Al Maggio Musicale Fiorentino, nella nuova Sala Zubin Mehta, dal 4 all’8 febbraio è in programma una rarità di Luigi Cherubini, Lo sposo di tre, e marito di nessuna, unica opera buffa del grande musicista fiorentino scritta per Venezia. Il dramma giocoso in due atti su libretto di Filippo Livigni debuttò con successo al Teatro San Samuele nel novembre del 1783. Cherubini (Firenze 1760 – Parigi 1842), al tempo poco più che ventenne, si cimentò con un genere per lui inconsueto, realizzando un divertissement in linea con la tradizione di scuola napoletana pieno di verve musicale e brio. L’azione è animata dalla consueta girandola di inganni, equivoci, burle e mascheramenti ad uso e consumo di personaggi che sembrano usciti da un canovaccio della commedia dell’arte: la baronesse Donna Lisetta e Donna Rosa, il capitano Don Martino, Don Pistacchio barone di Lago Secco, Don Simone suo zio, i popolani Bettina e Folletto. Tutto ruota attorno al matrimonio non riuscito di Don Pistacchio, promesso sposo di Donna Rosa che, tratto in inganno da Don Martino fratello di Lisetta, corteggia sia Donna Lisetta che la popolana Bettina, salvo poi tornare pentito sui propri passi. Ma ‘chi troppo vuole nulla stringe’, recita un antico proverbio e Don Pistacchio, che di donne ne corteggia addirittura tre, alla fine non riuscirà a impalmarne nemmeno una. Lo sposo di tre, e marito di nessuna, andrà in scena nel nuovo allestimento del Maggio firmato per la regia da Cesare Lievi, gradito ritorno dopo la Linda di Chamounix di Donizetti dello scorso settembre. Sul podio salirà Diego Fasolis al suo debutto al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Il cast è formato da Sara Blanch, Donna Lisetta, Ruzil Gatin che interpreta Don Martino, Fabio Capitanucci nel ruolo di Don Pistacchio, Arianna Vendittelli in quello di Donna Rosa, Alessio Arduini come Don Simone, Benedetta Torre come Bettina e Giulio Mastrototaro come Folletto. Scene e costumi sono curate da Luigi Perego, le luci sono di Luigi Saccomandi. L’opera, che viene ora rappresentata per la prima volta a Firenze, dopo il debutto veneziano non sembra aver circolato. Venne ripresa oltre un secolo più tardi, nel 1926 a Dresda, con un nuovo allestimento in tedesco e una drammaturgia riscritta, sotto il titolo di “Don Pistacchio, der dreifach Verlobte“. Altra rielaborazione poco convincente fu presentata a Weimar nel 2000. È solo con l’allestimento del 2005 al XXXI Festival di Martina Franca che si poté assistere alla prima vera rappresentazione in tempi moderni, realizzata grazie all’edizione critica della partitura approntata da Helen Geyer, sulla quale si basa anche il nuovo allestimento del Maggio Fiorentino. * (Lo sposo di tre, e marito di nessuna, foto © Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino)