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65° Festival dei Due Mondi di Spoleto
La musica dei due Mondi, la voce delle donne e i nuovi modi di raccontare la musica sono le tre linee programmatiche del Festival di Spoleto 2022, in residenza la Budapest Festival Orchestra e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia
Sono più di sessanta gli spettacoli proposti dal cartellone del 65° Festival dei Due Mondi, in scena a Spoleto dal 24 giugno al 10 luglio 2022. Più di 500 artisti di oltre 30 compagnie da 36 paesi si esibiranno in 15 sedi, teatri, spazi all’aperto, musei e altri luoghi innovativi e meno convenzionali. Lungo i 17 giorni del festival i riflettori si accendono su una molteplicità di eventi di musica, teatro e danza, con prime nazionali e assolute.

Il programma ideato dalla direttrice artistica Monique Veaute, per il secondo anno alla guida del Festival, è improntato a tre filoni tematici, la musica dei due Mondi, la voce delle donne e i nuovi modi di raccontare la musica.

Il cartellone tesse relazioni trasversali alle singole arti, nel solco di una vocazione multidisciplinare e internazionale, proponendo le più interessanti esperienze performative a livello internazionale.

La programmazione musicale, abbracciando linguaggi molteplici, guarda alla relazione tra le due sponde dell’oceano, Europa e America, rapporto legame costantemente promosso da Gian Carlo Menotti fin dalla fondazione del Festival dei Due Mondi nel 1958.

Due sono le orchestre in residenza, la Budapest Festival Orchestra accompagnata dal direttore principale Iván Fischer, che sarà in Piazza Duomo per il concerto inaugurale del Festival il 24 giugno, e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Antonio Pappano, che si esibirà nello stesso luogo il 10 luglio per il tradizionale concerto di chiusura. Un’altra presenza di spicco del 65° Festival de Due Mondi è la canadese Barbara Hannigan, soprano e direttrice d’orchestra, che interseca il tema americano del cartellone con il filone dedicato alle donne, ambito in cui sono da non perdere le voci di Angelique Kidjo, Mariza e Dianne Reeves, in Piazza Duomo con i loro speciali concerti per Spoleto. Da citare ancora la rassegna di musica americana dell’ensemble Sentieri selvaggi e la performance di Tovel, tra sculture di pianoforti preparati ed elaborazione elettronica.

Molte le donne nella sezione Danza del Festival, con lavori rivoluzionari al confine tra danza, musica e teatro: le coreografe Germaine Acogny, Blanca Li, Anne Teresa De Keersmaeker e la regista Jeanne Candel che presenta per la prima volta in Italia una nuova esperienza di teatro musicale ideata con Samuel Achache. A cinque anni dalla scomparsa il Festival rende omaggio a Trisha Brown, icona della danza contemporanea. Appartengono alla nuova generazione di coreografe e coreografi Alexander Vantournhout, Ayelen Parolin, Luz Arcas con la sua compagnia La Phármaco e Yoann Bourgeois.

La sezione Teatro porta a Spoleto il regista tedesco Thomas Ostermeier e presenta gli ultimi lavori di drammaturghi italiani quali Fabio Cherstich, Leonardo Lidi, Davide Enia e del duo RezzaMastrella.

Accanto al cartellone ufficiale, sono numerosi gli appuntamenti collaterali e gli eventi speciali: incontri con gli artisti, premi, istallazioni d’arte, rassegne cinematografiche e mostre.

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Sezione Musica – Il 65° Festival dei Due Mondi si inaugura il 24 giugno nella cornice spettacolare di Piazza del Duomo: Ivan Fischer dirigerà la Budapest Festival Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, eseguendo per la prima volta in Europa il grandioso oratorio di Philip Glass, The Passion of Ramakrishna, tributo al leader spirituale indiano dell’800. Al lavoro del compositore statunitense il concerto, rientrando nel tema Europa America, accosta l’Ouverture n. 4 in re maggiore di Bach.

Le due orchestre in residenza, la Budapest Festival Orchestra e i complessi dell’Accademia di Santa Cecilia, assicurano un cartellone musicale particolarmente nutrito. I professori della Budapest Festival Orchestra saranno protagonisti di un rassegna di musica cameristica: nell’ambito dei Concerti di mezzogiorno al Teatro Caio Melisso, il 24, 25 e 26 giugno presenteranno un omaggio a Gian Carlo Menotti con l’esecuzione dei suoi Canti della lontananza nella nuova trascrizione per voce ed ensemble, commissione del festival ad Orazio Sciortino. In locandina anche brani di Tōru Takemitsu, Gilad Cohen e Paola Prestini. Gli appuntamenti pomeridiani del 25 e 26 giugno portano in scena la Serenata per tre voci e strumenti di Antonio Vivaldi La Senna festeggiante, capolavoro del repertorio barocco.

