Taglia il traguardo della XXV edizione il Barocco Festival Leonardo Leo, rassegna dedicata allo straordinario patrimonio di musica antica e intitolata al grande compositore, nato a San Vito dei Normanni nel 1694 e presto diventato un esponente di spicco della Scuola napoletana del XVIII secolo. Il Barocco Festival è curato dal Centro studi e documentazione Leonardo Leo e diretto dal M° Cosimo Prontera, che riassume gli obiettivi che hanno portato alla nascita della rassegna: “ridare voce alla musica leana, costituire un fondo bibliografico musicale, creare opinione attorno alla figura del ‘maestro napolitano’, ritrovandosi sotto la bandiera della musica d’arte e non dell’intrattenimento.” Obiettivi raggiunti e rinnovati dall’attuale edizione del Barocco Festival Leonardo Leo, che celebra il genio e il cuore della musica antica con 13 appuntamenti itineranti, in scena dal 21 agosto al 1 ottobre 2022 nei luoghi più suggestivi di San Vito dei Normanni, Brindisi e Lecce. Il sipario del 25° Barocco Festival si alza domenica 21 agosto nella città natale del compositore, con il concerto Viceré e Dogi: al Chiostro dei Domenicani di San Vito dei Normanni il soprano tedesco Simone Kermes – diva della musica barocca – e l’ Amici Veneziani Ensemble celebrano la grande epopea del mecenatismo che in epoca barocca esprimeva il suo potere attraverso la promozione di eventi grandiosi e la rappresentazione di musiche particolarmente celebrative. Le corti rivaleggiavano le une con le altre nell’ingaggiare i migliori architetti, pittori e musicisti, chiamati a costruire e ad abbellire splendidi edifici e meravigliose scenografie. Le opere dovevano essere ispirate a temi d’amore, guerra e onore, nelle quali il mecenate partecipava attivamente seguendo ogni allestimento. A introdurre la serata inaugurale del Festival 2022, Dario Romano. Mercoledì 24 agosto la rassegna si sposta a Brindisi, nel Chiostro del Palazzo Vescovile, con l’opera L’Orfeo di Luigi Rossi presentata dall’ensemble Allabastrina, progetto vincitore del prestigioso Premio Abbiati e tra i più premiati dello scorso anno. Spiega la nota al programma “Oggi, almeno in Italia, Rossi (1597 ca. – 1653) – pugliese nato a Torremaggiore – è poco “frequentato” e la sua discografia è pressoché affidata a esecutori stranieri: “L’Orfeo” fu rappresentato per la prima volta nel 1647 a Parigi davanti a un Luigi XIV bambino. Per manifestare i loro sentimenti, i personaggi non fanno che ricordare e citare “canzoni”, così che “L’Orfeo” diventa un vero e proprio musical del Seicento. Sorprende quanto Rossini ci sia già in Rossi con snodi drammatici e colpi di scena.” Si ritorna a San Vito dei Normanni (Via San Giovanni) domenica 28 agosto per un evento di punta del Festival, la rappresentazione scenica di Zenobia in Palmira, opera in tre atti di Leonardo Leo su libretto di Apostolo Zeno. Rappresentata per la prima volta il 13 maggio 1725 nel Teatro San Bartolomeo di Napoli, Zenobia in Palmira segna l’avvio di un rinnovamento stilistico del compositore, dagli stilemi tardo barocchi verso la strada del rinnovamento galante. Ad eseguirla, l’orchestra barocca “La Confraternita de’ Musici” diretta al cembalo da Cosimo Prontera, con un cast di apprezzati solisti (Zenobia, Reut Ventorero, Farnace, Joan Francesc Folqué Giménez, Odenato, Antonella Carpenito, Aspasia, Valeria La Grotta, Decio, Lucia Conte); regia, scene e costumi sono firmati da Antonio Smaldone. Il Barocco Festival martedì 30 agosto torna a Brindisi, per la prima volta al Parco Cillarese, dove l’ensemble siciliano Les elements presenta Orpheus Britannicus, un programma che trae il titolo dall’appellativo di Henry Purcell, il maggior compositore del barocco inglese. Un omaggio al “romantico tra i puritani”, autore di numerose composizioni destinate ai concerti, alla chiesa, al teatro e alla corte, capace di inserire nella sua musica aspetti dei due gusti europei dominanti in età barocca, quello italiano e quello francese, riuscendo tuttavia a conservare una profonda anima britsnnica, fatta di elementi melanconici e popolari. Fu il primo musicista ad essere sepolto nell’abbazia di Westminster. «Ciò che hai ereditato dai padri – scriveva Johann Wolfgang Goethe – conquistalo per possederlo». Così, la musica del Festival ricuce la storia dei luoghi nei quali è rappresentata: la rassegna approda nel porto vecchio di Brindisi (zona Sciabiche, porta Thaon De Revel), mercoledì 31 agosto per continuare il viaggio con una performance che ibirda generi ed epoche Improvvisando. Commingling 3. Protagonisti il flicorno e la tromba di Luca Aquino – uno dei più interessanti interpreti del jazz nazionale e internazionale -, la fisarmonica di Natalino Marchetti e il flauto barocco di Eugenio Mirra. Al centro del concerto, la commistione tra musica barocca, elettronica e jazz, scaturita dalla pratica dell’improvvisazione. Conduce la serata il giornalista Antonio Celeste. Domenica 4 settembre il complesso rupestre delle Grotte di San Biagio in Contrada Iannuzzo si fa