Concertisti Classica

La Musica Classica in Italia

Al Teatro Verdi di Trieste va in scena Don Pasquale in versione commedia all’italiana anni ’60
Il capolavoro buffo di Donizetti è proposto nel collaudato allestimento del Comunale di Bologna con la regia di Gianni Marras e scene e costumi di Davide Amadei, dirige Roberto Gianola

Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste Presenta

Al Teatro Verdi di Trieste va in scena un brioso allestimento del Don Pasquale di Gaetano Donizetti, in cartellone per la Stagione Lirica e di Balletto 2022dal 1 al 9 aprile con sei recite. Maestro Concertatore e Direttore è Roberto Gianola, la regia è firmata da Gianni Marras, scene e costumi sono di Davide Amadei, Maestro del Coro è Paolo Longo. Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna, Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.

Nel ruolo di Ernesto si alternano Antonino Siragusa e César Cortés, in quello di Norina, Nina Muho ed Elisa Verzier, Don Pasquale è interpretato da Pablo Ruiz in alternanza con Michele Govi, il Dottor Malatesta da Vincenzo Nizzardo e Bruno Taddia, Un Notaro è Armando Badia, il Mimo Daniele Palumbo.

Si ispira alla commedia all’italiana nel segno di Monicelli, il regista Gianni Marras: “La commedia all’italiana è questo: trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici. È questo che distingue la commedia all’italiana da tutte le altre commedie…” (Mario Monicelli).

“Cito il grande Mario Monicelli, spiega Marras, perché quando iniziai a studiare il Don Pasquale di Donizetti con il mio scenografo/costumista Davide Amadei, ci rendemmo conto che i personaggi di quest’opera buffa erano gli antesignani di quelli che col tempo sarebbero diventati i personaggi interpretati dai comici e dalle soubrette dell’operetta e dell’avanspettacolo; un filone da cui avrebbero attinto personaggi, situazioni e tempi comici anche i registi che hanno dato vita alla “commedia all’italiana”, cioè̀ quel filone cinematografico sorto in Italia nella seconda metà degli anni Cinquanta del Novecento e sviluppatosi nei successivi anni Sessanta e Settanta. Più̀ che un vero e proprio genere, il termine indica un periodo in cui in Italia venivano prodotte principalmente commedie brillanti, ma con dei contenuti comuni come la satira di costume e l’ambientazione preferibilmente borghese, spesso caratterizzate da una sostanziale amarezza di fondo che stempera i contenuti comici. E quale opera buffa più̀ del Don Pasquale ricalca queste caratteristiche? Approfondendo lo studio del libretto e dello spartito ci siamo accorti che l’ambientazione romana calzava a pennello, nelle varie scene, e trovava numerosi riscontri del periodo dei primi anni ’60 italiani. Come non ritrovare in Totò, Peppino e la malafemmina (1957) i nostri moderni Don Pasquale e il dottor Malatesta? E Norina non è diventata poi la Marisa Allasio di Poveri ma belli (1957) o, in giro per Roma magari in Vespa, la Audrey Hepburn di Vacanze romane (1953)? E il ciuffo di Little Tony che canta Cuore matto (1967) non ricorda l’Ernesto che canta la sua serenata “Com’è gentil, la luna a mezzo april?” È proprio a metà di aprile del 1961 che vediamo il primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin, ed è lì che il nostro Ernesto “cercherà̀ lontana terra”, nel tentativo inutile di abbandonare a malincuore la sua Norina che invece, ispirata dalla lettura della storia del “cavalier Riccardo” come fosse il divo del fotoromanzo Sogno letto in quel periodo da tante ragazze come lei, trama col dottor Malatesta per buggerare il povero zio. Dopo il matrimonio, lo fa impazzire, spendendo e spandendo il suo patrimonio in abiti stile Jacqueline Kennedy, in auto di lusso Ford Thunderbird e invadendo la casa con tutti gli elettrodomestici che erano il segno del “boom economico” di quel periodo, che portò l’Italia ad essere una delle nazioni più̀ ricche del mondo. Al povero Don Pasquale, illuso di aver sposato una onesta “pin-up” scelta dal catalogo che Malatesta gli mostra (“Bella siccome un angelo”) e che scatena in lui “un fuoco insolito” così fortemente virile da fargli apparire la felliniana enorme Anita Ekberg de Le tentazioni del dottor Antonio (episodio del film Boccaccio ‘60 del 1962), non resta che dare ragione alla morale finale che ricorda che “è ben scemo di cervello chi s’ammoglia in tarda età”. E la scritta “FINE” cala in forma di assegno a favore dei due giovani innamorati, portato in scena dal fedele maggiordomo e sottolineato dal ghigno ironico del mitico “Groucho Marx” ingaggiato come finto notaio. Buon divertimento!”

“Donizetti è stato un genio innovatore – sottolinea Roberto Gianola – e la sua scrittura va considerata come il culmine della musica italiana nel suo momento di passaggio dal romanticismo del secondo Rossini al romanticismo appassionato che recherà i segni di Verdi. Quest’opera contiene alcune tra le pagine più belle del repertorio lirico di ogni tempo e rimane una delle più rappresentate nei teatri di tutto il mondo”.

Don Pasquale, opera buffa in tre atti e cinque quadri, fu composta nel 1842 da un Donizetti al culmine della celebrità, e andò in scena per la prima volta al Théâtre-Italien di Parigi il 3 gennaio 1843 con uno straordinario cast formato da Giulia Grisi (Norina), Luigi Lablache (Don Pasquale), Antonio Tamburini (Malatesta), Mario (Ernesto) e Federico Lablache (notaio) alla presenza del compositore.

La prima rappresentazione italiana ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano il 17 aprile dello stesso anno, mentre al Teatro Verdi di Trieste la prima di Don Pasquale risale alla stagione 1848/184. Negli anni successivi l’opera è tornata in scena al Verdi altre 16 volte, con oltre 100 rappresentazioni complessivamente, l’ultima in ordine di tempo nel 2015.

*Rocco Casaluci) (“Don Pasquale”, foto Rocco Casaluci, in basso il soprano albanese Nina Muho, che a Trieste sarà Norina)
Al Teatro Verdi di Trieste va in scena Don Pasquale in versione commedia all’italiana anni ’60

Interpreti

Maestro Concertatore e Direttore
Roberto Gianola
Regia Gianni Marras
Scene e costumi Davide Amadei
Maestro del Coro Paolo Longo

Personaggi e interpreti
Ernesto Antonino Siragusa (1, 3, 7.04.)
César Cortés (2, 5, 9.04.)
Norina Nina Muho (1, 3, 5, 7.04.)
Elisa Verzier (2, 9.04.)
Don Pasquale Pablo Ruiz (1, 3, 5, 7.04.)
Michele Govi (2, 9.04.)
Il Dottor Malatesta Vincenzo Nizzardo (1, 3, 5, 7.04.)
Bruno Taddia (2, 9.04.)
Un Notaro Armando Badia
Mimo Daniele Palumbo

Allestimento Fondazione Teatro Comunale di Bologna

Orchestra, Coro e TecnicI della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Programma

Don Pasquale
Musica di Gaetano Donizetti

Dramma buffo in tre atti
su libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti

Repliche

01.04. ore 20.30 “prima”
02.04. ore 16.00
03.04. ore 16.00
05.04. ore 20.30
07.04. ore 20.30
09.04. ore 20.30

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