piacenza (grazie al prezioso aiuto del prof. Massimo Baucia), è stato subito evidente che ci trovavamo di fronte ad un testo che rimanda la mente a “1984” di Orwell. “Il 3001”, tuttavia, viene scritto da Illica quarant’anni prima! L’ambientazione nel futuro di una società in cui tutti sono Numeri e Cifre regolati nelle loro attività quotidiane da “macchinari”, mi è sembrata una tematica “vagamente attuale” e adatta a stimolare un giovane compositore e un giovane drammaturgo a sviluppare una versione definitiva del libretto iniziato da Illica attorno al 1908 e di proporla al Festival Illica di quest’anno.” Spiega Luisa Capaccioli, che ha rielaborato e integrato il libretto de Il 3001 di Luigi Illica: “Sorprendono, leggendo i suoi versi, il carattere futuristico e alcuni dettagli spaventosamente attuali del suo testo: il libretto racconta di una società utopica (o distopica?) dove “giustizia, uguaglianza, libertà” vengono assicurate a tutti i membri che ne fanno parte. Come è possibile tutto ciò? Attraverso dei “Regolatori”, dei congegni che vengono saldati sul petto degli individui e che ne regolano le funzioni vitali. I “Regolatori” limitano, di fatto, le scelte e le esigenze delle persone, controllano il loro agire e il loro sentire: con la falsa promessa dell’“essere tutti uguali”, si legge tra le righe la minaccia dell’omologazione. Alcune specifiche del “Regolatore” mi hanno ricordato i nostri smartphone e gli accessori a questi connessi: il nostro dispositivo regola le nostre azioni, a volte suggerendoci anche se dobbiamo alzarci perché abbiamo passato troppo tempo seduti. Per prima cosa ho studiato il libretto che era in mio possesso: mi sono resa subito conto che non era terminato. Nel prezioso materiale di Illica si potevano rintracciare gli ingredienti principali per lo sviluppo totale della storia, ma non erano ancora stati approfonditi. Per cui, il primo passo è stato quello di mettere in ordine quello che avevo a disposizione e completare il soggetto. Poi, dopo vari momenti di confronto con il compositore Voris Sarris nei quali abbiamo deciso come la storia si sarebbe sviluppata, è arrivato per me il momento di scrivere e riscrivere. Ho lavorato in questo modo: utilizzando il più possibile i versi di Illica, ho integrato le parti mancanti, cercando di mantenere il carattere dell’opera. Laddove è stato possibile ho colmato i vuoti della trama recuperando delle sezioni del testo originale e spostandole dove meglio ho creduto, per far andare avanti la vicenda. In altri punti ho scritto dei pezzi nuovi, non cercando di copiare lo stile di Illica, ma traendo ispirazione dalla sua scrittura. Per me è molto importante che si senta che questo è un libretto scritto all’inizio del secolo scorso. Una volta terminata la prima stesura del libretto, Voris ha scritto la musica (ricordo che il libretto di Illica non è mai stato musicato prima: questa la genialità dell’operazione del Concorso di Composizione indetto dal Festival Illica). Dopo questo momento è arrivato quello della revisione: una fase fondamentale, in cui parola e musica, finalmente si trovano in un vero dialogo e l’opera lirica prende vita. […] La sfida più grande di questo viaggio tra le parole di Illica per me è stata quella di non dimenticare che le parole di un libretto diventeranno poi musica e azione scenica, convergendo nella messa in scena dell’opera lirica”.