Il violino affascina e ispira i musicisti quando guidano l’arco sulle corde, e incanta il pubblico con il suo magico suono.
Tra i violini più pregiati al mondo ci sono quelli costruiti dai celeberrimi liutai cremonesi Antonio Stradivari (Cremona 1644 – 1737) e Giuseppe Guarneri del Gesù (Cremona 1698 – 1744).
Tra questi, ecco l’elenco dei dieci strumenti più costosi e ricercati:

Lo Stradivari Molitor – 2.7 milioni di euro
Lo Stradivari Molitor è un antico violino realizzato da Antonio Stradivari nel 1697, all’inizio del cosiddetto ‘periodo d’oro’ del maestro cremonese. Reca l’etichetta “Antonius Stradivarius Cremonensis / Faciebat Anno 1697”.
Si pensa sia appartenuto a Napoleone, e deve il suo nome al generale francese Conte Gabriel-Jean-Joseph Molitor, nella cui famiglia rimase fino alla Prima Guerra Mondiale. Ha cambiato diversi proprietari, e battuto all’asta nel 2010, ha raggiunto la somma record di 2.7 milioni di euro, allora la cifra più alta mai pagata per uno strumento musicale.
Per la romanzesca storia di questo strumento, vedi il nostro approfondimento: la-straordinaria-storia-di-un-antico-violino-lo-stradivari-molitor
Lo Stradivari Ex-Szigeti – 4.3 milioni di euro
Il violino Stradivari ‘ex Szigeti’ risale al 1724. Deve il nome al famoso violinista ungherese Joseph Szigeti (Budapest 1892 – Lucerna 1973), che lo possedette fino al 1940. È conosciuto anche come ‘Ludwig’, dal nome del primo proprietario noto, Joseph Ludwig. Il violino reca l’etichetta originale “Antonius Stradivarius Cremonensis faciebat Anno 1724”. Dal 1989 è di proprietà della L-Bank Baden Württemberg ed è data in prestito a giovani musicisti con una carriera in avviamento. Il valore è di circa 4,3 milioni di euro.
Lo Stradivari ‘Delfino’ – 4. 3 milioni di euro
Anche lo Stradivari ‘Delfino’ del 1714 fa parte della lista dei violini più pregiati del mondo. È stimato in circa 4 milioni di euro ed è attualmente di proprietà della Nippon Music Foundation, che lo ha acquistato nel 2000. Fino al 2019 è stato suonato dalla violinista Akiko Suwanei. Tra i proprietari più famosi, il celebre violinista Jascha Heifetz (Vilnius 1901 – Los Angeles 1987), che ne entrò in possesso nel 1950.
Il nome con il quale è noto ancora oggi, gli fu dato da George Hart, commerciante di violini a Londra, che possedeva il prezioso strumento sul finire degli anni 1860. Il dorso del violino, con la sua forma particolare e i suoi colori luccicanti e mutevoli gli ricordavano un delfino, e da allora è sempre stato chiamato ‘Stradivari Dolphin’.
Lo Stradivari La Pucelle – 4.3 milioni di euro
Un altro preziosissimo violino uscito dalle mani di Antonio Stradivari è lo strumento noto come ‘La Pucelle’ (‘Vergine’, ‘Maiden’) del 1709, anche questo del valore di circa 4 milioni di euro.
Deve il nome al celebre liutaio e mercante francese Jean-Baptiste Vuillaume (Mirecourt 1798 – Parigi 1875), uno dei migliori e più influenti costruttori di strumenti dell’Ottocento. Nato in una famiglia di liutai, dalla sua bottega parigina rinomata in tutta Europa uscirono più di 3.000 strumenti. Quando attorno alla metà del secolo esaminò il prezioso violino, smontandolo per analizzarlo e per verificare l’eventuale necessità di interventi di manutenzione, si accorse con stupore che lo strumento era completamente integro anche nelle parti interne, con la catena, l’anima e tutti gli elementi costruttivi intatti, così come era uscito dal laboratorio di Stradivari. Entusiasta della scoperta esclamò, “C’e come une pucelle!”, (“È come una vergine”!), e da allora questo è sempre stato il nome del violino. A sottolinearne l’integrità, Vuillaume lavorò la cordiera dello strumento intagliandovi l’immagine di Giovanna d’Arco, la vergine guerriera conosciuta come ‘La Pucelle d’Orléans’.
