La Fondazione del Maggio Fiorentino comunica in un nota “che è necessario rimodulare il piano prove del Coro e dell’Orchestra del Maggio per l’opera “Don Carlo” e ciò rende purtroppo impossibile l’esecuzione dell’ “Oratorio di Natale” previsto il 22 dicembre prossimo.” Il concerto è perciò spostato al prossimo anno, sempre nel periodo natalizio. * È dedicato all’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach, uno dei più famosi e amati capolavori della musica sacra, il Concerto di Natale proposto dal Maggio Musicale Fiorentino giovedì 22 dicembre 2022 (ore 20) all’Auditorium del Teatro del Maggio, nell’ambito del nuovo Festival d’autunno. Sul podio delle compagini fiorentine salirà Diego Fasolis, direttore che è tra i massimi esperti della prassi esecutiva barocca, riconosciuto in tutto il mondo come interprete di riferimento per la musica storicamente informata. Ad affiancarlo, un cast internazionale formato da quattro autorevoli cantanti, specialisti del repertorio sei-settecentesco, cui sono affidate le parti soliste del capolavoro bachiano, il soprano olandese Lenneke Ruiten, il mezzosoprano Lucia Cirillo, Juan Francisco Gatell, tenore argentino, e il baritono austriaco Georg Nigl; maestro del Coro è Lorenzo Fratini. L’Oratorio di Natale o Weihnachtsoratorium BWV 248 è una delle più celebri e più eseguite opere sacre di Johann Sebastian Bach, composta nel 1734 a Lipsia, dove Bach era Kantor ormai da oltre dieci anni. Scritto per la liturgia natalizia, l’Oratorio è formato da un ciclo di sei cantate, una per ciascuna delle sei solennità liturgiche del Tempo di Natale: le prime tre, evocanti la nascita del Messia, sono destinate ai giorni di Natale, S. Stefano e S. Giovanni Evangelista (27 dicembre), la quarta, che ha per argomento la circoncisione e nominazione, al 1° dell’anno, la quinta, che ricorda la tremenda persecuzione di Erode, alla domenica successiva, infine la sesta, narrante l’arrivo dei Re Magi nella grotta di Betlemme, all’Epifania. La sequenza narrativa del monumentale lavoro di Bach segue quella biblica, nella prime quattro cantate basata sul Vangelo di Luca (2, 1-21), e nelle ultime due su quello di Matteo (2, 1-12). Con il grandioso affresco sacro dedicato al Natale, Bach intraprese un nuovo e straordinario percorso espressivo. L’Oratorio rappresenta “la forma musicale che in ambito sacro costituiva allora l’esatto corrispondente del melodramma: in esso infatti – pur mancando l’elemento strettamente visivo-rappresentativo, proibito in chiesa – si alternavano introduzioni strumentali, Cori, Recitativi accompagnati, numeri solistici e pezzi d’assieme, tra loro collegati dal Recitativo del narratore, come in una vera e propria rappresentazione musicale di una storia sacra. Bach aveva già affrontato questa forma nelle tre grandi Passioni (una delle quali perduta), ma per l’Oratorium Tempore Nativitatis Christi BWV 248 (Oratorio di Natale) egli concepì la più ambiziosa, imponente e complessa architettura musicale di tutta la sua produzione.” (Bruno Gandolfi) * (Diego Fasolis, photocredit ©Alessia Santambrogio)