L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il suo direttore musicale Antonio Pappano saranno invece in scena nel gran finale, il tradizionale concerto di chiusura del Festival dei Due Mondi in Piazza del Duomo il 10 luglio all tramonto. Pappano, che a mezzogiorno si esibirà anche in un pianorécital al Teatro Caio Melisso, dirigerà due grandi compositori statunitensi del Novecento, Aaron Copland con la Sinfonia n. 3, e Samuel Barber, con Knoxville. Summer of 1915, brano che sarà eseguito da Barbara Hannigan, una delle grandi protagoniste del Festival 2022. Il tema americano dell’edizione, al quale Pappano e i complessi ceciliani rendono omaggio, interseca così il filone dedicato alla voce delle donne.

Soprano e direttrice d’orchestra, star mondiale fra le più originali e richieste della scena lirica contemporanea, Barbara Hannigan ha un ruolo preminente nel cartellone del Festival, legato a doppio filo a quello dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale condivide il palcoscenico anche per un altro evento di punta del programma: il 2 luglio nel doppio ruolo di direttrice d’orchestra e cantante presenterà la sua originale interpretazione de La Voix Humaine, capolavoro di Francis Poulenc e Jean Cocteau, che accosterà a Metamorphosen di Richard Strauss.

Il giorno seguente, 3 luglio (Teatro Romano), un concerto molto atteso Barbara Hannigan accompagnata dal pianista Stephen Gosling interpreterà Jumalattaret, ciclo di canzoni composto per lei da John Zorn e ispirato al poema epico finlandese Kalevala, mettendo in risalto le sue straordinarie possibilità vocali tecniche ed espressive.

Tra le altre protagoniste del tema la voce delle donne, la cantante portoghese Mariza, la più grande interprete contemporanea del fado, considerata l’erede di Amália Rodrigues (30 giugno, Piazza Duomo), Dianne Reeves. diva indiscussa e straordinaria erede della vocalità lirico-jazz della grande Sarah Vaughan (3 luglio, Piazza Duomo, in collaborazione con Umbria Jazz), e Angélique Kidjo, vincitrice di quattro Grammy, che porta a Spoleto i ritmi della sua Africa con l’album Mother Nature (8 luglio, Piazza Duomo).

Da citare ancora, il percorso nella musica americana dell’ensemble Sentieri Selvaggi diretto da Carlo Boccadoro, che l’ 1, 2 e 3 luglio al Teatro Caio Melisso dedica tre diversi programmi ai compositori americani contemporanei, costruendo un mosaico sonoro di voci da scoprire, dai grandi protagonisti del minimalismo come Philip Glass, Steve Reich e Terry Riley alla libertà espressiva di Missy Mazzoli, Christopher Cerrone, Timo Andres e Armando Bayolo, tutti raramente eseguiti in Italia.

Al confine tra installazione, concerto e live set è la performance musicale di Tovel (alias Matteo Franceschini) e Jacopo Mazzonelli (8-9 luglio, Teatrino delle 6 Luca Ronconi). Franceschini dialoga attraverso l’elettronica con i suoni reali delle sculture di pianoforti realizzate da Jacopo Mazzonelli.

Spazio alle donne nel sezione Danza del Festival, con un’attenzione particolare ai lavori più innovativi che ibridano i generi, collocandosi al confine tra danza, musica e teatro, e alle coreografe che hanno dato un nuovo corso alla propria disciplina.

La coreografa franco-senegalese Germaine Acogny, fondatrice dell’École des Sables, Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2021, conosciuta come “madre della danza africana contemporanea”, porta in scena trentotto ballerini, provenienti da quattordici nazioni africani di tutto il continente, accostando il suo nuovo lavoro common ground[s] alla reinterpretazione Le Sacre du printemps, opera cardine dell’estetica di Pina Bausch (24–27 giugno, Teatro Romano),

La poliedrica spagnola Bianca Li, ginnasta, ballerina, coreografa e regista incarna come poche l’incontro di esperienze artistiche diverse e la capacità di indirizzare il cambiamento. Nel suo stupefacente Bal de Paris (24 giugno–10 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) mette in scena uno spettacolo totale, un’immersione in un universo irreale e senza tempo – al contempo rétro, futuristico, classico, contemporaneo – creato digitalmente. Spettacolo immersivo in realtà aumentata, Bal de Paris fonde universo reale e virtuale, danza e musica, coinvolgendo lo spettatore nel vortice di una grande storia d’amore, in uno spettacolo divertente e innovativo, la cui anticipazione alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha vinto il Leone d’Oro nella sezione “Venice VR Expanded”.

