Torna il “Settembre dell’Accademia”, il prestigioso festival sinfonico promosso dall’Accademia Filarmonica di Verona, una delle più antiche e gloriose Istituzioni culturali italiane (la fondazione risale al 1543), e prima Accademia musicale costituita in Europa. Il Festival, in programma al Teatro Filarmonico di Verona dal 4 settembre al 3 ottobre, giunge quest’anno alla XXX edizione, con la programmazione di eccellenza che caratterizza l’iniziativa fin dagli esordi. In un intenso mese di appuntamenti la rassegna propone una significativa rappresentanza del migliore panorama musicale del nostro tempo, con otto grandi orchestre di risonanza internazionale, direttori di alto prestigio e rinomati solisti di tutte le generazioni. Come sottolinea il Presidente e direttore artistico Luigi Tuppini, il festival fin dalla sua fondazione è volto alla promozione della musica sinfonica, ai grandi concerti orchestrali, un genere che mancava e che completa l’offerta di una città musicalissima come Verona, accanto alla grande lirica della Fondazione Arena e di molta musica da camera promossa da diverse realtà cittadine. Dopo la dolorosa sosta del 2020 causata della pandemia, la nuova edizione del 2021 ha le caratteristiche di una rinascita: il cartellone, accanto ad alcune consolidate presenze annovera infatti una maggioranza di orchestre e solisti ospitati invitati per la prima volta ad esibirsi al festival veronese, a riprova dello spirito di una manifestazione con le radici nel passato e lo sguardo rivolto al futuro. Come da tradizione sono otto i concerti in programma, e si svolgeranno tutti al Teatro Filarmonico con inizio alle ore 20. Di gran pregio il carnet degli artisti in cartellone, dalle due compagini russe – l’Orchestra Mariinskij di San Pietroburgo diretta da Valery Gergiev al debutto festivaliero, e la National Philharmonic Orchestra of Russia diretta da Vladimir Spivakov – all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, abituale ospite del Settembre veronese, e ancora l’estrosa Baltic Sea Philharmonic, il giovane pianista Lucas Debargue, fino alle due diversissime stelle del firmamento pianistico, Martha Argerich con la Manchester Camerata e Yuja Wang con la Mahler Chamber Orchestra, per chiudere con I Virtuosi dei Berliner Philharmoniker. Il cartellone in dettaglio: Apertura del Festival il 4 settembre con il concerto inaugurale affidato alla Baltic Sea Philharmonic guidata da Kristjan Järvi, una formazione già in passato ospite della rassegna. L’orchestra, fondata nel 2008 dal suo creativo direttore, l’estone Kristjan Järvi, è formata da musicisti provenienti dai 10 paesi del Baltico (Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Norvegia, Polonia, Russia e Svezia) e si caratterizza per l’approccio innovativo nella presentazione dei concerti, con gli orchestrali che suonano in piedi e senza spartito, accompagnati da un disegno luci e da altri accorgimenti visivi e tecnologici. Particolare anche il programma scelto per la prima tournée dopo lo stop del 2020, tutto dedicato all’elegante figura del cigno – creatura di valenza simbolica che ispirato soprattutto i compositori nordici – con Swan Song del contemporaneo Arvo Pärt, il Cigno di Tuonela di Sibelius e un arrangiamento del Lago dei cigni di Čajkovskij. A seguire, il 10 settembre e di scena la National Philharmonic Orchestra of Russia diretta da Vladimir Spivakov, che propone due dei più amati compositori russi, Rachmaninov con il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra (solista il giovane Ivan Bessonov), e Čajkovskij con la Sinfonia n. 5. La National Philharmonic Orchestra è stata fondata nel 2003 dal Ministero della Cultura russo, e fin dagli esordi è guidata dal grande violinista e direttore Vladimir Spivakov. Il 13 settembre ancora una compagine proveniente dalla Russia: arriva per la prima volta a Verona la celebre Orchestra Mariinskij di San Pietroburgo col suo vulcanico direttore Valery Gergiev, star del podio. Musicista di eccezionale talento, Gergiev è attivo su molti fronti, dall’opera alla sinfonica e al balletto, collabora con i maggiori teatri d’opera del mondo, e con molte prestigiose orchestre tra cui la London Symphony e Münchner Philharmoniker, oltre all’attività intensissima con la ‘sua’ Mariinsky. Al Filarmonico presenterà alcuni capolavori dell’Ottocento, l’Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini, la Sinfonia n. 3 “Scozzese” di Mendelssohn, oltre a una selezione da Romeo e Giulietta Op. 64 di Prokof’ev da lui stesso elaborata. Il 19 settembre, l’attesissimo appuntamento con la leggenda del pianoforte Martha Argerich “esplosiva ragazza di ottant’anni” com’è stata definita, in concerto con la Manchester Camerata diretta da Gabor Takacs-Nagy, uno dei numerosi amici e compagni di viaggio della sua straordinaria carriera. Per il Settembre dell’Accademia suonerà il Concerto n. 1 di Šostakóvič per pianoforte, tromba ed archi, con uno dei migliori virtuosi di tromba di oggi, Sergej Nakariakov. Completano la serata le Danze popolari rumene di Bartók, la Serenata op. 48 di Čajkovskij e l’Introduzione e Allegro per quartetto d’archi e orchestra d’archi di Elgar. Il 23 settembre salirà sul palco un’altra, diversissima stella del pianoforte, la giovane e acclamata Yuia Wang, al suo debutto a Verona. Con lei la Mahler Chamber Orchestra, in un variegato programma che per coincidenza comprende il Concerto n. 2 di Šostakóvič, e passa da Haydn (Sinfonia n. 31 ‘col segnale del corno’) a J. S. Bach (Concerto n. 5 BWV 1056), per arrivare all’Ottetto di Stravinskij. Il 27 settembre è in cartellone il recital solistico del giovane pianista francese Lucas Debargue, segnalatosi al Concorso Čajkovskij di Mosca nel 2015 non da vincitore, ma per l’estroso talento che gli valse il Gran Premio della critica “per il suo dono unico, la sua libertà creatrice, la bellezza delle sue interpretazioni”. Anch’egli al debutto veronese, proporrà musiche di Bach (Concerto italiano), Schumann (Sonata n. 3), Fauré (Barcarola n. 3 e Ballata Op. 19) e Skrjabin (Fantasia Op. 28 e Sonata n. 4). Il 30 settembre, il ritorno dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, presenza assai frequente al Settembre dell’Accademia. Per l’occasione sarà guidata dal giovane direttore inglese di origini indiane Alpesh Chauhan, solista Pablo Ferrández, pianista madrileno vincitore dello stesso Concorso Čajkovskij cui partecipò anche Debargue. Il concerto è imperniato su due impegnativi capolavori del secondo Ottocento, il Concerto per violoncello di Dvořák e la Sinfonia n. 4 di Brahms: lo stesso programma che Brahms ascoltò l’ultima volta che si recò a un concerto, pochi giorni prima della morte. Il 3 ottobre, il concerto di chiusura del Settembre dell’Accademia 2021 è affidato ai Virtuosi dei Berliner Philharmoniker, gruppo cameristico formato dalle prime parti della mitica orchestra berlinese, guidato fin dalla fondazione nel 1983, dal violinista Laurentius Dinca. I Virtuosi percorreranno un viaggio musicale attorno al mondo, passando dagli incalzanti ritmi tzigani alle atmosfere sensuali del Sudamerica; musiche di Brahms (Danza ungherese n. 5), Dvořák (Serenata per archi), Bernstein (West Side Story Suite) e Piazzolla (Tango Ballet).