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I brani classici più usati (e abusati) nei film
L’impronta indelebile della musica classica nel cinema: simboli iconici e connessioni emotive.
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Film come “L’attimo fuggente”, “Trappola di cristallo” e “Sister Act 2: Più svitata che mai” hanno qualcosa in comune: la presenza dell’”Ode alla Gioia” di Beethoven. I registi hanno sempre fatto affidamento sulla musica classica per le loro opere cinematografiche. Nonostante la ‘presunta’ caduta di popolarità della musica classica, è raro trovare un film moderno senza almeno un brano che potrebbe essere considerato “vecchio”.

Di conseguenza, con migliaia di registi che scavano negli archivi classici alla ricerca di materiale per le colonne sonore, alcuni brani finiscono per essere utilizzati un po’ più spesso. Ecco cinque dei brani classici più usati (abusati) nei film:

Richard Wagner – Cavalcata delle Valchirie

Fu composto nel 1851 e orchestrato nel 1856. Questo brano è diventato molto popolare e è ampiamente riconosciuto nella cultura popolare come simbolo dell’opera eroica e associato al tema della guerra. La sua melodia potente e coinvolgente ha reso La Cavalcata delle Valchirie un’icona della musica classica e viene spesso utilizzata come colonna sonora in film, spot pubblicitari e altre produzioni artistiche. La sua fama è stata amplificata anche dall’utilizzo nel film “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola.

Quintetto per archi op. 11, n. 5 in mi maggiore, G 275, è una composizione di Luigi Boccherini

Il quintetto per archi op. 11, n. 5 in mi maggiore di Luigi Boccherini è una composizione del 1771, pubblicata nel 1775. Questo quintetto è noto per il suo terzo movimento, il famoso minuetto, che spesso viene eseguito come brano autonomo, separato dal resto dell’opera originale. Il minuetto ha guadagnato una grande popolarità ed è diventato uno dei brani più riconoscibili e amati di Boccherini. La sua melodia graziosa e il suo ritmo incalzante lo rendono una scelta frequente nelle esecuzioni concertistiche e nelle registrazioni.

”Rapsodia ungherese n. 2″ di Liszt: tanto amato dai cartoni animati

La Rapsodia ungherese n. 2 di Franz Liszt è un brano molto celebre e apprezzato, noto per la sua virtuosità e il suo carattere giocoso. Dedicate al conte László Teleki, queste composizioni sono considerate tra le più riuscite di Liszt. La Rapsodia n. 2, in particolare, è famosa per la sua difficoltà tecnica, con trilli veloci, accordi rapidi e passaggi di grande virtuosismo che la rendono uno dei brani più impegnativi per pianoforte.

Grazie al suo stile vivace e brioso, la Rapsodia n. 2 ha trovato spazio anche nella cultura popolare. È stata utilizzata in pubblicità, spot e film, incluso il celebre cartone animato di Tom & Jerry intitolato “Jerry pianista” (The Cat Concerto), vincitore di un premio Oscar. Inoltre, una famosa scena del film “Chi ha incastrato Roger Rabbit” si accompagna proprio a questa rapsodia.

”Adagio in Sol minore” attribuito a Tomaso Albinoni/Remo Giozatto: spesso scelto per creare atmosfere tetre e intense.
L’Adagio in Sol minore, noto come Adagio di Albinoni, è una composizione attribuita a Tomaso Albinoni ma è in realtà un lavoro interamente originale di Remo Giazotto. Giazotto dichiarò di aver “ricostruito” l’Adagio basandosi su frammenti attribuiti ad Albinoni, ma successivamente è emerso che non esistono prove concrete dell’esistenza di tali frammenti. L’opera è stata catalogata come non autentica ed è considerata un lavoro originale di Giazotto.

