Al Teatro Regio di Torino dal 12 al 26 marzo va in scena Norma, il capolavoro di Vincenzo Bellini: l’allestimento è firmato dal regista Lorenzo Amato con le scene ideate da Ezio Frigerio, scenografo di cinema e teatro e artista di assoluto rilievo recentemente scomparso, e i costumi del premio Oscar Franca Squarciapino. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio salirà Francesco Lanzillotta, uno dei più interessanti giovani talenti italiani, che dopo il suo esordio per il Regio nel 2016 con Madama Butterfly in Piazza San Carlo, ha compiuto importanti passi nella sua carriera internazionale. A dar vita ai personaggi descritti dalla penna del librettista Felice Romani, un unico cast per tutte le sei recite in programma: Gilda Fiume, puro soprano lirico di coloratura, sarà sul palco nell’intenso e impervio ruolo della sacerdotessa Norma, banco di prova per moltissime interpreti, in particolare con la famosissima aria “Casta Diva”. La sua rivale, Adalgisa, sacerdotessa innamorata dello stesso generale romano, sarà Annalisa Stroppa, mezzosoprano in grande ascesa, il tenore Dmitry Korchak, brillante artista internazionale del Belcanto, interpreterà il proconsole romano Pollione, mentre il basso Fabrizio Beggi, ben noto al pubblico del Regio, sarà il druido Oroveso. Il Coro, che nella partitura di Bellini ha un ruolo fondamentale, è istruito da Andrea Secchi. Le luci sono di Vincenzo Raponi e i video di Sergio Metalli. Il Teatro Regio dedica la produzione alla memoria di Ezio Frigerio, scomparso il 2 febbraio 2022, poco prima dell’inizio delle prove. Con Norma, andata in scena per la prima volta nel 1831, Vincenzo Bellini raggiunge l’apice del proprio lirismo vocale riuscendo, al contempo, a imprimere una grande forza drammatica ai personaggi solistici e una imponente e a volte barbarica solennità al Coro, che si trasforma in un affresco vivente. La vicenda di Norma è la storia di due mondi che si scontrano: quello Romano, solare, mediterraneo, urbanizzato, e quello nordico, notturno e misterioso, immerso nella natura dei Galli che cercano, ormai invano, di ribellarsi all’invasione. Come spesso accade, le grandi tragedie di un popolo si possono raccontare partendo da un dramma personale, come quello di Norma, sacerdotessa druida che si innamora del condottiero nemico, il proconsole romano Pollione. Per amore, Norma sacrificherà tutto, mentre Pollione la tradirà con un’altra donna. Solo nella morte ritroveranno l’antica unione, quando il fuoco della pira li avvolgerà in un eterno abbraccio. L’allestimento, realizzato nel 2016 per il Teatro di San Carlo di Napoli, va in scena per la prima volta a Torino e il regista Lorenzo Amato ne parla così: «Norma si muove su un binario universale e senza tempo, quello della lotta tra la ragion di stato, il potere religioso e il privato. Ho chiesto a Ezio Frigerio e Franca Squarciapino di collocare la vicenda in un contenitore fantastico, da leggenda, senza una connotazione storico-geografica precisa. Ecco quindi l’esplosione dell’elemento natura, il bosco, la foresta: caratteri fondamentali, non solo per riportare la storia in un tempo fantastico, ma anche per l’importanza del culto per gli alberi che avevano i Druidi. Una foresta carica di vita e di misteri che insinua nei Romani superstizioni e paure, e che contribuisce a conferire anche quel clima di misticismo e magia che percepisco fortemente all’ascolto della partitura». Ezio Frigerio scrisse nei suoi appunti per la scenografia: «L’epoca di Norma: vagamente il passato, ma quale passato, l’altro ieri? Ieri? Oggi? Sempre insomma quando ci sono vincitori e vinti. Troppo facile vederci attuali eventi di storia, il Medio Oriente devastato dalla guerra, i popoli in fuga e tutte le miserie di cui siamo messi al corrente quotidianamente! Nella musica di Bellini non crepitano i kalashnikov e assordanti aerei non solcano i cieli. Si racconta di una guerra, ma non è una guerra grondante di sangue, si racconta di un amore che è quello di sempre». * (Norma, foto Andrea Macchia ©Teatro Regio Torino)