Il violino ha cambiato molti proprietari, fra cui la stravagante ereditiera americana Huguette Clark (1906 – 2011), che lo ebbe in dono dalla madre Anna in occasione del suo cinquantesimo compleanno nel giugno del 1956. La Clark vendette il violino nel 2001 con una clausola contrattuale che obbligava l’acquirente a tenere celata l’identità del venditore per un periodo di dieci anni. Attualmente ‘La Pucelle’ appartiene al collezionista, violinista, informatico e imprenditore statunitense David L. Fulton, che lo definisce uno degli oggetti più belli della sua collezione e lo considera il miglior Stradivari degli Stati Uniti in mano privata. Fulton possiede una straordinaria collezione di strumenti cremonesi antichi (Stradivari, Guarneri del Gesù, Amati, Gasparo da Salò e altri) e ha prodotto diversi premiati documentari sui violini e la musica. (Interessanti notizie su David Fulton, la sua collezione e il violino La Pucelle nell’articolo del Seattle Times, vedi archive.seattletimes.com
Il Guarneri ‘Lord Wilton’ – 4,3 milioni di euro
Vale oltre 4 milioni di euro anche il ‘Lord Wilton’, un violino costruito sempre a Cremona da Guarneri del Gesù nel 1742. Prende il nome da Seymore Egerton, IV conte di Wilton, al quale l’antico violino appartenne nella seconda metà dell’800. Lord Wilton, sodale e amico del compositore Arthur Sullivan, venne da questi definito come il miglior violinista non professionista di tutta l’Inghilterra.
Lo strumento nei diversi cambi di proprietà arrivò anche nelle mani di alcuni noti artisti, tra cui la poetessa e violinista Lady Leonora Speyer (1872 – 1956), il cui marito Sir Edgar l’acquistò nel 1902, il violinista croato Zlatko Balokovic (1895 – 1965), che lo suonò e l’ebbe per una decina d’anni a partire dal 1952, e infine il celebre Yehudi Menuhin, a cui il prezioso violino appartenne dal 1978 al 1999.
Il ‘Lord Wilton’ è stato acquistato nel 2019 dal noto collezionista David L. Fulton (vedi sopra) per 6 milioni di dollari.
Il Guarneri ‘Mary Portman’ – 7.3 milioni di euro
Ancora un Guarneri del Gesu, il violino noto come ‘Mary Portman’, realizzato nel 1735. Appartenuto ad uno dei più grandi violinisti della storia, Fritz Kreisler (Vienna 1875 – New York 1962), lo strumento è tuttavia indicato con il nome di Mary Portman, intraprendente aristocratica inglese, musicista e tra le prime donne automobiliste.
Mary Isabel Portman (Londra 1877 – Montreux 1931), pur non perseguendo la carriera professionale, era un ottima violinista e nell’arco della sua vita possedette tre preziosissimi strumenti.
A Londra aveva studiato con August Wilhelmj (1845 – 1908), violinista di gran fama che si era esibito in tutte le maggiori città europee ed aveva effettuato tournée di grande successo in Nord e Sudamerica, Asia e Australia negli anni 1878 – 1882. Wilhelmj era stato anche chiamato da Wagner a Bayreuth come primo violino e maestro concertatore per gli allestimenti del 1875.
La nobildonna inglese si trasferì a Berlino per completare la sua formazione nel 1908, e si congedò dal suo maestro donandogli uno dei tre preziosi violini che le appartennero nel corso degli anni, uno Stradivari del 1722 regalatole per il 21. compleanno.
Gli altri due strumenti erano entrambi dei Guarneri del Gesù, l’uno datato 1738, precedentemente appartenuto al virtuoso norvegese Ole Bull, e l’altro del 1735, proveniente dai beni di Fritz Kreisler, poi noto appunto come ‘Mary Portman’. Quest’ultimo strumento arrivò per lascito testamentario alla pianista Amy Hare, amica di lunga data della Portman, e appartiene oggi alla fondazione dei collezionisti e filantropi Clement e Karen Arrison di Buffalo. Tramite la Stradivari Society di Chicago, il prezioso Guarneri del Gesù è concesso in uso al violinista spagnolo Francisco Fullana.
Il Guarneri Ex-Kochanski – 7.3 milioni di euro
Questo violino è considerato uno dei migliori Guarneri del Gesù – risale all’ultimo e qualitativamente elevatissimo periodo di attività del maestro cremonese, 1740 -1744.
Il nome che identifica lo strumento deriva dal virtuoso polacco Paul Kochanski (1887 – 1934). Nato a Odessa, si stabilì definitivamente a New York nel 1924. Conobbe Arthur Rubinstein e dal 1907 iniziarono a suonare insieme; ebbe una intensa collaborazione artistica con il compositore Karol Szymanowski, e molti altri compositori gli dedicarono o scrissero pezzi appositamente per lui, tra cui Bax, Glazunov, Prokofiev, Stravinskij.
