Sarà Andrey Boreyko a salire sul podio dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, venerdì 25 (ore 20) e domenica 27 febbraio (ore 16) all’Auditorium Fondazione Cariplo, per il rilevante programma Sinfonie dal Nord. Direttore di grandissima esperienza, Andrey Boreyko collabora con le più importanti orchestre del mondo, ed è attualmente alla guida dell’Orchestra Filarmonica di Varsavia e della Artis-Naples Philharmonic in Florida. Nel doppio appuntamento di Milano, il direttore russo presenta la Sinfonia da camera op. 110 di Dmitrij Šostakovič e la Sinfonia in Do minore di Edvard Grieg. Il brano di Grieg, unica Sinfonia da lui composta, è circondato da un alone di mistero: è infatti noto che il compositore ordinò che “non dovesse mai essere eseguita”, e che nascose questo suo lavoro giovanile. Fu ritrovato solo nel 1981, e ad onta della volontà del suo autore, la prima esecuzione nel maggio dello stesso anno avvenne in diretta televisiva. Con la composizione di Šostakovič, Boreyko rende omaggio a uno dei più grandi musicisti della sua terra presentando un suo lavoro importante, il Quartetto op. 110, dedicato alle vittime del Fascismo e del Nazismo. Il brano sarà proposto nella trascrizione per orchestra da camera di Rudolf Barshai, che fu grande amico del compositore e assiduo ospite dell’Orchestra Verdi – di cui è anche stato Direttore Emerito- negli anni ’90. Šostakóvič nell’estate del 1960 si recò a Dresda per la lavorare alla colonna sonora del film Five Days, Five Nights, sui bombardamenti della città nella Seconda guerra mondiale. Si trovò dinnanzi una città devastata, rasa al suolo nel 1945, e ancora in macerie. Profondamente turbato, in tre giorni compose un quartetto, apponendo sullo spartito la dedica “In memoria delle vittime del fascismo e della guerra”. Articolata in cinque movimenti, la composizione si fonda su un inciso tematico composto da quattro note, la firma dell’autore: le note Re – Mi bemolle – Do – Si, che in tedesco diventano “D S C H”, ovvero Dimitri SCHostakovich. Il secondo tempo, l’Allegro molto, è un movimento creato su un tema popolare ebraico, che può essere definito come una rappresentazione della guerra: la corsa disperata rende questo movimento unico nel suo genere, e fa sì che, sempre a partire dalla “firma” musicale del compositore, si sviluppi un tempo rapsodico. Segue l’Allegretto, un valzer grottesco e bislacco, a cui si oppone il Largo, in cui violenti colpi d’arco in fortissimo si oppongono a una tenue melodia di note tenute in pianissimo. La Sinfonia si conclude con una ripresa del primo movimento. Trascritta per orchestra d’archi da Rudolf Barshai, versione nota con il titolo Sinfonia da camera op. 110a, è una delle pagine più toccanti del repertorio cameristico di Šostakóvič. * (Nelle immagini, Andrey Boreyko, foto di Richard de Stoutz e Edvard Grieg nel 1891, ritratto di Eilif Peterssen)