suggestivo scenario del concerto El siglo de oro con l’ensemble partenopeo Ai vis lo Lop. Un percorso musicale a metà tra Italia e Spagna che accompagna il pubblico nel cuore del secolo d’oro della dominazione spagnola. Un programma brillante e virtuosistico che illustra lo sviluppo espressivo della monodia e la nascita di un linguaggio “pensato” per gli strumenti, che a partire dal Cinquecento, con l’introduzione di intricati virtuosismi sviluppano un loro idioma dando vita a forme come la Sonata o “Canzone da sonar”. Il l Barocco Festival 2022 prosegue mercoledì 7 settembre nel Chiostro di San Paolo Eremita a Brindisi: ospite l’ensemble veneto Les Nations con il concerto Dalla prima alla seconda prattica, dedicato appunto a quel momento di passaggio dall’uno all’altro stile, avviato dalla Camerata de’Bardi e portato a compimento da Claudio Monteverdi all’inizio del Seicento. La musica si fa veicolo espressivo al servizio di un affetto immediatamente recepibile, con un crescente interesse per i. moti dell’anima e per la poesia. Il programma rende omaggio al compositore cremonese attraverso un organico particolare: alcuni dei suoi bellissimi duetti, sacri e profani, saranno eseguiti da un soprano e un cornetto al posto della seconda voce. Il Festival supera i confini provinciali e venerdì 9 settembre, approda a Lecce nella Chiesa di Sant’Anna con il concerto Sulla strada da Napoli a Vienna del trio romano Séikilos. Intensi furono i rapporti culturali che unirono nel Settecento Napoli e Vienna, entrambe capitali di regni, poste culturalmente a confronto. Un vivace intreccio di scambi letterari e pittorici, oltre che teatrali e musicali, legò Napoli all’Austria raggiungendo l’apice nel periodo di Maria Carolina, regina di Napoli e figlia di Maria Teresa. Protagonista del programma il clarinetto barocco, proposto sui palcoscenici d’Europa dalle operose botteghe napoletane, che Vivaldi e Telemann conoscevano bene e utilizzarono in diversi lavori. Domenica 11 settembre la rassegna fa tappa a Mesagne nella Chiesa Matrice, con il concerto Dalle cupole di San Marco a quelle del Vesuvio.’ L’Ensemble 8Vox congiunge due porti della musica tra Seicento e Settecento, Napoli e Venezia. Da qui partivano artisti impiegati lungo un arco che da Madrid saliva a Londra e attraversava il mondo tedesco per terminare a San Pietroburgo. Un confronto ravvicinato fra due civiltà musicali lontane geograficamente che ribatte la pratica dei cori battenti, di importazione veneziana A Brindisi mercoledì 14 settembre, nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli l’Ensemble Palladio celebra la grande produzione mottettistica italiana del Settecento con la sua multiforme sfaccettatura stilistica. il concerto Meraviglioso Barocco apre con il mottetto Nautes in navis sine remo di Leonardo Leo, ma il programma presenta anche altri esponenti della Scuola Napoletana: Domenica 18 settembre, il Festival Barocco fa ritorno al Chiostro dei Domenicani di San Vito dei Normanni con i Concerti per il Duca: protagonisti l’ensemble La Confraternita de’ Musici diretto al cembalo dal M° Cosimo Prontera, il primo violino Stefano Montanari e il violoncello solista Gaetano Nasillo. In programma i Sei concerti per violoncello, archi e basso continuo scritti da Leonardo Leo tra il 1737 e il 1738 «per solo servizio di Sua Eccellenza il signore Duca di Madalone». Domenico Marzio IV Carafa, Duca di Maddaloni, era mecenate di Leo e dilettante di violoncello ed è proprio l’intensa sonorità dello strumento prediletto dal Carafa che il compositore esalta in questi sei capolavori. Un repertorio di esecuzione non comune e di singolare potenza espressiva, che la rassegna affida a musicisti di grande talento e sensibilità. Il Duomo di Lecce, tripudio di arte barocca sabato 24 settembre ospita l’oratorio a quattro voci Il Faraone sommerso del compositore e didatta tarantino Nicola Fago (1677 -1745), tra i maestri di Leonardo Leo. Si tratta di un altro appuntamento di grande originalità che vede nuovamente sul palco l’orchestra barocca La Confraternita de’ Musici guidata da Cosimo Prontera, con il tenore Roberto Manuel Zangari, il baritono Giuseppe Naviglio, il controtenore Antonello Dorigo e il sopranista Angelo Riccardo Strano. L’oratorio, di cui non si conosce l’autore del testo, è ispirato alla biblica vicenda della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egizia attraverso il miracoloso passaggio del Mar Rosso. Il Barocco Festival Leonardo Leo 2022 chiude sabato 1 ottobre al Teatro Paisiello di Lecce con l’azione musicale-teatrale Il Sogno di Burney, da un’idea di Raffaella Ambrosino, con l’ensemble strumentale ‘Maria Malibran’. Il lungo viaggio che Charles Burney intraprese nel 1770, alla volta dell’Italia e di Napoli, rivive attraverso le inquietudini teatrali di un capocomico chiamato a mettere in scena le atmosfere di quell’impresa. * (Ritratto di Leonardo Leo, dipinto di Pompeo Batoni, Napoli, Conservatorio pSan Pietro a Majella; in basso, il soprano Simone Kermes)