Kochanski comprò il violino a cui avrebbe poi dato il nome nel 1927 e lo suonò per tutta la vita. Nel 1958 lo strumento venne acquistato da un altro celebre artista, il violinista americano Aaron Rosand (1927 – 2019), che lo ebbe per una cinquantina d’anni. Grazie ai numerosi concerti e alle molte registrazioni effettuate da Rosand, il particolare suono di questo violino è ben conosciuto e molto apprezzato.
Lo strumento, ora chiamato anche Guarneri ‘Ex Rosand’, nel 2009 è stato venduto a un non meglio identificato miliardario russo per circa 7,3 milioni di euro.
Lo Stradivari Lady Blunt – 11.6 milioni di euro
Il Lady Blunt è un violino costruito da Antonio Stradivari nel 1721. Deve il nome a una delle prime proprietarie, Lady Anne Blunt, figlia della matematica Ada Lovelace e nipote di Lord Byron. Con il cosiddetto ‘Messia’ è tra i violini meglio conservati di Stradivari poiché come quest’ultimo, per buona parte della sua esistenza è stato in mano a collezionisti ed è stato suonato pochissimo.
La storia tracciabile dello strumento inizia a metà Ottocento con Jean-Baptiste Vuillaume, il famoso liutaio e commerciante parigino, che sembra lo abbia acquistato in Spagna nel 1860. Vuillaume realizzò la cordiera e i piroli intarsiati ancora conservati, e quattro anni più tardi cedette il violino a Lady Anne Blunt per 260 sterline d’argento.
Lady Anne Blunt (1837 – 1917) 15ª Baronessa Wentworth, è una figura rimarchevole: viaggiatrice, valente cavallerizza, artista dotata che aveva studiato pittura con John Ruskin, e violinista provetta tanto da essere stata allieva del grande Joseph Joachim. Parlava correntemente francese, tedesco, italiano, spagnolo e arabo, viaggiò estensivamente in Medio Oriente e fu la prima donna europea ad attraversare il deserto della penisola arabica. Assieme al marito Wilfrid Scawen Blunt fondò la scuderia Crabbet Arabian Stud, dalla quale a tutt’oggi discendono la maggior parte dei cavalli purosangue.
Lady Anne acquisto il violino che ancora porta il suo nome su suggerimento del suo insegnante Leopold Jansa (1795 – 1875) e lo custodì gelosamente per trent’anni prima di venderlo nel 1895 al commerciante tedesco Edler.
In seguito lo strumento ha cambiato molti proprietari, principalmente collezionisti, passando ripetutamente per la ditta londinese Hill. Il ‘Lady Blunt’ ha stabilito diversi record di vendita nelle aste di strumenti musicali: nel 1971 Sotheby’s lo vendette per l’allora cifra record di 84.000 sterline, mentre nel 2008 totalizzò oltre 10 milioni di dollari in una transazione privata. Ad acquistarlo, la Nippon Music Foundation, che a sua volta lo mise all’asta nel 2011 tramite la Tarisio Auctions, allo scopo di raccogliere fondi in favore delle vittime del terremoto e dello tsunami che colpirono il Giappone in quell’anno, stabilendo un nuovo record di vendita con 9,8 milioni di sterline. Il ‘Lady Blunt’
è così il terzo violino più costoso al mondo, dopo il Guarneri Vieuxtemps e lo Stradivari Messia (v. oltre). L’attuale proprietario è ignoto.
Uno dei pochi violinisti che ha avuto occasione di suonare questo magnifico strumento è Yehudi Menuhin, chiamato a metterne in luce le qualità sonore in occasione dell’asta Sotheby’s del 1971. (https://youtu.be/zRNS_ebpi7o)
Il Guarneri Vieuxtemps – oltre 11.6 milioni di euro
Il Guarneri ‘Vieuxtemps’, attualmente il secondo violino più costoso al mondo, è opera di Giuseppe Guarneri del Gesù ed è datato 1741. Appartiene perciò all’ultimo periodo di attività del celebre liutaio cremonese, periodo al quale risalgono i suoi migliori strumenti.
Trae il nome dal grande violinista e compositore belga Henri Vieuxtemps (Verviers 1820 – Algeri 1881), che lo ebbe per una ventina d’anni, dal 1860 circa fino alla morte. Vieuxtemps era così legato allo strumento che lo volle al suo funerale, e infatti il suo allievo Eugene Ysaÿe, destinato a sua volta alla celebrità, sfilò nel gruppo di testa del corteo funebre portando l’amato violino.
Eugene Ysaÿe (Liegi 1858 – Bruxelles 1931), violinista e compositore, noto per il suono poderoso e originale e per il suo magistrale ‘rubato’, è stato il dedicatario di molti lavori dei più eminenti compositori del tempo, tra loro Claude Debussy, Camille Saint-Saëns, César Franck ed Ernest Chausson. Per un breve periodo ebbe in prestito il Guarneri del suo maestro, ma sfortunatamente non poté acquistarlo. Alcuni anni più tardi ne entrò in possesso il violinista britannico Philip Newman (Manchester 1904 – Maiorca 1966), l’artista che aveva suonato per Ysaÿe sul letto di morte.
