Roma, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ultimo appuntamento in questa stagione con il Direttore ospite principale Jakub Hrůša, che sale sul podio all’Auditorium Parco della Musica ‘Ennio Morricone’ il 26, 27 e 28 maggio 2023, affiancato dalla star della viola Antoine Tamestit. Il programma impagina due poemi sinfonici di Richard Strauss, Don Juan e Morte e trasfigurazione, e due brani del compositore ceco Bohuslav Martinů, Memorial to Lidice e Rapsodia Concerto. Il concerto è dedicato alla memoria delle vittime dell’alluvione in Emilia-Romagna. Jakub Hrůša, Direttore dei Bamberger Symphoniker e dal 2025 Direttore musicale del Covent Garden di Londra, aprirà la serata con Don Juan, composizione di uno Strauss appena 24enne, che ritrae in musica un Don Giovanni instancabile ricercatore della bellezza. A seguire, la Rapsodia Concerto di Bohuslav Martinů (1890-1959, per orchestra e viola, composta negli Stati Uniti nel 1952: tra le composizioni più intense di tutta la letteratura per questo strumento, con momenti di alto virtuosismo, sarà eseguita da Antoine Tamestit, tra i più grandi violisti al mondo. Negli ultimi due anni è stato artista residente della London Symphony Orchestra, della Staatskapelle di Dresda, della Philharmonie di Colonia e del Prague Spring Festival. A Santa Cecilia ha debuttato nel 2008 mentre la sua ultima presenza risale al 2019. Il concerto proseguirà con un altro pezzo di Martinů, Memorial to Lidice, un breve poema sinfonico che ricorda la distruzione dei villaggi di Lidice e Ležákyper mano dei nazisti che tra il 9 e il 10 giugno 1942, per vendicare l’attentato (Praga, 27 maggio 1942) e poi la morte di Reinhard Heydrich, governatore del Protettorato di Boemia e Moravia, uccisero tutti gli uomini e deportarono le donne e i bambini.
Chiude il concerto Morte e trasfigurazione, composto tra il 1888 e il 1890. Il programma della composizione è stato sintetizzato dallo stesso Strauss in una lettera del 1894: “Sei anni fa mi venne in mente l’idea di rappresentare musicalmente in un poema sinfonico i momenti che precedono la morte di un uomo, la cui vita fosse stata un continuo tendere ai supremi ideali: un tale uomo è per eccellenza l’artista”. 59 anni dopo la prima esecuzione, sul letto di morte della sua casa di Garmisch, il compositore disse alla nuora Alice: “L’ho già scritto sessant’anni fa, in Tod und Verklärung. È così, è proprio così…” – (Jakub Hrůša, photocredit Ian Ehm; in basso, il violista Antoine Tamestit)