Mozart non si chiamava Amadeus
Tutti lo conosciamo come Wolfgang Amadeus Mozart, ma per identificarlo è sufficiente anche soltanto Amadeus come nel titolo del famoso film di Milos Forman. Paradossalmente però è l’unico nome che non compare nei registri di nascita e battesimo: dai documenti risulta che il piccolo Mozart venne battezzato il 28 gennaio 1756, giorno successivo alla nascita, con i nomi Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus.
Il nome con cui si faceva chiamare per tutta la vita è stato Wolfgang, a volte italianizzato in Wolfgango Amadeo durante i suoi viaggi nel Belpaese. Solo più tardi Mozart latinizzò il greco Teofilo in Amadeus, utilizzando però più frequentemente la versione francese Wolfgang Amadè Mozart, con la quale era solito firmarsi.
In famiglia veniva invece chiamato con il vezzeggiativo “Wolferl”.

La sveglia del piccolo Wolfgang
Il talento straordinario del piccolo Wolferl si rivelò ben presto: a 4 anni iniziava a suonare il pianoforte, a 5 componeva i suoi primi lavori. Non c’è da stupirsi perciò che il padre Leopold potesse utilizzare uno stratagemma del tutto particolare per svegliare il bimbo: suonava un brano musicale fermandosi alla penultima nota, così il piccolo Mozart si alzava per suonare l’ultima nota e portare a termine il pezzo.

Un bambino prodigio alle Corti di Vienna e di Versailles
Ad appena 6 anni Mozart partì per la sua prima tournée musicale con il padre e la dotatissima sorella Nannerl (Anna Maria). I due bambini vennero presentati all’imperatrice Maria Teresa, e si esibirono per la corte imperiale nella reggia di Schönbrunn (1762), incantando tutti presenti con la loro grazia e la loro straordinaria bravura. Al termine dell’esibizione il piccolo Wolfgang si gettò tra le braccia dell’imperatrice abbracciandola e coprendola di baci – l’imperatrice, che amava molto i bambini, avendo lei stessa una numerosa prole, ne fu intenerita. Ricompensò i due piccoli concertisti con degli elegantissimi abiti di corte dei quali andavano fieri al punto di volerli indossare per un ritratto.
L’ anno successivo, nel 1763, fu la volta di esibirsi a Versailles al cospetto del Re Luigi XV. Grande fu il successo, ma quando il settenne Mozart al termine del concerto volle abbracciare Madame de Pompadour questa rifiuto sdegnosamente per la rigidità del protocollo di corte, lasciandolo contrariato.

Cibi e bevande: Mozart amava i crauti, la birra e … il latte di mandorle
A Salisburgo Mozart era un cliente abituale del Cafè Tomaselli, situato a pochi passi dalla sua casa natale in Getreidegasse. In questa che è la più antica caffetteria d’Austria, Wolfgang si recava a sorseggiare un delicato latte di mandorle, che si può gustare ancora oggi.
Per un pasto più sostanzioso, il compositore optava volentieri per una birra scura con piatti saporiti come i crauti con gnocchi di fegato; specialmente quelli buonissimi serviti allo Stieglbräu, storica birreria anch’essa tuttora in attività; in un appunto di diario riferito all’agosto del 1780, la sorella Nannerl cita una visita al locale, sottolineando che “Un paio di buone birre sicuramente non mancheranno al nostro incontro conviviale! “

Animali da compagnia: i pet di casa Mozart
Nella loro casa sulla piazza del mercato di Salisburgo la famiglia Mozart godeva della compagnia di alcuni piccoli animali domestici, degli uccellini canori e una cagnolina fox terrier di nome Pimperl, amatissima. Anche a Vienna Mozart aveva diversi uccelli canori, tra cui uno storno (dai suoi libri contabili sappiamo che l’acquistò il 27 maggio 1784 per la somma di 34 Kreutzer). Stando alle cronache, l’uccellino era in grado di fischiettare il tema del Rondò del Concerto per pianoforte Nr. 17 in sol maggiore (KV 453).
Quando l’uccellino 3 anni dopo morì, Mozart ne fu sconsolato, organizzò un piccolo funerale e gli dedico una poesia.