”Suite orchestrale n. 3 – Aria sulla quarta corda” di Bach

Aria sulla quarta corda è un arrangiamento di August Wilhelmj del secondo movimento della Suite orchestrale n. 3 in re maggiore di Johann Sebastian Bach. Questo arrangiamento è caratterizzato dalla trasposizione della parte dei primi violini in modo che possa essere suonata sulla quarta corda del violino. È eseguita da un singolo violino anziché dall’intero gruppo dei primi violini. L’Aria sulla quarta corda di Bach ha ottenuto un grande successo nella musica barocca ed è diventata anche un classico rock grazie al riff dei Procol Harum nel brano “A Whiter Shade of Pale”. Inoltre, la versione degli Swingle Singers è stata utilizzata come sigla del programma televisivo “Quark” di Piero Angela.

L’Ode alla gioia o Inno alla gioia, scritta da Friedrich Schiller nel 1785, è diventata famosa in tutto il mondo grazie a Ludwig van Beethoven, che l’ha utilizzata come testo per il quarto movimento della sua Nona Sinfonia.

Il video di un suggestivo flashmob ci mostra l’immortalità dell’Inno alla gioia di Beethoven, ricordandoci quanto la musica possa essere un’esperienza edificante e collettiva. Le splendide immagini sono ambientate nella città tedesca di Norimberga.

Nel 2001 spartito e testo sono stati dichiarati dall’Unesco Memoria del mondo.

 

Nel film “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick, durante la scena della “cura Ludovico”, Kubrick utilizza ancora una volta la Nona Sinfonia di Beethoven. Tuttavia, questa volta la scelta cade sul quarto movimento, l’Inno alla Gioia, che viene arrangiato con sintetizzatori da Wendy Carlos. Nonostante il titolo inappropriato, questa scelta crea un forte sarcasmo, in quanto Beethoven, un simbolo di nobiltà e bellezza artistica, viene sovrapposto alle immagini di violenza insostenibile.

La musica classica, con la sua presenza costante nel cinema, rappresenta un testimone dell’impatto indelebile che ha sulla cultura e sull’immaginario collettivo. Nonostante le supposizioni di un presunto “declino” di popolarità, la musica classica rimane una scelta artistica di grande pregio per arricchire le esperienze cinematografiche. Questi brani iconici si sono trasformati in veri e propri simboli riconoscibili, capaci di evocare emozioni profonde e amplificare la narrazione dei film. Ci ricordano che la musica classica è un patrimonio culturale universale che unisce le persone e suscita una vasta gamma di reazioni emotive. La sua presenza nei film rappresenta una testimonianza tangibile del suo impatto duraturo e della sua capacità di comunicare senza barriere linguistiche.

C’è dell’altro

Chi pensa che la musica classica sia confinata al passato, potrebbe rimanere sorpreso nel scoprire quanto sia presente nella musica contemporanea.

La musica classica continua a influenzare la musica pop contemporanea, creando connessioni sorprendenti e rielaborazioni creative. Numerosi brani pop sono stati ispirati direttamente dal repertorio classico. Ad esempio, celebri canzoni come “Can’t Help Falling in Love” di Elvis Presley, “A Whiter Shade of Pale” dei Procol Harum e “Could It Be Magic” di Barry Manilow hanno tratto ispirazione da melodie e arrangiamenti classici. Questi esempi dimostrano come la musica classica sia ancora viva e influente nel panorama musicale contemporaneo.

Anche artisti italiani hanno trovato ispirazione nella musica classica per creare successi pop indimenticabili. Fabrizio De André, Le Orme, New Trolls, Ivan Graziani e Lucio Dalla sono solo alcuni dei musicisti italiani che hanno utilizzato melodie e temi classici nelle loro canzoni, trasformandoli in opere uniche e coinvolgenti.

Dunque, la musica classica continua a svolgere un ruolo importante nell’industria cinematografica e a ispirare la creazione di nuove opere musicali. La sua influenza e la sua capacità di evocare emozioni sono universalmente riconosciute, dimostrando che la classica è un patrimonio culturale intramontabile che si rinnova costantemente e continua a suscitare fascino in ogni contesto artistico.

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