Al Teatro Lirico di Cagliari dal 13 al 21 maggio 2022 sarà in scena La sonnambula, capolavoro di Vincenzo Bellini e secondo titolo belcantistico della stagione dopo il donizettiano Elisir d’amore. L’opera sarà proposta nell’allestimento del Teatro La Fenice di Venezia, firmato per la regia da Bepi Morassi, con le scene di Massimo Checchetto, i costumi di Carlos Tieppo e le luci di Vilmo Furian. La direzione musicale è affidata a Diego Ceretta, sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari, maestro del coro Giovanni Andreoli. Nel cast spicca la presenza di Antonino Siragusa nel ruolo di Elvino (in alternanza con Patrick Kabongo), mentre la protagonista Amina sarà interpretata da Gilda Fiume (che si alternerà con Laura Esposito), il Conte Rodolfo da Guido Loconsolo (e Francesco Leone), Michela Varvaro sarà Lisa, Irene Molinari, Teresa, Andrea Porta, Alessio e Andrea Schifaudo, Un notaro. Vincenzo Bellini scrisse La sonnambula all’inizio del 1831, durante uno dei suoi soggiorni a Moltrasio sul lago di Como. Benché composta nel tempo record di soli due mesi, l’opera dispiega pienamente la maturità artistica raggiunta dal maestro catanese, evidente nel mirabile equilibrio tra il pathos romantico dell’argomento e la squisitezza melodica della partitura. Il libretto di Felice Romani si basa su quello approntato da Eugène Scribe per il balletto pantomima La sonnambule ou l’arrivée d’un nouveau seigneur, coreografato da Jean-Pierre Aumer (Parigi, 1827), a sua volta tratto dall’omonimo vaudeville dello stesso Scribe e Germain Delavigne del 1819. La storia, ambientata in un villaggio svizzero in epoca imprecisata, narra le peripezie della fanciulla Amina che la notte prima delle nozze si viene a trovare suo malgrado in una situazione scabrosa a causa del suo sonnambulismo, poi scagionata dal trionfo della sua evidente innocenza che conduce al lieto fine dell’intrigo. Particolarmente affine alla sensibilità romantica del tempo è il fenomeno del sonnambulismo, manifestazione psichica allora misteriosa che esercitava un fascino oscuro su artisti e pubblico, al pari della follia, altro tema caro alle scene coeve. Lo stato sospeso tra sonno e veglia creava una situazione scenica perfetta per le scritture vocali più ardite, di pura bravura belcantistica, come nella celeberrima aria di Amina Ah, non credea mirarti, emblema dell’inventiva melodica di Bellini e brano tra i più amati del repertorio di primo Ottocento. Il debutto de La sonnambula al Teatro Carcano di Milano il 6 marzo 1831 fu un vero trionfo: la bellezza sublime della partitura, esaltata dal cast d’eccezione che la interpretò, con i leggendari Giuditta Pasta e Giovanni Battista Rubini nei ruoli principali, determinò uno strepitoso successo di pubblico che perdura ininterrotto fino ad oggi. L’allestimento ripreso al Teatro Lirico di Cagliari, ideato da Bepi Morassi per La Fenice di Venezia, colloca la storia in una stazione sciistica alla moda in vetta alle Alpi, tra monti innevati e boschi svizzeri. Le scene di Massimo Checchetto trasportano la vicenda negli anni Trenta del Novecento, in una ambientazione accurata che mostra grandi interni d’albergo e terrazze panoramiche. Di particolare efficacia scenica e visiva la funivia adibita al trasporto degli sciatori, che scendendo via via si mescolano agli abitanti del luogo, e il pittoresco torpedone rosso d’epoca, stipato di villeggianti, in partenza nel secondo atto. Completano l’atmosfera i costumi di Carlos Tieppo, omaggio allo sci d’antan. * (La sonnambula, Fondazione Teatro La Fenice, photocredit ©Michele Crosera)