A cinque anni dalla scomparsa, il Festival dei Due Mondi rende omaggio a Trisha Brown, la coreografa newyorkese icona della post-modern dance, con una selezione dei suoi lavori più famosi, Astral Converted, Working Title, Plain Site (1–2 luglio, Teatro Romano),

la fiamminga Anne Teresa De Keersmaeker con il nuovo spettacolo Mystery Sonatas / for Rosa si addentra nella ricchezza mistica e geometrica delle Sonate del Rosario del compositore Heinrich Ignaz Franz von Biber (7–9 luglio, Teatro Romano),

la coreografa argentina Ayelen Parolin con Weg presenta un’azione coreografica dirompente, sperimentale e stravagante, un vertiginoso esercizio ispirato alla dinamica dei movimenti collettivi, (1 –3 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti),

il cartellone danza comprende ancora Through the Grapevine del coreografo belga Alexander Vantournhout, che porta in scena un eccentrico pas-de-deux, eseguito insieme ad Axel Guérin, (25–26 giugno, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti),

cinque performance di Yoann Bourgeois acrobata eccezionale, che fondono Circo contemporaneo e danza (2–3 luglio, San Nicolò, Terrazza Frau, Chiesa di Sant’Agata),

Luz Arcas, coreografa e danzatrice fondatrice della compagnia La Phármaco, con Tonái presenta una proposta scenica multidisciplinare, uno dei lavori più introspettivi della sua carriera (8-10 luglio, Auditorium della Stella).

I registi francesi Jeanne Candel e Samuel Achache presentano per la prima volta in Italia il loro Teatro Musicale. Le Crocodile trompeur / Didon et Enée (24–26 giugno, San Simone) porta la firma di entrambi: tratto dall’opera barocca Dido and Aeneas di Henry Purcell, lo spettacolo intreccia il teatro shakespeariano e il dramma musicale; gli attori, che sono anche ottimi cantanti e musicisti di cultura jazz, passano continuamente da un genere all’altro. Le Crocodile trompeur / Didon et Enée resiste alle classificazioni di genere, andando molto oltre la sperimentazione teatrale, un grande affresco dove la follia e la stravaganza rappresentano il battito pulsante. Con la stessa attenzione per la musica Jeanne Candel, con Caroline Darchen, Lionel Dra e la compagnia la vie brève, concepisce lo spettacolo Demi-Véronique (30 giugno–3 luglio, Auditorium della Stella), un’epopea musicale a partire dalla Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler. Tutto può rapidamente trasformarsi, come accade ai toreri con la figura della mezza veronica che dà il titolo allo spettacolo. Così, da una distruzione, un altro mondo in gestazione si ricompone.

Anche Sans Tambour di Samuel Achache (1–3 luglio, San Simone) si interroga su come ricostruire la realtà dopo un crollo, ispirandosi ai Liederkreis op. 39 di Robert Schumann. Il poeta, separato dall’amato o dalla patria come da un confine invalicabile, deve farsi strada attraverso una geografia reinventata, in cui il canto e la musica diventano la forza trainante dell’azione.

La sezione Teatro sarà a Spoleto il regista tedesco Thomas Ostermeier e presenta gli ultimi lavori di drammaturghi italiani quali Fabio Cherstich, Leonardo Lidi, Davide Enia e del duo RezzaMastrella.

L’edizione 2022 del Festival di Spoleto offre molti altri appuntamenti nei Progetti speciali, tra cui la rassegna Musica da Casa Menotti, le rassegne teatrali dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico (Progetto AccademiaEuropean Young Theatre), la rassegna La MaMa Spoleto Open per attori, registi e compagnie emergenti, tre rassegne cinematografiche dedicate a Pasolini, Fellini, e ai documentari di Blackwood e de Mey, ArTechnology della Fondazione Carla Fendi, che assegna anche il Premio Carla Fendi STEM, incontri su temi ambientali e culturali e il convegno “Il Futuro è in centro: il valore sociale, economico e culturale dei centri storici” proposti dal Comune di Spoleto.

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(Foto in basso. Antonio Pappano e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, foto ©Studio Hanninen)
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