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Alla Scala prosegue il filone barocco: per la prima volta al Piermarini un’opera di Nicola Porpora, Carlo il Calvo in forma di concerto
Protagonisti le star del Barocco Max Emanuel Cenčić, Franco Fagioli, Julia Lezhneva; George Petrou dirige il complesso Armonia Atenea

Fondazione Teatro alla Scala Presenta

“ Stagione 2022-2023 – Concerti straordinari ”
La Scala prosegue il suo percorso di riscoperta dell’opera barocca italiana: dopo il recente successo de Li zite ngalera di Leonardo Vinci, mai vista in precedenza a Milano, il 14 giugno 2023 ‘debutterà’ al Piermarini un altro sommo compositore partenopeo, Nicola Porpora (Napoli, 1686 – 1768).

Per la prima volta il Teatro alla Scala accoglierà una sua opera, Carlo il Calvo. Il lavoro, su libretto anonimo tratto da L’innocenza giustificata (1698) di Francesco Silvani, debuttò al Teatro delle Dame di Roma nella primavera del 1738, diventando rapidamente uno dei titoli più popolari nell’Europa del ‘700.

Alla Scala Carlo il Calvo sarà presentata in forma di concerto dal complesso Armonia Atenea diretto da George Petrou, con un cast di stelle del canto barocco, Max Emanuel Cenčić, Franco Fagioli e Julia Lezhneva. È grazie a questa compagnia che l’opera di Porpora è tornata all’attenzione del mondo musicale, con un’edizione di grande successo messa in scena al Teatro dei Margravi di Bayreuth nel 2020, firmata da Max Emanuel Cenčić, che alla carriera di controtenore accosta quella di regista.

Virtuosismo e affetti caratterizzano l’opera di Nicola Porpora, che fu attivo in tutta Europa, da Roma a Vienna, Venezia e Londra, come insegnante di composizione (ebbe per allievo e valletto Haydn) ma soprattutto di canto, in particolare dei grandi castrati come Farinelli e Caffarelli. La passione di Porpora per le voci si riflette nella spettacolare scrittura delle sue opere che richiedono straordinarie qualità virtuosistiche.

Nella parte di Gildippe debutta alla Scala una delle voci di soprano più ricercate in questo repertorio, Julia Lezhneva, attesa a Bayreuth nel Flavio di Händel e al Festival di Salisburgo nel Messiah nella versione scenica di Robert Wilson. Con lei nella parte di Adalgiso torna il prodigioso controtenore Franco Fagioli, accolto da ovazioni nel Tamerlano di Händel alla Scala nel 2017. La parte di Lottario è cantata dal Max Emanuel Cenčić, uno degli artisti più versatili e apprezzati nel repertorio del ‘700. Il cast è completato da alcune tra le migliori voci barocche di oggi, il soprano Suzanne Jerosme come Giuditta, il mezzosoprano Ambroisine Bré come Edvige, il ventenne controtenore honduregno Dennis Orellana come Berardo e il tenore Stefan Sbonnik come Asprando.

Carlo il Calvo

Carlo II, detto “il Calvo” (823 – 877), re dei Franchi e imperatore dell’impero carolingio (e dotato di normale capigliatura stando all’iconografia) era figlio di secondo letto dell’imperatore Ludovico il Pio. Questi scelse di designare suo principale erede il primogenito Lotario, figlio di Ermengarda, salvo ricredersi e destinare (Dieta di Worms, 829) parte dei territori a Carlo, figlio di Giuditta.

L’intricatissima trama dell’opera vede il sipario aprirsi alla morte di Ludovico. Lottario (con due T nel libretto) si serve delle calunnie di Asprando (unico tenore in una distribuzione di soprani e mezzosoprani) per tentare di usurpare i diritti di Carlo (che è un figurante muto): secondo Asprando il vero padre di Carlo non sarebbe Ludovico ma Berardo, confidente di Giuditta. Giuditta spera di riconciliare i rami della famiglia facendo sposare la sua figlia di primo letto Gildippe al figlio di Lottario, Adalgiso. Inoltre ordina all’altra sua figlia, Edvige, di sposare Berardo. Lottario tuttavia accusa apertamente Giuditta di adulterio con Berardo, interrompendo i progetti matrimoniali tra Adalgiso e Gildippe.

