Progettato dal giovane architetto Ireneo Aleandri (1795 – 1885) e inaugurato nel 1829, lo Sferisterio di Macerata è una costruzione di dimensioni importanti, destinata al gioco del pallone col bracciale, sport di squadra che affonda le radici nell’antichità originando probabilmente da un gioco praticato dai Romani. Diffusosi a partire dal XVI secolo, lo sport è uno dei giochi nazionali italiani più antichi, popolarissimo nell’Ottocento, specialmente in Toscana e nelle Marche. Numerosi sferisteri vennero eretti in varie città d’Italia, e il gioco fu cantato anche da Giacomo Leopardi nell’ Ode a un vincitore nel pallone dedicata al campione Carlo Didimi.
La costruzione dello Sferisterio venne finanziata dai “Cento consorti” cittadini maceratesi benestanti che vollero erigere la struttura “Ad ornamento della città, a diletto pubblico” come recita l’iscrizione apposta sulla facciata.
Oltre ai giochi della Palla al Bracciale, l’edificio ospitò anche spettacoli pubblici, come la celebrazione di feste, l’organizzazione di giostre, parate equestri, manifestazioni politiche e sportive, l’accoglienza di circhi equestri e cacce di tori.
Caratterizzato dal colonnato neoclassico, lo Sferisterio ha pianta a segmento di cerchio, con un imponente muro rettilineo che delimita la vasta area centrale aperta, ed è dotato di un’acustica naturale eccellente, tanto da suggerire nel 1921 un progetto ambizioso: rappresentarvi l’Aida di Verdi.
Promotore dell’iniziativa, il conte Pier Alberto Conti, che trasformò lo Sferisterio in un grandioso teatro all’aperto: la struttura venne rinnovato con la costruzione di un ampio palcoscenico e l’apertura di una porta centrale nel maestoso muro, ancora oggi utilizzata. La prima rappresentazione ebbe luogo il 27 luglio 1921, di fronte a 10mila persone giunte da tutta Italia. Il successo fu enorme, con circa 70mila spettatori totalizzati nelle 17 serate di recite.
Il tentativo di replicarne i fasti l’anno seguente, 1922, con La Gioconda di Ponchielli non sorti l’effetto sperato, e l’organizzazione di spettacoli lirici venne sospesa. A parte una sporadica apparizione di Beniamino Gigli nel 1927 con un concerto in favore degli invalidi della Grande Guerra, dopo un periodo che vide lo Sferisterio adibito a cinema, la lirica vi fece ritorno solo nel 1967.
Grazie all’operato del marchigiano Carlo Perucci, indimenticato direttore artistico per i successivi ventotto anni, il teatro conobbe una grande ascesa. Nuovi allestimenti, un nuovo apparato illuminotecnico e l’apertura dei tre archi sullo sfondo del palcoscenico avviarono un percorso di successo che prosegue tuttora.
Il 3 agosto 1967 con l’Otello di Verdi si inaugurò la prima stagione lirica estiva. Nel 1973, grazie all’eccellente livello delle produzioni e degli artisti scritturati, lo Sferisterio ottiene il riconoscimento come Teatro di Tradizione. Nel dicembre 1986 il Comune e la Provincia di Macerata costituiscono l’Associazione Arena Sferisterio, allo “scopo di meglio valorizzare le potenzialità artistiche e culturali già espresse attraverso numerose stagioni liriche, di balletto, concertistiche e di prosa effettuate presso lo Sferisterio”. Soltanto cinque anni dopo, il 15 ottobre 1991, con il decreto ministeriale di riconoscimento della personalità giuridica, l’Associazione diventa operativa e dall’estate 1993 gestisce l’attività lirica dell’Arena Sferisterio, subentrando alla precedente gestione comunale.
Nel 2006 sotto la direzione artistica di Pier Luigi Pizzi, la Stagione si trasforma nello “Sferisterio Opera Festival”, che nel 2012 cambia la denominazione in “Macerata Opera Festival”.
Lo Sferisterio conta oggi su quasi 2500 posti, 104 palchi, e con la qualità delle proposte, la straordinaria acustica, l’imponente palcoscenico e la suggestione dell’edificio, richiama un pubblico internazionale, proveniente da tutto il mondo.