Luigi Illica (Castell’Arquato 1857-1919) è stato uno dei più illustri librettisti italiani, celebre per il sodalizio artistico con i più importanti compositori lirici del suo tempo, primi fra tutti Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Umberto Giordano: per loro, spesso in coppia con Giacosa, scrisse i libretti di opere entrate di diritto della storia del melodramma, quali Bohème, Tosca, Madama Butterfly, Andrea Chénier e molte altre. Autore di successo nel teatro di prosa, poeta e giornalista Luigi Illica è stato un intellettuale cosmopolita, aperto alle tendenze artistiche e culturali più aggiornate della sua epoca. Per celebrarne la figura, a Castell’Arquato, splendido paese natio dell’artista, ogni estate si svolge il Festival Illica, una fitta settimana di eventi musicali che colorano di note i luoghi più suggestivi di questo borgo medievale “tra i più belli d’Italia” e “città d’arte” che domina la Val d’Arda con l’iconica Rocca Viscontea. Giunto alla decima edizione, il Festival Illica quest’ anno va in scena dal 4 all’ 8 luglio 2023 con un ricco cartellone di opere, concerti e approfondimenti curato dal direttore artistico Jacopo Brusa. Tra gli appuntamenti di maggior richiamo del Festival Illica 2023 la rappresentazione in forma scenica del dramma lirico Nozze Istriane di Antonio Smareglia su libretto di Luigi Illica. Andata in scena per la prima volta nel marzo 1895 al Teatro Comunale di Trieste, il titolo ebbe ampio successo internazionale ma fu poi quasi dimenticato, ed è oggi una vera rarità, non più rappresentata in Italia dal 1999. Un evento da non perdere dunque, la messinscena delle Nozze Istriane in programma venerdì 7 luglio 2023 (ore 21.30) nella Piazza Monumentale di Castell’Arquato: sul podio dell’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini salirà il direttore artistico del Festival Illica, Jacopo Brusa; la regia è firmata dal giovane Davide Marranchelli, le scene e costumi sono di Anna Bonomelli. Protagonisti sul palco saranno Sarah Tisba (Marussa) Graziano Dallavalle (Menico) Filippo Polinelli (Biagio) Giuseppe Infantino (Lorenzo) Francesco Samuele Venuti ( Nicola) Giovanna Lanza (Luze), mentre il Coro del Festival Illica è istruito da Riccardo Bianchi. Spiega Jacopo Brusa: “Fin dalla mia nomina a Direttore Artistico del Festival, ho avuto ben presente l’obiettivo che mi sono prefissato: valorizzare i lavori di Luigi Illica meno conosciuti come le Nozze Istriane. La presenza di questo lavoro illichiano ci permette, inoltre, di far scoprire al pubblico una composizione musicale assolutamente unica di un compositore ammirato perfino dal grande Johannes Brahms, l’istriano Antonio Smareglia, compositore “ribelle” dallo stile molto peculiare che attinge sia dal mondo italiano che da quello tedesco post romantico”. Accanto all’Illica ‘fantascientifico’ de Il 3001, l’altro importante lavoro in cartellone nel Festival di quest’anno – prosegue Brusa – approfondiremo l’Illica ‘realista’ delle Nozze istriane, libretto che è considerato la ‘Cavalleria Rusticana di Illica’. Certamente i tempi “realistici” della narrazione e il finale drammatico in cui il rivale in amore viene ucciso per gelosia ricordano la novella di Verga, tuttavia Illica fa scaturire il dramma dell’epilogo non da una visione quasi “romantica” legata alle dinamiche del tradimento fine a sé stesso, bensì da una pratica vera e reale molto diffusa che è, ahinoi, ancora tristemente attuale: il matrimonio combinato. Oltre alla qualità del libretto, di notevole impatto è la scrittura musicale. Smareglia tratta l’orchestra in maniera molto raffinata e per nulla banale, dando a volte più risalto a quest’ultima che al canto. Come in Brahms (suo grande estimatore) e, ovviamente in Wagner, il canto è molte volte quasi declamato e senza alcun impatto melodico, quasi come se fosse un ulteriore “strumento” che si inserisce nella trama orchestrale dove l’afflato melodico è affidato ad altri (violini, corni, violoncelli, etc.). Ma Smareglia è anche italiano e, infatti, sono ben riconoscibili i grandi slanci melodici affidati al canto come nel duetto “d’amore” tra Lorenzo e Marussa, o come nello “stornello” d’ingresso del tenore (Mascagni la chiamerebbe “Siciliana”…). Il compositore istriano è tuttora considerato “portatore di sfortuna” quando viene citato in ambiente teatrale. Questa “fama” gli deriva molto semplicemente dal fatto che ebbe una relazione con la moglie di Tito Ricordi (uno degli “influencer” più potenti dell’epoca!), il quale fece di tutto per togliere credito all’amante della moglie.
Tale vicenda, mi ha dato ancora più stimolo per proporre quest’opera al prossimo Festival Illica e per dare un contributo alla riscoperta e alla valorizzazione di un compositore ingiustamente dimenticato.”
Il giovane regista Davide Marranchelli spiega così la sua lettura di questa interessante opera: “Nozze istriane racconta una vicenda che purtroppo conosciamo bene, una storia che spesso leggiamo sui giornali, già raccontata in opere più famose di questa. Una storia di violenza legata all’amore, o meglio dire legata all’orgoglio maschile. Una storia tanto uguale a sé stessa da assomigliare ad un rito pagano che si celebra in ogni parte del mondo, in modalità diverse. Nozze istriane avrà una forma ciclica, a raccontare una forma mentis, uno stereotipo che vuole il maschio mai debole, una vicenda che ogni volta ricomincia da capo. A farne le spese le spose, le mamme, le donne, ma anche i ragazzi, vittime anche loro del personaggio che devono rappresentare. Il genio di Illica si vede anche in quest’opera, che non rappresenta certo una delle sue più rappresentate: ad una vicenda di per sé profondamente tragica aggiunge un sorriso, quell’ironia che a volte è l’unico modo per affrontare temi e misteri più grandi di noi. Sarà meraviglioso affrontare le parole di Illica proprio nel suo paese, senza dimenticare una partitura, come quella di Smareglia, che sicuramente avrebbe meritato più fortuna e che, grazie al Festival, spero possa trovare uno spazio tra le grandi opere italiane.”