Lo scontro armato sembra inevitabile: per proteggere Carlo, Giuditta lo traveste da pastorello ma incautamente lo affida ad Asprando, che lo consegna a Lottario il quale al momento della battaglia lo getterebbe nel Reno se non glielo impedisse l’intervento salvifico del figlio Adalgiso. La fazione di Giuditta e Berardo prevale sul campo: Lottario sconfitto fa sapere a Giuditta che è disposto a riconsegnarle Carlo e ad ammettere le sue colpe, ma vuole incontrarla da solo. Quando si trovano soli, Lottario punta il coltello alla gola di Carlo e dice a Giuditta che lo ucciderà se lei non si dichiarerà pubblicamente adultera. Adalgiso, che si era nascosto nella stanza, salva per la seconda volta il bambino e richiama le guardie che arrestano Lottario, che infine si pente e ottiene perdono. Giuditta dà Gildippe in sposa ad Adalgiso, lo riconosce imperatore ed esorta Carlo a ricordarsi sempre del suo debito di gratitudine.

(In alto, Max Emanuel Cenčić, photocredit ©Anna Hoffman; in basso, Franco Fagioli, photocredit Clarissa Lapolla)
Alla Scala prosegue il filone barocco: per la prima volta al Piermarini un’opera di Nicola Porpora, Carlo il Calvo in forma di concerto

Altre informazioni di interesse

Nicola Porpora

Entrò nel Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo a Napoli all’età di dieci anni e vi studiò per circa un decennio; la sua prima opera, Agrippina, fu rappresentata nel Palazzo Reale napoletano nel 1708. Sembra che abbia ricoperto il titolo di maestro di cappella del principe d’Assia-Darmstadt dal 1711 al 1725, periodo durante il quale furono prodotte a Napoli la sua seconda e terza opera, Flavio Anicio Olibrio (1711) e Basilio re d’oriente (1713). Nel 1714 compose Arianna e Teseo per adempiere a una commissione operistica della corte viennese, mentre Temistocle fu rappresentato per la prima volta all’Hoftheater di Vienna nel 1718; altre opere di questo periodo includono due serenate, Angelica (1720, recentemente riproposta dal Festival della Valle d’Itria) e Gli orti esperidi (1721), con testi del giovane Metastasio. Tra il 1715 e il 1721 Porpora fu insegnante di canto e composizione presso il Conservatorio di S. Onofrio a Napoli e divenne famoso come maestro di canto; tra i suoi allievi vi furono Farinelli, Caffarelli e Salimbeni.

La sua prima opera per Roma, Berenice regina d’Egitto (1718), fu scritta con Domenico Scarlatti, seguita da Eumene (1721) e Adelaide (1723) e dalla sua prima opera su libretto di Metastasio, Didone abbandonata (Reggio, 1725). Si stabilì a Venezia nel 1726 e divenne maestro all’Ospedale degli incurabili fino al 1733.

Porpora fu invitato a Londra da un gruppo di nobili che stavano organizzando l’Opera della Nobiltà (in concorrenza con Händel); la compagnia aprì la sua stagione con Arianna in Nasso (1733); Porpora compose altre quattro opere per Londra prima di partire nel 1736 per Venezia, dove riprese il suo vecchio posto agli Incurabili l’anno successivo. Dopo brevi intermezzi a Napoli e Venezia (dove fu maestro di coro all’Ospedale della Pietà e all’Ospedaletto), fu a Dresda come maestro di canto della principessa Maria Antonia, componendo l’opera Filandro (1747) per il suo compleanno. Se fino a quel momento i suoi rivali erano stati Leonardo Vinci in Italia e Georg Friedrich Händel a Londra, a Dresda trovò una nuova nemesi: Johann Adolph Hasse. Dopo che Hasse fu nominato Oberkapellmeister, Porpora partì per Vienna, dove non solo insegnò l’arte del canto, ma anche la composizione al giovane Haydn, che in cambio divenne il suo valletto e accompagnatore alla tastiera. Tornò a Napoli nel 1758, dove prestò nuovamente servizio presso il Loreto e il Conservatorio di S. Onofrio. La produzione di Porpora comprende più di quaranta opere, un gran numero di cantate solistiche e oratori, oltre ad alcune messe e a qualche opera strumentale.

Interpreti

Armonia Atenea
Direttore George Petrou

Franco Fagioli, Adalgiso
Julia Lezhneva, Gildippe
Max Emanuel Cencic, Lottario
Suzanne Jerosme, Giuditta
Ambroisine Bré, Edvige
Dennis Orellana, Berardo
Stefan Sbonnik, Asprando

Programma

Nicola Porpora
Carlo il Calvo

Esecuzione in forma di concerto

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