Successivamente il pregevole violino venne acquistato dal banchiere, musicista e filantropo britannico Sir Ian Isaac Stoutzker, nella cui custodia rimase per un cinquantennio. Amico di Yehudi Menuhin, gli mise a disposizione lo strumento per alcuni concerti. In una lettera il celebre musicista gli scrisse “Se dovessi salvare un solo violino da un incendio, piuttosto che prendere il mio Stradivari, mi precipiterei a recuperare il Vieuxtemps”.
Nel 2013 il mirabile strumento è stato venduto ad un acquirente anonimo per una cifra ignota, ma comunque superiore alla somma pagata per il ‘Lady Blunt’, stabilendo così un nuovo record.
L’anonimo mecenate ha concesso lo strumento in uso esclusivo a vita alla violinista americana Anne Akiko Meyers, che dell’incomparabile violino dice “è come sentire il cielo e la terra insieme”.
Lo Stradivari ‘Messia’ – inestimabile
Il ‘Messia’ (noto anche come Stradivari Messia-Salabue), da molti considerato il violino di maggior valore al mondo, è stato costruito nel 1716 da Antonio Stradivari, e appartiene al cosiddetto periodo d’oro (1700-1725) del liutaio cremonese. Con il ‘Lady Blunt’ è uno dei violini meglio preservati di Stradivari, giunto a noi in condizioni perfette, quasi fosse appena uscito dalla bottega del Maestro. L’ottima conservazione è dovuta principalmente al fatto che il violino nei tre secoli della sua esistenza è stato trattato come violino da collezione, e suonato solo in occasioni rarissime.
Alla morte di Antonio Stradivari nel 1737, il violino si trovava ancora nella bottega. Passò ai figli, per essere poi acquistato intorno al 1775 dal conte Ignazio Alessandro Cozio di Salabue assieme ad altri nove strumenti e a tutti gli attrezzi di lavoro, entrando a far parte della sua ricca collezione nel Castello di Casale Monferrato.
Il conte di Salabue (1755 – 1840), primo grande intenditore e collezionista di strumenti di cui abbiamo notizia
annotò nei suoi scritti il testo dell’etichetta e le caratteristiche dello strumento: intatto, con un bellissimo suono, rotondo ma forte, lavorato con estrema perizia in ogni dettaglio. Nel 1827 vendette il violino, insieme ad altri pezzi della sua collezione, a Luigi Tarisio (1796 – 1854), ebanista e restauratore novarese, divenuto commerciante e collezionista di strumenti e noto anche con il nomignolo di ‘cacciatore di violini”.
Tarisio era in effetti costantemente alla ricerca di strumenti, per venderli a Parigi o a Londra. E proprio a Parigi ci fu lo scambio di battute che diede il nome al violino: Tarisio era solito magnificare un suo particolare strumento, uno Stradivari intatto che però custodiva gelosamente e non mostrava mai, un violino che a suo dire era possibile “ammirare solo in ginocchio’, tanto era perfetto. Trovandosi a parlarne nella bottega del più importante liutaio di Parigi, Jean Baptiste Vuillaume, era presente anche il genero di questi, il grande violinista Jean-Delphin Alard, che ad un certo punto l’apostrofò, “Ma insomma, Monsieur Tarisio, il vostro violino è come il Messia degli Ebrei, lo si aspetta sempre ma non appare mai”. Da allora il violino è sempre stato chiamato il ‘Messia’.
Alla morte di Tarisio nel 1854, Vuillaume partì per l’Italia alla ricerca dei suoi strumenti, e riuscì a trovare i più preziosi tra questi, compreso il ‘Messia’ nel piccolo centro di Fontaneto d’Agogna in provincia di Novara, paese d’origine del commerciante. Li acquistò insieme ad un cospicuo numero di altri pezzi rinvenuti nella modesta abitazione di Tarisio a Milano, facendo il più colossale affare della sua vita. Vuillaume però non vendette mai il ‘Messia’, né permise ad alcuno di suonarlo. Lo strumento passò in eredità alle figlie e al genero violinista Alard, e dopo vari passaggi di proprietà venne acquistato da Hill & Sons di Londra, famosi liutai, collezionisti e commercianti di strumenti ad arco.
Nel 1939 viene da loro donato all’Ashmolean Museum di Oxford, affinché sia conservato come “modello dal quale i futuri liutai possano imparare”. La clausola di conservazione richiede che lo strumento non venga mai suonato e che non esca dal Museo. E così il ‘Messia’, il più prezioso violino al mondo, continua ineffabilmente a tacere.
